Il primo uomo

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Un film di Gianni Amelio. Con Jacques Gamblin, Catherine Sola, Maya Sansa, Denis Podalydès, Ulla Baugué, Nicolas Giraud.
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Titolo originale Le premier homme. Drammatico, durata 98 min. - Italia, Francia, Algeria 2011. - 01 Distribution uscita venerdì 20 aprile 2012. MYMONETRO Il primo uomo * * * 1/2 - valutazione media: 3,83 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
fabrizio dividi domenica 22 aprile 2012
camus, memorie di uno straniero Valutazione 4 stelle su cinque
72%
No
28%

Se un bambino coltiva un germe di se stesso adulto, la società in cui vive ne presagisce la condizione futura. E' forse una delle chiavi di lettura possibili de "Il primo uomo", ma la forza che Amelio imprime alla sua ultima fatica è di riuscire a tessere più tele contemporaneamente, fino a fare dimenticare che il protagonista sullo schermo è lo scrittore feticcio Albert Camus. [+]

[+] eccellente (di writer58)
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writer58 mercoledì 25 aprile 2012
la peste ad algeri Valutazione 4 stelle su cinque
88%
No
12%

"Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia" (Camus, 1947). Camus è stato definito uno scrittore esistenzialista, un autore che scava nei turbamenti umani davanti al mistero e alla condanna (ma anche al dono) dell'esistenza. Gianni Amelio propone una rilettura del suo ultimo romanzo incompiuto "Il primo uomo" intrecciando passato e presente, infanzia e maturità, fede nella coesistenza e nell'integrazione con le dinamiche dell'integralismo e della radicalizzazione ideologica e religiosa. Jean Cormery, scrittore algerino che vive in Francia, torna ad Algeri nel 1957 per due ragioni: vuole diffondere un messaggio di coesistenza pacifica tra francesi e musulmani in un periodo di forti tensioni segnate dalla guerra di indipendenza del FLN contro la potenza coloniale della Francia e intende rivisitare il suo passato nel rapporto con la madre, con il suo antico maestro di scuola, con suo zio. [+]

[+] ricambio... (di fabrizio dividi)
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diomede917 sabato 21 aprile 2012
il regista di bambini Valutazione 4 stelle su cinque
82%
No
18%

Tratto dal romanzo postumo di Albert Camus, Il primo uomo è un viaggio dentro il proprio io del protagonista Jean Cormery scrittore stimato a livello mondiale (alter-ego dello stesso Camus) che arriva nella sua amata Algeria alla vigilia della guerra di Liberazione cercando di convincere gli studenti che la convivenza tra arabi e francesi sia possibile ed è l’unica via per una nuova Algeria.
Incontrando l’amata madre incomincia un percorso a ritroso nella memoria, alla ricerca di un padre mai conosciuto morto nella prima guerra mondiale per la Patria (ossia la Francia) e del senso di appartenenza alla propria terra.
In fase di presentazione il regista Gianni Amelio ha più volte evidenziato il parallelismo tra le pagine di Camus e la sua vita in Calabria…e in effetti la rappresentazione dell’Algeria anni ’20 ricorda molto il nostro meridione. [+]

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renato volpone lunedì 23 aprile 2012
la crescita interiore dell'uomo Valutazione 5 stelle su cinque
68%
No
32%

Il connubio Gianni Amelio e Albert Camus ci regalano un quadro poetico dell'Algeria, ma anche molto a cui pensare e, nel lento evolversi del racconto, forti emozioni che si aggrappano al cuore. La splendida fotografia sembra lasciarci negli occhi i caldi colori di questa terra e la sensazione di percepirne gli odori. Gli occhi del bambino, invece, ci accompagnano attraverso il racconto di un mondo lontano, che forse non esiste più, ma che è quanto mai attuale nella sofferenza, nell'amore e nella solitudine. Si parla di guerra, della grande guerra, ma anche della guerra civile, della guerra tra i popoli, tra le razze e le religioni. Si parla di amore, dell'amore materno, del rigore, ma anche del calore e dell'orgoglio della famiglia antica, si parla di quell'amore che fa dire alla madre "la Francia é bella, ma non ci sono gli arabi" e resta sola con i ricordi nella terra dei sogni e delle speranze. [+]

[+] la tua recensione è del tutto condivisibile (di melania)
[+] bella recensione (di melania)
[+] ok (di barone di firenze)
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heimat mercoledì 25 aprile 2012
camus, dernières séances Valutazione 4 stelle su cinque
70%
No
30%

Il Camus che noi tutti ci aspettiamo con il bavero alzato e con una gitanes pendente dal labbro, fine esistenzialista, scontroso e caustico nei dibattiti, capace nei suoi romanzi di dissimulare la realtà, a stento riusciamo a riconoscerlo nell' ultimo film di Gianni Amelio. L' intento del regista è quello di seguire con accuratezza il romanzo autobiografico dello stesso Camus facendo emergere al meglio aspetti dellla quotidianità e della giovinezza dello scrittore trascorsa ad Algeri .Appare indovinata la scelta di dissimulare il racconto sostituendo il nome dello scrittore con quello di Jean Cormery, che permette allo spettatore di scindere il personaggio scomodo e condizionante della realtà con quello privato e familiare che vediamo nel film. [+]

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giovanna lunedì 7 maggio 2012
il “primouomo” che è in tutti noi Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Una grazia speciale attraversa quest’ultimo lavoro di Gianni Amelio, in straordinaria sintonia con il filosofo francese, premio Nobel per la Letteratura nel 1957, prematuramente scomparso nel 1960 in un incidente automobilistico. Nel cinquantenario dalla morte se ne rievoca il pensiero anche con questo film, già premiato al festival di Toronto, ispirato al manoscritto trovato incompiuto e pubblicato, solo nel 1994, da Gallimard e in Italia da Bompiani. Vicende esistenziali lontane nel tempo e nello spazio, ma unificate dallo stesso slancio emozionale, uniscono i due: contesto familiare di drammatica povertà, valori familiari fortissimi, intelletto al servizio della conoscenza. Non importa che uno, Albert Camus, giovanissimo premio Nobel, si muova tra Parigi e Algeri nell’incandescente momento del conflitto franco-arabo, mentre l’altro, Amelio, prende le mosse dalla Calabria degli irrisolti problemi del nostro Meridione. [+]

[+] tanto di cappello (di pepito1948)
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renato volpone lunedì 23 aprile 2012
la crescita interiore dell'uomo Valutazione 5 stelle su cinque
59%
No
41%

Il connubio Gianni Amelio e Albert Camus ci regalano un quadro poetico dell'Algeria, ma anche molto a cui pensare e, nel lento evolversi del racconto, forti emozioni che si aggrappano al cuore. La splendida fotografia sembra lasciarci negli occhi i caldi colori di questa terra e la sensazione di percepirne gli odori. Gli occhi del bambino, invece, ci accompagnano attraverso il racconto di un mondo lontano, che forse non esiste più, ma che è quanto mai attuale nella sofferenza, nell'amore e nella solitudine. Si parla di guerra, della grande guerra, ma anche della guerra civile, della guerra tra i popoli, tra le razze e le religioni. Si parla di amore, dell'amore materno, del rigore, ma anche del calore e dell'orgoglio della famiglia antica, si parla di quell'amore che fa dire alla madre "la Francia é bella, ma non ci sono gli arabi" e resta sola con i ricordi nella terra dei sogni e delle speranze. [+]

[+] recensione bella e condivisibile (di melania)
[+] la francia è bella ma non ci sono gli arabi! (di francesca50)
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chiarialessandro mercoledì 16 maggio 2012
grande cinema italiano Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Per riuscire a nutrire qualche speranza di capire il presente è di fondamentale importanza la conoscenza del passato; dato che il presente lo viviamo mentre il futuro possiamo solo limitarci ad immaginarlo e a sognarlo, la conoscenza del passato è ancora più importante per poter sperare di decifrare una infinitesima parte di futuro. Questo film narra la storia di un uomo tenacemente alla ricerca delle sue radici e della sua infanzia, ripercorrendo con la memoria (in un viaggio a ritroso nel tempo) la storia della propria infanzia, storia nella quale si possono individuare sia una parte delle vicissitudini che sono germogliate e che hanno contraddistinto l’Algeria sia la genesi di quelle che saranno le vicissitudini della sua vita personale. [+]

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michela papavassiliou martedì 1 maggio 2012
un segno lungo un secolo Valutazione 3 stelle su cinque
69%
No
31%

Jean e' un bambino, interpretato dal bravo Nino Jouglet perfetto per la parte, di madre algerina e padre francese caduto in guerra e mai conosciuto. Cresciuto da una nonna dalla frusta facile analfabeta e nullatenente , vive con la madre, la bellissima attrice italo-iraniana Maya Sansa, che si ammazza di lavoro da mattina a sera per riuscire a malapena a campare. Nella umile dimora vive anche lo zio Etienne, lievemente ritardato, che si occupera' di lui amorevolmente e lo iniziera' alle fatiche del lavoro di sopravvivere portandolo con se' in fabbrica. Siamo negli anni '20, il ragazzo e' intelligente e frequenta con

profitto,tra mille difficolta' e privazioni, la quinta elementare. [+]

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filippo catani mercoledì 22 maggio 2013
un'opera autobiografica Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Algeria 1957. Un affermato scrittore decide di tornare a trovare l'anziana madre alla ricerca di notizie e impressioni sul padre mai conosciuto. Il viaggio sarà anche l'occasione per notare i grandi cambiamenti in atto nel proprio quartiere e più in generale nella Algeria stessa.
Davvero emozionante e commovente il film diretto da Gianni Amleio che si avvale di un ottimo cast e, mai come in questa occasione, anche di un validissimo cast di doppiatori. L'opera nasce dalla trasposizione di un romanzo uscito postumo del grande letterato francese Albert Camus. Il romanzo incompleto venne infatti rinvenuto nella macchina in cui Camus aveva trovato la morte insieme al proprio editore. [+]

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