Morituris |
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Un film di Raffaele Picchio.
Con Valentina D'Andrea, Andrea De Bruyn, Désirée Giorgetti, Francesco Malcom, Giuseppe Nitti, Simone Ripanti
Horror,
durata 83 min.
- Italia 2011.
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"TIMOR"di miguelFeedback: 1125 | altri commenti e recensioni di miguel |
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sabato 26 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Timor", "Paura", è ciò che trasmette Morituris e lo fa in modo diretto, senza fronzoli con una forza devastante, "mitologica" dando una scossa molto forte al cinema di "genere" italiano in chiave moderna ma nostalgica per un certo cinema che fu. Visionato nell'edizione svedese, il film di Raffaele Picchio è un capolavoro del cinema di genere che non ha nulla da invidiare alle produzioni spagnole o francesi che siano, tanto per citare le due scuole di pensiero attualmente più in voga nel panorama dell'horror puro e duro, senza compromessi. Basti pensare ad "Alta tensione" di Aja o i vari "Martyrs", "Rec" ecc. Non che ultimamente le produzioni di genere in Italia non vi siano state, anzi, basta ricordare "Il bosco fuori" di Albanese, il recentissimo "Paura 3d" dei Manetti Bros e altri, ma Morituris è un'opera che racchiude in sè tanti generi e sottogeneri oggi più conosciuti come il rap and revenge, l'exploitation, lo splatter, il gotico che nella prima parte scioccano e aggrediscono lo spettatore con scene violente, disturbanti, crude, realistiche e nella seconda parte come un urlo liberatorio entrano in scena i gladiatori-zombie che irrompono e mettono d'accordo tutti mi verrebbe da dire, "buoni" e "cattivi" per quanto riguarda i protagonisti, e "nostalgici" del cinema di genere e appassionati moderni per quanto riguarda noi che guardiamo il film. Il disagio, l'angoscia, la paura che si respirano durante la visione è merito di un indovinatissimo mix di tradizione e modernità, di azzeccatissime location, di una fotografia cupa, tenebrosa e con una colonna sonora evocativa, ed ovviamente la trama perfetta secondo me. La violenza che ci viene mostrata può sembrare eccessiva e gratuita anche al più incallito amante dell'horror, ma come affermato dallo stesso Picchio in una intervista in un certo senso la violenza nel contesto del film è "necessaria" , non c'è nessuna contemplazione o condanna "sociale" in ciò che succede, fa parte del corso degli eventi, e soprattutto fa parte di un prodotto di "intrattenimento" che vuole coraggiosamente riportare in auge l'horror tipicamente "italiano" senza se e senza ma. A mio avviso semplicemente unico e straordinario.
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