Quasi amici |
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Un film di Olivier Nakache, Eric Toledano.
Con François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet.
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Titolo originale Intouchables.
Commedia,
durata 112 min.
- Francia 2011.
- Medusa
uscita venerdì 24 febbraio 2012.
MYMONETRO
Quasi amici
valutazione media:
3,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una vita in poltrona..di Frank SladeFeedback: 803 | altri commenti e recensioni di Frank Slade |
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martedì 15 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con molto coraggio ma sicuramente con grande passione i registi Olivier Nakache e Éric Toledano rivisitano il tema della malattia sul grande schermo. Stavolta si evitano i pietismi, le ovvietà e i sentimentalismi gratuiti che spesso ci condizionano deviandoci dalla vera realtà dei fatti, facendo invece spazio al gusto della spontaneità, della simpatia e dell'ironia che scorrono come sangue nelle arterie dell'amicizia. Il film racconta il rapporto di lavoro, prima, e di amicizia, dopo, tra un badante di colore, e disagiato, e un ricco e acculturato tetraplegico. Dopo le normali difficoltà iniziali nel creare e gestire un rapporto così complicato, i due iniziano ad essere complici di un'avventura spirituale e fisica dai contorni talvolta delicati ed emozionanti, talvolta mondani e viziosi. Il legame tra i due si fonda sull'ironia del giovane Driss, inizialmente forse involontaria, e sulla capacità invece di Philippe di cogliere il frutto di questa simpatia a tratti, addirittura, irriverente. Però è lo stesso Philippe, infatti, che esprime subito il desiderio di non ricevere gratuitamente pietà e tenerezza perchè non è quello che cerca lui, e probabilmente neanche quello che cercano i tetraplegici oggi. La certezza di avere una vita piena di cultura, di conoscenza, di ricordi permette al malato di sentirsi più vivo di tanti altri soprattutto da quando incontra Driss che lo rinvigorisce di linfa vitale, tanto da farlo reinnamorare di qualcuno. E allora forse ne deriva una lezione di vita e non solo una piacevole finzione che ci stacca dalla triste realtà della vita. Il messaggio che può trasparire riguarda anche il problema dell'eutanasia (in contrapposizione a una storia che racconta la stessa realtà "Il mare dentro") ricordandoci l'importanza e il significato della vita che non consiste solo nello stare in piedi, ma nel comunicare, nel vivere e nel respirare le emozioni con la passione di sempre. Philippe rappresenta moltissime persone che in queste condizioni preferiscono vivere, e vivono anche meglio di tanti altri perchè sanno come si vive, e soprattutto come si ama.
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