cristiana narducci
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martedì 13 marzo 2012
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il bello delle donne
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Ispirato ad un fatto realmente accaduto, è un film corale, interpretato da attrici formidabili, di straordinaria espressività. La scena iniziale racchiude in sé la vita e la morte assieme: mentre un bimbo nasce, un altro non vedrà mai la luce. L'aridità della terra permea ogni singola scena, metafora dell'aridità interiore che necessita di essere vivificata dall'acqua, generatrice di vita per antonomasia in tutte le culture; qui simboleggia non soltanto il sostentamento, ma anche il fluire dei sentimenti, lo scorrere del tempo. Le donne del villaggio utilizzano lo "sciopero del sesso" come forma di lotta sociale, poiché il sesso è il mezzo attraverso il quale l'uomo ha espresso nei secoli il suo dominio: ma non è possedendo il corpo di qualcuno che se ne possiede l'anima.
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Ispirato ad un fatto realmente accaduto, è un film corale, interpretato da attrici formidabili, di straordinaria espressività. La scena iniziale racchiude in sé la vita e la morte assieme: mentre un bimbo nasce, un altro non vedrà mai la luce. L'aridità della terra permea ogni singola scena, metafora dell'aridità interiore che necessita di essere vivificata dall'acqua, generatrice di vita per antonomasia in tutte le culture; qui simboleggia non soltanto il sostentamento, ma anche il fluire dei sentimenti, lo scorrere del tempo. Le donne del villaggio utilizzano lo "sciopero del sesso" come forma di lotta sociale, poiché il sesso è il mezzo attraverso il quale l'uomo ha espresso nei secoli il suo dominio: ma non è possedendo il corpo di qualcuno che se ne possiede l'anima. Quindi i ruoli si invertono: riappropriandosi del diritto di disporre di sé stesse, rivendicano l'esistere non da subordinate, ma da individui meritevoli della medesima dignità. Interessante dal punto di vista etnoantropologico è l'uso che il regista fa del canto popolare, che scandisce il ritmo della vita quotidiana: è conforto nella disperazione, celebrazione di eventi lieti, aggregazione, rabbia, sfida... ma mai rassegnazione!
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osteriacinematografo
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mercoledì 21 marzo 2012
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l'amore, l'acqua, la tradizione
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La storia si svolge in un luogo mediorientale senza precise coordinate geografiche, perché è un luogo simbolico, del Corano e delle tradizioni islamiche.
In un territorio sperduto fra aride colline, le donne di un villaggio percorrono ogni giorno il tragitto tortuoso che le conduce a una sorgente d’acqua; le donne compiono abnormi fatiche per portare l’acqua nelle proprie case, a un costo carissimo: quasi tutte hanno perduto, in seguito a tali sforzi, alcuni dei figli che portavano in grembo.
Gli uomini sono per lo più disoccupati, e trascorrono al sole giornate inutili e improduttive, nell’attesa di un gruppo di turisti che ne alimenti l’ozio.
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La storia si svolge in un luogo mediorientale senza precise coordinate geografiche, perché è un luogo simbolico, del Corano e delle tradizioni islamiche.
In un territorio sperduto fra aride colline, le donne di un villaggio percorrono ogni giorno il tragitto tortuoso che le conduce a una sorgente d’acqua; le donne compiono abnormi fatiche per portare l’acqua nelle proprie case, a un costo carissimo: quasi tutte hanno perduto, in seguito a tali sforzi, alcuni dei figli che portavano in grembo.
Gli uomini sono per lo più disoccupati, e trascorrono al sole giornate inutili e improduttive, nell’attesa di un gruppo di turisti che ne alimenti l’ozio.
Mentre le donne seguono in modo ferreo le tradizioni tramandate da generazioni, gli uomini coltivano il nulla, in assenza di un lavoro, di una terra da difendere, nel vacuo ricordo degli antenati guerrieri, e osservano le proprie mogli soffrire e i propri figli morire accettando il fatto con stolida e passiva indifferenza.
In questo contesto, la giovane sposa Leila, una donna liberale e istruita venuta dal sud, tenta di aprire gli occhi alle donne della comunità, di renderle edotte della paese disparità cui le stesse sono sottoposte, e, con il sostegno della “Vecchia lupa”, convince parte di esse ad organizzare uno sciopero dell’amore, in base al quale non si concederanno più ai loro uomini finchè gli stessi non si adopereranno per risolvere in qualche modo il problema dell’approvvigionamento dell’acqua.
Gli scontri saranno inevitabili, in nome di una tradizione secolare e di una lettura del Corano mistificata e interpretata esclusivamente in favore del sesso maschile: emergeranno miriadi di problematiche, di sofferenze passate o presenti, fino a che non si renderà necessario un giusto compromesso fra le parti.
Radu Mihaileanu, già autore di opere quali “Train de vie” e “Il concerto”, realizza a modo suo un film difficile, affrontando lun certo fondamentalismo islamico con tocco lieve e un‘armonia narrativa capace di scrutare con garbo i microcosmi nascosti fra le mura domestiche del piccolo villaggio musulmano.
Mihaileanu mette in discussione quella parte della tradizione inquinata dall’irragionevolezza e dal rifiuto della modernità “buona”, ed utilizza a tal pro lo sguardo intenso di Leila, che illumina le coscienze delle sue sorelle dormienti e risveglia le stesse come il vento impetuoso del deserto da cui proviene. Gli occhi scuri dell’attrice francese Leila Bekhti incantano e travolgono grazie alla forza e alla sensualità di una consapevolezza che si traduce in riscatto sociale, sessuale, storico.
L’acqua, l’amore, la memoria, la consuetudine sono temi che s’intrecciano, ancora una volta, fra le trame di un film che dice la verità utilizzando un linguaggio schietto e pulito; il canto corale di quelle donne sottomesse rappresenta la rivalsa, la ribellione a un mondo che non c’è più, la fragorosa sferza in grado di colpire e affondare le ombre di un passato anacronistico e di bieche tradizioni che hanno smarrito i presupposti stessi della cieca ripetizione che le caratterizza.
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francesca50
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lunedì 19 marzo 2012
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da vedere per capire l'islam!
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Il film mi è molto piaciuto. E' poetico e molto interessante!
Chi però si illude che l'islam sia una religione come le altre dovrebbe vederlo senza paraocchi. Sono indietro di secoli, anche se fa "tenerezza" la loro semplicità!
L'islam li tiene in uno stato di arretratezza e non favorisce il cambiamento, Chi si illude di esportare la democrazia vada a vedere questo film e poi legga il Corano.
In fondo si pensi tutta una lotta per avere non l'acqua in casa o veri cambiamenti ma una fonte, più a portata di mano, come nelle piazze delle nostre città avevamo secoli fa.
E adesso non raccontatemi la bella favola che avremo un islam democratico! Certi fanatismi sono duri a morire e si pensi che il film rappresenta la società più aperta che c'è nel mondo islamico: il Marocco.
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Il film mi è molto piaciuto. E' poetico e molto interessante!
Chi però si illude che l'islam sia una religione come le altre dovrebbe vederlo senza paraocchi. Sono indietro di secoli, anche se fa "tenerezza" la loro semplicità!
L'islam li tiene in uno stato di arretratezza e non favorisce il cambiamento, Chi si illude di esportare la democrazia vada a vedere questo film e poi legga il Corano.
In fondo si pensi tutta una lotta per avere non l'acqua in casa o veri cambiamenti ma una fonte, più a portata di mano, come nelle piazze delle nostre città avevamo secoli fa.
E adesso non raccontatemi la bella favola che avremo un islam democratico! Certi fanatismi sono duri a morire e si pensi che il film rappresenta la società più aperta che c'è nel mondo islamico: il Marocco. Immaginate il resto, ma soprattutto ripeto leggete il Corano. Un libro più facile è Dimentica Le mille e una notte di Varvello. Leggete perlomeno quello, visto che la Fallaci è tabù; basterà per incominciare a capire, a meno che non siate proprio ottusi.
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[+] ehi ma conkicelhai?
(di kondor17)
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[+] il sinistrismo è fede, non ricerca di verità
(di misesjunior)
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renato volpone
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sabato 10 marzo 2012
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l'acqua simbolo di vita e amore
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Come sempre splendido Radu Mihaileanu che anche questa volta ci propone una grande lezione di vita. Siamo di nuovo in Oriente, nell'entroterra povero e antico, legato alle tradizioni e alla terra, ma che si affaccia sul moderno, dove il passato convive col futuro, straordinariamente riprodotto dal regista. E ancora una volta sono le donne ad essere protagoniste, a raccontarci la vita e il dolore, a insegnare. Ma il vero protagonista è l'essere umano con le sue miserie, il cuore piccolo e stretto, ma anche con una grande capacità di amare, ed è questo il messaggio del film, non restiamo legati ad antichi retaggi pur sapendo che sono sbagliati, guardiamo verso un futuro saggio e illuminato.
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Come sempre splendido Radu Mihaileanu che anche questa volta ci propone una grande lezione di vita. Siamo di nuovo in Oriente, nell'entroterra povero e antico, legato alle tradizioni e alla terra, ma che si affaccia sul moderno, dove il passato convive col futuro, straordinariamente riprodotto dal regista. E ancora una volta sono le donne ad essere protagoniste, a raccontarci la vita e il dolore, a insegnare. Ma il vero protagonista è l'essere umano con le sue miserie, il cuore piccolo e stretto, ma anche con una grande capacità di amare, ed è questo il messaggio del film, non restiamo legati ad antichi retaggi pur sapendo che sono sbagliati, guardiamo verso un futuro saggio e illuminato. Le donne non porteranno più l'acqua al villaggio, questa questa arriverà dalla fonte. ma l'insegnamento più grande è il saper dare valore all'amore, anche quello fisico. Grande film
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