no_data
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mercoledì 23 gennaio 2019
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rappresentazione ancora irenica di una vicine da disumana
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Il film, a mio parere, è invece ancora investito dalla politica governativa cinese, inaugurata qualche anno fa, di "piede leggero" su questa vicenda del cosiddetto "Massacro di Nanchino. In realtà il massacro fu così feroce che dal film traspare solo una pallida testimonianza. I giapponesi furono artefici di violenze così inaudite che veramente si dovrebbero ricordare questi momenti con più rigore. Questo non toglie che il film sia complessivamente di ottimo livello.
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domenica 20 gennaio 2019
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leggerezza insensata? errore storico?
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Forse caro Niola, dovrebbe documentarsi sul comportamento dell'esercito giapponese in China, prima di fare dei commenti fuori luogo. Per esempio si legga Stirpe di drago di Pearl S. Buck, per cominciare, poi legga qualche libro di storia. Che il film non sia un capolavoro ma un'opera di pura propaganda non ci vuole molto a vederlo. Ma questo è un altro discorso...
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rikitikitawi
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lunedì 21 agosto 2017
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decisamente bello
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Scene con coreografie spettacolari , regia che spesso cattura lo spettatore e trasmette il senso del tutto . Da vedere assolutamente.
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simosani
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venerdì 21 ottobre 2016
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un capolavoro
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Caro Gabriele Niola, se avesti queste e molte altre cose sul cosiddetto "Massacro o stupro di Nanchino", dove, secondo le fonti furono trucidate da 150.000 a 300.000 persone e molte migliaia di donne e bambini stuprati e sventrati, forse valuteresti che si tratta di una legittima interpretazione dei fatti e non,in questo specifico caso, di NAZIONALISMO BIECO o IMPERDONABILE ...
« Ieri, fuori dall'edificio dove di solito legano le ragazze, ne era rimasta solo una viva. La ragazza aveva vent'anni circa, era nuda e tremava di terrore e freddo. Si avvicinò un soldato giapponese deciso a violentarla, lei tentò di difendersi ma non poteva nulla contro di lui e fu violentata brutalmente per più di un'ora.
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Caro Gabriele Niola, se avesti queste e molte altre cose sul cosiddetto "Massacro o stupro di Nanchino", dove, secondo le fonti furono trucidate da 150.000 a 300.000 persone e molte migliaia di donne e bambini stuprati e sventrati, forse valuteresti che si tratta di una legittima interpretazione dei fatti e non,in questo specifico caso, di NAZIONALISMO BIECO o IMPERDONABILE ...
« Ieri, fuori dall'edificio dove di solito legano le ragazze, ne era rimasta solo una viva. La ragazza aveva vent'anni circa, era nuda e tremava di terrore e freddo. Si avvicinò un soldato giapponese deciso a violentarla, lei tentò di difendersi ma non poteva nulla contro di lui e fu violentata brutalmente per più di un'ora. Poi il soldato prese una lunga canna di bambù, gliela infilò nella vagina e la uccise così. Il cadavere della sfortunata ragazza fu portato via alcune ore dopo.
Una settimana fa due bambini hanno tentato di fuggire, uno aveva circa otto anni, l'altro non più di sei. Sono riusciti a uscire dall'edificio, ma i giapponesi li hanno inseguiti. Hanno preso subito il più piccolo, l'hanno spogliato e stuprato violentemente; poi l'hanno colpito col calcio del fucile in testa, uccidendolo, e il bimbo è rimasto in terra coi capelli pieni di sangue. L'altro bambino è riuscito a fuggire per un po', correva completamente nudo per i vicoli. Ma infine l'hanno preso e l'hanno trafitto in pieno stomaco con una baionetta, e il povero ragazzetto si è accasciato al suolo, mentre i suoi intestini si spargevano ovunque, lì intorno. Il corpo del bambino nudo fu lasciato sulla strada per giorni, dove il freddo gli impedì di decomporsi, finche non puzzò così tanto che i soldati permisero ai seppellitori di portarlo via."
Saluti,
Simone Sani
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fabiosistemi
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venerdì 28 marzo 2014
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deludente
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Siamo Mille Miglia... Lontano dai fasti coloristici di Lanterne Rosse, dalle visioni ariostesche della Foresta dei Pugnali Volanti, dall' intensità sociologica della Storia di Qiu Ju: non c'è neanche la festa per gli occhi che ci si potrebbe aspettare dal maestro cinese, che indulge invece in un' orgia di citazioni formali che rasentano l' effetto speciale.
Rimane solo una storia interminabile, zeppa di retorica manichea e di buoni sentimenti hollywoodiani, infarcita di personaggi altamente improbabili: ubriaconi yankee che si trasformano seduta stante in preti eroici e meccanici provetti, prostitute dall' anima di porcellana, ragazzini pronti a immolarsi come eunuchi, collegiali adolescenti che cantano canzoncine insopportabili e si esprimono con frasi da carta dei cioccolatini, soldatini che fanno fuori da soli interi battaglioni, giapponesi solo cattivi-cattivi, e cinesi comunque buoni anche quando al soldo degli invasori.
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Siamo Mille Miglia... Lontano dai fasti coloristici di Lanterne Rosse, dalle visioni ariostesche della Foresta dei Pugnali Volanti, dall' intensità sociologica della Storia di Qiu Ju: non c'è neanche la festa per gli occhi che ci si potrebbe aspettare dal maestro cinese, che indulge invece in un' orgia di citazioni formali che rasentano l' effetto speciale.
Rimane solo una storia interminabile, zeppa di retorica manichea e di buoni sentimenti hollywoodiani, infarcita di personaggi altamente improbabili: ubriaconi yankee che si trasformano seduta stante in preti eroici e meccanici provetti, prostitute dall' anima di porcellana, ragazzini pronti a immolarsi come eunuchi, collegiali adolescenti che cantano canzoncine insopportabili e si esprimono con frasi da carta dei cioccolatini, soldatini che fanno fuori da soli interi battaglioni, giapponesi solo cattivi-cattivi, e cinesi comunque buoni anche quando al soldo degli invasori.
Beh, che dire? Neanche John Milius era sceso così in basso. Che peccato, speriamo solo sia un incidente di percorso, e non un nuovo corso...
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serpico
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venerdì 28 marzo 2014
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bellissimo
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BALE VERAMENTE GRANDE ,UN GRAN BEL FILM ,QUANDO UN UOMA HA TNTI VOLORI E HA UN GRANDE CUORE DA SEMPRE UNA MANO A CHI E IN DIFFICOLTA ANCHE IL SACRIFICIO DELLE PROSTITUTE LA VITA E FATTI DI GRANDI VALORI .........................
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ledyna
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martedì 18 febbraio 2014
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non decolla
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Ottima la prima parte del film, che sembra aveve le buoni intenzioni di svilupparsi in maniera corretta ed enfatica. La parte di Bale, cinico e gigione non gli dà giustizia e in più lascia un retro gusto sgradevole. Successivamente il film pare arenato sugli stessi argomenti e ti comunica una sensazione di stallo che non riesce a concludere in maniera fluida la storia. Bella la fotografia e la storia, brutta la retorica e i punti di vista del nemico e di Bale che solo alla fine si riscatta.
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alexander 1986
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lunedì 27 gennaio 2014
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film di buon pedigree ma di scarsa sostanza
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Nanchino, 1937. L'invasione barbarica delle truppe giapponesi fa da scenario all'incrocio dei destini di tre gruppi di personaggi: un gruppo di giovanissime educande da monastero; un gruppo di prostitute piuttosto disinibite; uno scapestrato becchino americano (Bale). Questo gruppo bizzarro dovrà ingegnarsi a trovare una via di salvezza mettendo da parte le ovvie divergenze.
Questo film è preceduto da tre premesse importanti: la regia di Zhang Yimou, uno dei maestri orientali più significativi; l'enorme budget (ca. 90 milioni di dollari), fra i massimi messi a disposizione di un film cinese; l'insolita partecipazione di Christian Bale, uno degli attori migliori nel panorama hollywoodiano odierno.
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Nanchino, 1937. L'invasione barbarica delle truppe giapponesi fa da scenario all'incrocio dei destini di tre gruppi di personaggi: un gruppo di giovanissime educande da monastero; un gruppo di prostitute piuttosto disinibite; uno scapestrato becchino americano (Bale). Questo gruppo bizzarro dovrà ingegnarsi a trovare una via di salvezza mettendo da parte le ovvie divergenze.
Questo film è preceduto da tre premesse importanti: la regia di Zhang Yimou, uno dei maestri orientali più significativi; l'enorme budget (ca. 90 milioni di dollari), fra i massimi messi a disposizione di un film cinese; l'insolita partecipazione di Christian Bale, uno degli attori migliori nel panorama hollywoodiano odierno. A conti fatti, delle tre premesse solo l'ultima ha dato buoni frutti: Bale è ispiratissimo, ma di fatto predica nel deserto e la sua interpretazione viene esaltata eccessivamente dalla pochezza altrui. Molti hanno rimproverato a questa pellicola l'eccessiva coloritura nazionalistica. In verità, se questa fosse da addebitarsi a colpa, bisognerebbe chiamare sul banco degli imputati tre quarti della produzione a tema bellico della storia cinematografica (compreso qualche Oscar). La vera delusione va vista semmai nella povertà della trama, la quale pur partendo da una base interessante finisce presto per incanalarsi su binari convenzionali e prevedibili. Ci si prepara a un kolossal epico, si finisce con un comune melò stranamente simile a uno sceneggiato RAI. Un vero peccato.
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kimkiduk
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sabato 9 marzo 2013
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non capisco a volte la critica
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Sinceramente a volte mi stupisce il metro di giudizio di film da parte dei critici. Letto il commento su questo mi aspettavo uno smielato film quasi banale. Non ho trovato niente di questo. Dare due stelle a questo film e magari darne 3 a certi cine panettoni lo trovo sinceramente al limite del ridicolo. Criticare un film fatto così da un regista come Yimou, di cui ricordo solo La Strada Verso casa che per me è un capolavoro assoluto di eleganza e gentilezza tanto da dover essere visto nelle scuole, mi resta veramente difficile da capire. Posso accettare la lunghezza forse eccessiva, posso trovare un pizzico di retorica, ma dire eccessivo, pietistico ecc. non sono per niente d'accordo.
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Sinceramente a volte mi stupisce il metro di giudizio di film da parte dei critici. Letto il commento su questo mi aspettavo uno smielato film quasi banale. Non ho trovato niente di questo. Dare due stelle a questo film e magari darne 3 a certi cine panettoni lo trovo sinceramente al limite del ridicolo. Criticare un film fatto così da un regista come Yimou, di cui ricordo solo La Strada Verso casa che per me è un capolavoro assoluto di eleganza e gentilezza tanto da dover essere visto nelle scuole, mi resta veramente difficile da capire. Posso accettare la lunghezza forse eccessiva, posso trovare un pizzico di retorica, ma dire eccessivo, pietistico ecc. non sono per niente d'accordo. La storia è bella ed il retorico l'ho trovato, per certi argomenti, anche in La vita è bella o Schindler's List. Difficile non essere retorici nel descrivere un massacro. Yimou è un regista molto ma molto raffinato, sa come fare regia e sa raccontare storie, per me. Nela sua carriera è passato da cappa e spada a film dolci come ripeto la strada verso casa o la locanda della felicità. Tutti però con un unico filo che li lega, la bravura di un regista sopra la media. Ha speso 90 milioni di dollari e forse una strizzatina al mercato l'ha dovuta e voluta dare, ma non facciamone un dramma critico. Film sopra la media. Il problema è la votazione. Tra 2 e 3 c'è il mond del cinema, come tra 3 e 4. E allora se Niola ha dato 2 io dico 4, anche perchè ottimo è, non capolavoro, ma ottimo. Christian Bale poi non è cane nemmeno come attore qui e le ragazze nemmeno, raccontando una storia, forse vera, come tante e tante altre in questi accadimenti, di cui vengono riportate solo storie parziali. Ultima considerazione. Se viene scritto che per 60 minuti il film è distillazione dell'arte pura di Yimou, ammettiamone un pizzico di bontà. Poteva farlo finire anche banale, con immagini della festa finale, non l'ha fatto e anche questo è un merito. A me è piaciuto e anche parecchino senza metterlo tra i dieci film più importanti della storia del cinema, ma non lo metto molto al di sopra di tanti a cui i critici hanno dato più di 2,00.
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[+] vorrei vederlo
(di xmerax)
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[+] condivido in parte
(di alexander 1986)
[ - ] condivido in parte
[+] mi limiterei al film
(di kondor17)
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(di contrammiraglio)
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donni romani
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martedì 8 maggio 2012
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yomou tra estetica cinese ed epopea hollywoodiana
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Torna Zhang Yomou, il grande maestro cinese regista di capolavori come "Lanterne cinesi", "La storia di Qui Ju" e "Vivere" e lo fa con una pellicola dalle due anime, quella poetica e onirica della tradizione filmica cinese e quella dell'epopea di guerra tipicamente hollywoodiana, con un eroe che nasce come avventuriero e si trasforma in coraggioso paladino man mano che la storia si evolve. L'ambientazione è quella della guerra fra Cina e Giappone nel 1939, e più precisamente con l'occupazione di Nanchino da parte dell'esercito giapponese.
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Torna Zhang Yomou, il grande maestro cinese regista di capolavori come "Lanterne cinesi", "La storia di Qui Ju" e "Vivere" e lo fa con una pellicola dalle due anime, quella poetica e onirica della tradizione filmica cinese e quella dell'epopea di guerra tipicamente hollywoodiana, con un eroe che nasce come avventuriero e si trasforma in coraggioso paladino man mano che la storia si evolve. L'ambientazione è quella della guerra fra Cina e Giappone nel 1939, e più precisamente con l'occupazione di Nanchino da parte dell'esercito giapponese. Un avventuriero occidentale, truccatore di cadaveri e becchino arriva ad un collegio cattolico dove il sacerdote a capo della scuola è appena morto e dove le giovanissime scolare, sfuggite alle bombe e alle pallottole sono affidate alla cura di un ragazzino adottato anni prima dal sacerdote. Di lì a poche ore all'eterogeneo gruppo si uniscono un gruppo di variopinte prostitute, portando scompiglio e gelosie fra le allieve. I violenti combattimenti sono realistici, crudeli, fatti di spietate esecuzioni ed atti di eroismo, ma nel chiuso del collegio, nascoste in cantina, si confrontano le realtà dolenti delle prostitute bambine e le paure infantili delle bambine bambine, le prime truccate, colorate, vitali ed allegre nonostante il loro passato, le seconde nelle loro grigie uniformi, spaventate dal futuro. fra loro un Christian Bale disincantato, che veste l'abito talare per sfuggire ai soldati ma poi lo onora difendendo le bambine e strappandole allo stupro di un gruppo di giapponesi. c'è tutta la poesia e l'eleganza stilistica di Yimou nelle scene più intense, nella grande vetrata colorata che esplode per una bomba, nella coreografia danzata dalle prostitute immaginata da una giovane scolara, nell'artificio che grazie ai cosmetici del truccatore di morti trasforma le prostitute in ragazze ingenue ed innocenti, e c'è tutta l'epica della narrazione bellica nelle scene di guerriglia fra i pochi soldati cinesi rimasti e l'esercito nipponico, c'è anche una certa retorica nella descrizione delle atrocità compiute dai soldati, macchiette dure e impure, ma l'emozione che si respira nel piccolo collegio è vera e profonda, il sogno della fuga e della libertà (fisica e metaforica per le ragazze vendute al bordello quando erano ancora adolescenti e quindi schiave ben prima che la guerra avesse inizio) è accompagnato dal rimpianto di ciò che inevitabilmente si perde quando si abbandona una vecchia pelle, per quanto scomoda essa sia, e la trasformazione dell'avventuriero codardo in eroe capace di sentimenti e atti coraggiosi per quanto stereotipata è classicamente orchestrata e resa piacevole dalla recitazione inizialmente scanzonata di Bale che diventa credibile anche nelle scene più drammatiche. Le contaminazioni occidentali di struttura narrativa e di svolgimento scolastico non ne fanno il capolavoro di Yomou, ma la sua capacità di filmare, di dare respiro ad ogni scena e di ricamare suggestioni ed emozioni rimane intatta. E la bellezza perlacea e luminosa della sua nuova musa Ni Ni non ha niente da invidiare alla pur bellissima Gong Li.
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