I più grandi di tutti

Virzì racconta in agrodolce la banalità del successo

In un momento nel quale la nostra commedia all’italiana sta cercando, senza trovarlo, il suo centro di gravità permanente, perennemente in affanno da rincorsa verso i nostri cugini francesi, un film come questo di CarloVirzì rappresenta un piccolo segnale, se non di rinascita, almeno di speranza. La storia, apparentemente, è ritrita. Una band giovanile finita male si ritrova a distanza di anni in una sorta di reunion nostalgica che serve anche da bilancio della propria vita. Nulla di nuovo rispetto a tanti soggetti già visti sul grande schermo. [...]

di Maurizio Acerbi, articolo completo (2095 caratteri spazi inclusi) su Il Giornale 6 aprile 2012