La collina dei papaveri

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Un film di Goro Miyazaki. Con Masami Nagasawa, Junichi Okada, Keiko Takeshita, Yuriko Ishida, Rumi Hiiragi.
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Titolo originale Kokuriko-Zaka Kara. Animazione, Ratings: Kids+13, durata 91 min. - Giappone 2011. - Lucky Red uscita martedì 6 novembre 2012. MYMONETRO La collina dei papaveri * * * - - valutazione media: 3,21 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
marcloud martedì 28 aprile 2020
poesia giapponese Valutazione 3 stelle su cinque
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Goro Miyazaki ci consegna un piccolo compendio di come avanzare verso il futuro, senza dover fare tabula rasa del passato. Lo fa con romanticismo e dolcezza, ambientando la sua storia nella Yokohama del 1963, sullo sfondo della contestazione studentesca e avendo come protagonista Umi, giovane ragazza che ha perso il padre nella guerra di Corea. Ottimo lavoro dello studio Ghibli, sempre all'altezza della narrazione che sceglie di inscenare.

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jackiechan90 venerdì 14 agosto 2015
un film sul passato che parla al presente Valutazione 4 stelle su cinque
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 Secondo film diretto da Goro Mihazaky, sotto la supervisione del padre Hayao, e sicuramente quello che ha avuto finora più successo, sia di critica che di pubblico. Pur mantenendo l’impostazione del padre, il film si discosta sotto molti aspetti dalla poetica mihazakiana. Viene, infatti, completamente abbandonata la componente favolistica di sogno a favore di un soggetto che potremmo definire “neorealista”, ambientato durante la ricostruzione del Giappone nel secondo dopoguerra, all’indomani delle Olimpiadi di Tokyo del 1964. Il film ricostruisce la vita in una scuola del Giappone gestita da alcuni gruppi scolastici. Tra questi vi è quello del “Quartier Latin”, un vecchio edificio abbandonato dove alcuni studenti si ritrovano per fare le loro attività. [+]

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jackiechan90 venerdì 14 agosto 2015
un film sul passato che parla al presente Valutazione 4 stelle su cinque
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Secondo film diretto da Goro Mihazaky, sotto la supervisione del padre Hayao, e sicuramente quello che ha avuto finora più successo, sia di critica che di pubblico. Pur mantenendo l’impostazione del padre, il film si discosta sotto molti aspetti dalla poetica mihazakiana. Viene, infatti, completamente abbandonata la componente favolistica di sogno a favore di un soggetto che potremmo definire “neorealista”, ambientato durante la ricostruzione del Giappone nel secondo dopoguerra, all’indomani delle Olimpiadi di Tokyo del 1964. Il film ricostruisce la vita in una scuola del Giappone gestita da alcuni gruppi scolastici. Tra questi vi è quello del “Quartier Latin”, un vecchio edificio abbandonato dove alcuni studenti si ritrovano per fare le loro attività. [+]

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ilaria pasqua venerdì 16 maggio 2014
il passato è importante Valutazione 3 stelle su cinque
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 Yokohama 1963. È il periodo successivo alla guerra e il Giappone sta cercando di rialzarsi in piedi.

Umi ha sedici anni e ogni mattina alza due bandiere di segnalazione marittima come faceva prima che suo padre morisse nella guerra di Corea 8 anni prima. Umi vive in una grande casa sulla collina dei papaveri con i fratelli e la nonna mentre la mamma, professoressa universitaria, è sempre assente.
Nell’ambiente scolastico è periodo di rivolta. Gli studenti discutono sulla necessità di salvare il Quartier Latin, edificio in cui hanno sede i club scolastici, fatiscente sì, ma che racchiude la storia dell’Istituto e della cultura. [+]

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piktor martedì 7 gennaio 2014
"semplice" poesia Valutazione 4 stelle su cinque
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A differenza di altre recensioni,considero questo film un piccolo gioiello e per certi versi quasi superiore ai capolavori di Miyazaki padre, che però ha collaborato alla sua realizzazione. La storia è semplice, forse troppo, seppur non diretta ai piccoli, ma lascia tutto lo spazio alla poesia dell'animazione che, complice la colonna sonora, tocca lo spettatore in maniera immediata e senza filtri. L'animazione non è perfetta, ma ciò la rende più umana, come due pianoforti che per quanto accordati non avranno mai lo stesso suono. Il ritmo delicato e raffinato, a tratti malinconico, permette di assaporare la cura degli sfondi, della scenografia e del momento storico; una su tutte il "Quartier Latin". [+]

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leo 1993 martedì 11 giugno 2013
un bel messaggio, sfondi stupendi, regia prolissa Valutazione 3 stelle su cinque
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 Siamo a Yokohama (Giappone) nei primi anni '60 qualche anno dopo della fine della guerra di Corea.

Le vicende si svolgono intorno al “Quartier Latin”: edificio storico utilizzato dai ragazzi della scuola limitrofa per ritrovarsi e riunirsi in gruppi, ciascuno appassionato di una particolare disciplina: ci sono i chimici, gli astronomi, un povero e grottesco ragazzo appassionato di filosofia che stenta a trovare seguaci, e poi c'è il club letterario che si occupa anche della redazione del giornalino scolastico. 
La protagonista è una studentessa di nome Umi, orfana del padre marinaio, in onore del quale issa ogni mattina due bandiere davanti a casa sua che possono essere viste dalle navi che transitano in quel tratto di mare su cui si affaccia l'abitazione. [+]

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tiamaster lunedì 25 marzo 2013
avanzare, ma mai dimenticare Valutazione 4 stelle su cinque
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Goro Miyazaki, figlio del celeberrimo Hayao Miyazaki che è, a mio parere, il più grande regista di film d'animazione mai vissuto (sì, a mio parere anche meglio di Walt Disney, basti vedere "La città incantata" o "Il castello errante di Howl"), dopo una non esaltante opera prima registica, ci regala "La collina dei papaveri", scritta proprio dal suo leggendario padre. Il tocco di Hayao si riconosce subito grazie ad una sceneggiatura stratosferica, ricca di contenuti come l'importanza di avanzare senza dimenticare il passato (rappresentata ovviamente dalla vicenda del Quartier Latin) e capace di costruire una qualità di rapporti tra i personaggi superiore anche a moltissimi film "reali". E con questo mi riferisco al amicizia tra i due prottagonisti (e ai colpi di scena legati ad essi), che propongono rifflesioni importanti e molto mature. [+]

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director's cult domenica 17 marzo 2013
senza il passato non si può costruire il futuro Valutazione 0 stelle su cinque
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  Alla sua seconda fatica, La collina dei papaveri è una sorta di romanzo di formazione di una generazione, quella degli anni Sessanta, ancora legata all'importanza della storia e del suo impatto sulla società, nonostante vivano il presente con curiosità e voglia di fare. 

Miyazaki opta per una storia lineare, dividendo la trama in due parti: la vita quotidiana di Umi, orfana di padre dedita alla famiglia in assenza della madre, e la passione che mette Shun nel collettivo, cuore pulsante del dissenso contro una società che non prende in considerazione il volere dei giovani nel rispettare le tradizioni. [+]

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director's cult domenica 17 marzo 2013
senza il passato non si può costruire il futuro Valutazione 0 stelle su cinque
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Alla sua seconda fatica, La collina dei papaveri è una sorta di romanzo di formazione di una generazione, quella degli anni Sessanta, ancora legata all'importanza della storia e del suo impatto sulla società, nonostante vivano il presente con curiosità e voglia di fare. Miyazaki opta per una storia lineare, dividendo la trama in due parti: la vita quotidiana di Umi, orfana di padre dedita alla famiglia in assenza della madre, e la passione che mette Shun nel collettivo, cuore pulsante del dissenso contro una società che non prende in considerazione il volere dei giovani nel rispettare le tradizioni. E tradizionale è anche lo stile di Goro, decisamente meno visionario del padre e più conformista così anche nelle tematiche affrontate, ma comunque è riuscito a coniugare la lezione del padre confezionando una storia delicata venata di nostalgia, enfatizzata dall'uso di colori tenui e crepuscolari che si "allontanano" volutamente dalla realtà odierna. [+]

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mauser mercoledì 14 novembre 2012
tavolozza di colori e buoni sentimenti Valutazione 4 stelle su cinque
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Goro Miyazaki non è Hayao e si vede, ma si riconosce una certa classe nel suo lavoro.
La collina dei papaveri probabilmente non è un capolavoro, ma è un buon film opportunamente farcito di attenzione, sapiente tecnica di animazione e una storia abbastanza interessante.
Con questo titolo lo Studio Ghibli ha puntato su una storia che negli anni '80 fu un autentico successo, combinazione di tantissimi ingredienti diversi dei più in voga all'epoca: rimaneggiando il manga originario per adattarlo al video il lavoro di talio e cucito è stato tanto, ma nel complesso il risultato animato non ha niente da invidiare a quello cartaceo, anzi riesce ad essere un mezzo addirittura più efficace per trasmettere i messaggi originali di aiuto reciproco, amicizia, solidarietà, rispetto di cultura e tradizione. [+]

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