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Ombre rosso sangue

I sentieri paralleli di Priest.
di Marco Chiani

Paul Bettany una scena del film Priest di Scott Stewart.
Paul Bettany (52 anni) 27 maggio 1971, Londra (Gran Bretagna) - Gemelli. Interpreta Priest nel film di Scott Stewart Priest.

martedì 14 giugno 2011 - Approfondimenti

Horror millenaristico e fantascientifico distopico, Priest non si fa mancare nulla, concedendosi anche una seconda parte in cui vira deciso al western. Come in Sentieri selvaggi c'è da riportare a casa una giovane rapita. Non dagli indiani questa volta, ma dai vampiri, differenza non da poco che assimila perfettamente croce e pistola. L'epilogo poi ha luogo in una terra desertica attraversata da un treno sul quale avviene l'immancabile sfida finale. Dopotutto a dirigere è Scott Stewart, già al lavoro sullo strano incontro tra orrore, vecchi moduli del West e ossessioni religiose con il precedente Legion, in cui Paul Bettany è niente di meno che l'arcangelo Michele, pronto a fronteggiare un esercito di posseduti in un avamposto di frontiera chiamato Paradise Falls.

Con la giusta ironia e un fervore anticlericale assenti nei film del giovane collega, John Carpenter aveva già mischiato le stesse carte nell'incompreso Vampires, dove un mucchio selvaggio capitanato da un James Woods al soldo del Vaticano doveva vedersela con alcuni vampiri in combutta con un cardinale doppiogiochista. Totalmente differente dall'alto prelato carpenteriano è il personaggio senza macchia, ma con croce d'ordinanza tatuata sul volto, interpretato da Paul Bettany in Priest: integerrimo e probo tant'è determinato a strappare la nipote dagli artigli delle creature della notte. Sarà la sua inattaccabile integrità morale a sostanziare un barlume di novità, ma questo prete ammazzavampiri funziona meglio dell'arcangelo Michele interpretato dallo stesso attore britannico nel precedente Legion. Ad oggi, la precedente pellicola del duo Stewart-Bettany appare troppo debitrice degli scontri ultraterreni di L'ultima profezia in cui il corvino ed eccessivo Christopher Walken oscilla tra il Bene e il Male, confondendosi nelle città, nelle strade, tra gli uomini.

Stessa labilità tra gli opposti nei dubbi che rodono il Padre Merrick del sottovalutato Dominion: Prequel to the Exorcist del calvinista Paul Schrader, tutto perso in un'Africa Orientale dove è lecito aspettarsi il passaggio di una carovana inseguita dagli indiani. La cornice di Priest è forse più accomunabile a quella dell'ambizioso Codice Genesi, in cui il peggior sgherro del paese desidera sopra ogni cosa l'ultima Bibbia rimasta, mentre i suoi uomini continuano a preferire il whisky all'acquasanta. Nessun martire e nessun profeta, infine, in Survival of the Dead di George A. Romero, rivoltosi apertamente al padre di tutti i generi per rinverdire i suoi amati zombi. È coi tempi e i modi dei piccoli western degli anni Cinquanta, infatti, che il regista americano racconta lo scontro tra due clan rivali fino al duello illuminato da una luna spropositata e difficile da dimenticare. Si dice che l'universo elettivo di John Ford e John Wayne sia impermeabile alla parodia. Molti altri filoni, invece, gli si adattano come una seconda pelle, ma non per questo è certo il caso di esagerare.

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