Love for Life

Film 2011 | Drammatico 100 min.

Anno2011
GenereDrammatico
ProduzioneCina
Durata100 minuti
Regia diGu Changwei
AttoriZiyi Zhang, Aaron Kwok, Wenli Jiang, Xuejian Li, Cunxin Pu, Baoqiang Wang .
MYmonetro 2,72 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Gu Changwei. Un film con Ziyi Zhang, Aaron Kwok, Wenli Jiang, Xuejian Li, Cunxin Pu, Baoqiang Wang. Genere Drammatico - Cina, 2011, durata 100 minuti. - MYmonetro 2,72 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 3 novembre 2011

In un piccolo villaggio cinese si diffonde il virus dell'AIDS in seguito a un traffico illecito di sangue.

Consigliato sì!
2,72/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 2,94
CONSIGLIATO SÌ
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Trailer
Un allucinante angolo di mondo tra sequenze di cupa drammaticità e sprazzi lirici.
Recensione di Marco Chiani
mercoledì 2 novembre 2011
Recensione di Marco Chiani
mercoledì 2 novembre 2011

Un traffico illecito di sangue condotto dallo spregiudicato Qi Quan porta alla diffusione del virus dell'HIV in un villaggio cinese, instaurando un rapporto di paura e diffidenza tra sani e infetti con i secondi presto condotti in una vecchia scuola trasformata in un'improvvisata casa di cura. A gestire la dolorosa vita dei contagiati è proprio l'anziano padre di Qi Quan e del più giovane De Yi, che si innamorerà presto della bella Qin Qin. Entrambi malati e sempre più indispensabili l'uno all'altra, sceglieranno insieme in quale modo condurre i loro ultimi giorni di vita.
Grazie alla voce di un bambino - in grado di osservare le azioni veramente dall'"alto" - siamo condotti senza invadenze in un allucinante angolo di mondo tra passaggi teneri e crudezze, sequenze di cupa drammaticità e sprazzi lirici. Già rinomato direttore della fotografia per i connazionali Zhang Yimou e Chen Kaige, regista premiato a Berlino con il notevole Peacock (2005), qui alla sua terza prova, Gu Changwei utilizza uno stile apparentemente frontale sia quando posa lo sguardo all'interno delle dinamiche della micro-società creatasi nella scuola lazzaretto sia nel seguire il rapporto d'amore tra i due malati di AIDS. Più riuscita rispetto alla prima parte, dove il ritmo s'innesca attraverso un uso poco inventivo della colonna sonora o mediante singole sequenze ad effetto, la dettagliata descrizione delle difficoltà affrontate dai due protagonisti per vedersi riconoscere la legittimità del loro legame diventa il cuore di una pellicola fino ad allora indecisa sul registro da tenere. L'asciuttezza del cineasta lascia poi il passo a momenti di straziante disperazione con dettagli che male si amalgamano nell'incerta partitura di questo requiem in rosso (oltre ad essere il colore del sangue, dunque del virus e della morte, è anche quello degli agognati certificati di matrimonio) su un tema capitale della contemporaneità. Dopo aver deciso di continuare a vivere, De Yi e Qin Qin scelgono, nonostante tutto, una strana forma di momentanea felicità, un amore per la vita totale, mentre, da parte sua, il cattivo e affarista Qi Quan rimane immobile in una sgradevole e troppo schematica cecità morale. Accompagnato ancora dalle parole del giovanissimo narratore, il predicatorio movimento di macchina verso l'alto con cui si chiude il film ne chiarifica in maniera esemplare la natura.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 3 novembre 2011
renato volpone

La malattia, la paura del contagio, la morte, la diffidenza, la sofferenza, l'amore grande del donarsi all'altro. Un film che può essere collocato in ogni tempo, attualissimo anche se rurale e antico. Quasi incomprensibile al suo inizio, ma  ti entra dentro nel suo svilupparsi e soffri per questa coppia che si forma, che tutti osteggiano, che tutti isolano, ma che nella [...] Vai alla recensione »

giovedì 3 novembre 2011
Giuseppe Simeone

"C'era una volta..." un bambino morto, che racconta la favola di una malattia diventata status sociale. L'AIDS, il male incurabile, che in un paesino sperduto tra le montagne cinesi, in cui la città è un miraggio, condannerà le vite di alcuni degli abitanti, fra cui quelle giovanissime di Qinqin e Diyao: entrambi sposati e ripudiati dai rispettivi coniugi, troveranno [...] Vai alla recensione »

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