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Immortali senza carisma

Il difficile rapporto tra mitologia e cinema americano.
di Roy Menarini

In foto Henry Cavill in una scena del film Immortals 3D di Tarsem Singh.
Henry Cavill (Henry William Dalgliesh Cavill) (40 anni) 5 maggio 1983, Jersey (Gran Bretagna) - Toro. Interpreta Teseo nel film di Tarsem Singh Immortals 3D.

lunedì 14 novembre 2011 - Approfondimenti

Per fortuna che il grande cinema italiano continua a suggerire forme cinematografiche e visive. Oggi persino Hollywood, e l’ambiziosissimo Tarsem Singh, continuano a citarci. Basta vedere come dentro Immortals compaiano riferimenti diretti a Medea di Pasolini e Satyricon di Fellini. Si tratta di mere suggestioni cromatiche, scenografiche e di costume, ma se Tarsem – invece che basare il proprio gusto su una mal compresa sensibilità da spot di lusso – ne avesse intuito anche il rapporto con le fonti letterarie della classicità, forse avrebbe reso un miglior servizio alla mitologia.
La scarsa riuscita a Hollywood dei film mitologici, non solo recenti, è spesso stata giustificata attraverso una doppia analisi. Da una parte, si tratta di un repertorio antico difficile da maneggiare per una cultura moderna come quella americana; dall’altra, la mitologia esprime uno spessore, una portata, che l'industria hollywoodiana ha sostituito nel tempo con una diversa sensibilità: il "mito" a Hollywood è proprio l'America, con i suoi archetipi, la sua natura, i suoi paesaggi, i suoi individui ora conquistatori ora nativi. Se c'è una metafisica, essa è biblica, come ben spiega il ritorno al mito e alla Genesi di un’opera come The Tree of Life. Il resto delle mitologie, Hollywood se le crea da sola, come nel caso di Guerre stellari, o le prende dal Novecento, come per la saga del Signore degli anelli.
Se queste riflessioni preliminari sono giuste, ciò spiega perché ci appaia sempre così ridicolo il ricorso a figure come Zeus o Atena, e perché la parodia della classicità ci sembri tanto evidente. Poco cambia, poi, che un film come Scontro tra titani cerchi la via più semplice del blockbuster "popcorn" e Immortals guardi al blockbuster chic. Il modello è sempre 300, e il momento della battaglia rimane quello principale per gli esperimenti tecnico-stilistici e la stimolazione estetica dello spettatore.
In più, la vita degli dei sopra le nuvole degli immortali pone altre difficoltà iconografiche. Come rappresentare le discussioni tra gli dei, mentre se ne stanno comodamente seduti dentro un tempietto al settimo cielo? Secondo Tarsem, non c'è problema: basta mostrarli esattamente così, e simulare i rari atterraggi di Giove & co. attraverso scie di luce dal cielo e tremolii della superficie terrestre. La terra trema, quando gli immortali si degnano di scendere tra di noi. Ai mortali non resta che ricorrere, invece che alla cultura, al culturismo, come fa il Teseo interpretato da Henry Cavill, o agli steroidi, come il re Iperione di Mickey Rourke, per cui in ogni caso abbiamo tifato, non fosse altro che per la sua antipatia verso gli abitanti della nuvoletta.

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