orson welles
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mercoledì 4 dicembre 2013
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o.o
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vito umberto
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mercoledì 16 ottobre 2013
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antropologia del capitalesimo
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L'apparenza inganna. Non si tratta di un film di fantascienza. bensì della metafora del vissuto quotidiano dell'epoca in cui abitiamo, fatta di una sottile alienazione che attraverso i meccanismi imperanti sottrae la vita di molti in favore di coloro che maneggiano il potere. La narrazione è incalzante e rende agevole la comprensione di quale sia il ruolo della polizia rispetto al mainstream e di come le tecnologie siano state utilizzate non per migliorare la società, ma per controllarla.
Il protagonista assume il ruolo di un nuovo Robin Hood, che come racconta la leggenda, difende un bene comune - in questo caso la vita - come fece nel Medio Evo l'eroe popolare di Sherwood che difendeva dai soprusi i diritti dei più deboli.
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L'apparenza inganna. Non si tratta di un film di fantascienza. bensì della metafora del vissuto quotidiano dell'epoca in cui abitiamo, fatta di una sottile alienazione che attraverso i meccanismi imperanti sottrae la vita di molti in favore di coloro che maneggiano il potere. La narrazione è incalzante e rende agevole la comprensione di quale sia il ruolo della polizia rispetto al mainstream e di come le tecnologie siano state utilizzate non per migliorare la società, ma per controllarla.
Il protagonista assume il ruolo di un nuovo Robin Hood, che come racconta la leggenda, difende un bene comune - in questo caso la vita - come fece nel Medio Evo l'eroe popolare di Sherwood che difendeva dai soprusi i diritti dei più deboli. Certo, dato il budget ridotto il film non si avvale di mezzi produttivi straordinari e questo potrebbe aver contenuto la brillantezza di una storia che riesce nell'intento di far riflettere su argomenti così poco frequentati
Vito Umberto
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jacopo b98
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domenica 15 settembre 2013
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un ottimo film di fantascienza
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In un futuro non precisato gli uomini crescono fino a venticinque anni e poi smettono di invecchiare perché sul loro braccio si attiva un cronometro a tempo. Quando quest’ultimo si esaurisce la persona muore. Bisogna perciò guadagnarsi tempo lavorando. Ogni cosa; cibo, vestiti, pedaggi autostradali; costa tempo. Il venticinquenne, da tre anni (quindi ventottenne) Will (Timberlake) riceve in regalo da un miliardario vecchio di oltre cento anni un secolo di vita. Il seguito alla morte del miliardario, la polizia si mette sulle tracce del giovane che intanto si trasferisce nella parte dei ricchi della città per un solo scopo: recuparare il tempo rubato dai ricchi per restituirlo ai poveri.
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In un futuro non precisato gli uomini crescono fino a venticinque anni e poi smettono di invecchiare perché sul loro braccio si attiva un cronometro a tempo. Quando quest’ultimo si esaurisce la persona muore. Bisogna perciò guadagnarsi tempo lavorando. Ogni cosa; cibo, vestiti, pedaggi autostradali; costa tempo. Il venticinquenne, da tre anni (quindi ventottenne) Will (Timberlake) riceve in regalo da un miliardario vecchio di oltre cento anni un secolo di vita. Il seguito alla morte del miliardario, la polizia si mette sulle tracce del giovane che intanto si trasferisce nella parte dei ricchi della città per un solo scopo: recuparare il tempo rubato dai ricchi per restituirlo ai poveri. Se il film di Andrew Niccol finisse entro la prima ora, sarebbe un quasi capolavoro, ma così non è: se la prima parte ci regala un folgorante ritratto di un mondo distopico ed alcune sequenze sono davvero grande cinema (la corsa per evitare la morte della madre [Wilde] che morirà tra le braccia di Will). Ma il film nella seconda parte rallenta un po’ e nonostante alcune belle scene si trasforma in un semplice e classico Robin Hood ambientato nel futuro. Non è brutta la seconda parte di In Time, è solo più banale della prima, così abbagliante, tesa e potente. Contribuiscono molto al tutto la regia fluida di Niccol (anche sceneggiatore e produttore), le musiche di Craig Armstrong e la fotografia di Roger Deakins, ma anche gli interpreti, capitanati da due giovani star hollywoodiane come Timberlake (The Social Network), che conferma il suo carisma di attore, e la Seyfried (Mamma mia!, Cappuccetto rosso sangue) che si dimostra attrice magnetica e (molto) sensuale.
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aldolg
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giovedì 12 settembre 2013
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solo per fans
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Il tempo è denaro si dice ... in un futuro dove biologicamente ci si ferma ai 25 anni nelle casseforti delle banche troveremo ... tempo. Malgrado il grosso impegno resta un filmetto ... Tematica: FUTURO
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Il tempo è denaro si dice ... in un futuro dove biologicamente ci si ferma ai 25 anni nelle casseforti delle banche troveremo ... tempo. Malgrado il grosso impegno resta un filmetto ... Tematica: FUTURO
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sharkl
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domenica 18 agosto 2013
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bellissimo!
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Non mi ha deluso per niente, quando sono andato a vederlo all'inizio pensavo che non mi avrebbe interessato più di tanto e invece mi ha fatto abbastanza entusiasmare.
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giampini
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mercoledì 20 febbraio 2013
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nn il solito film
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Ottimo film ;non il solito film scopiazzato storia originale con dei bei colpi di scena , finale con poca suspance ma cmq un bel film
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gerlock_holmes
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giovedì 14 febbraio 2013
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un po' robin hood un po' bonnie and clyde...
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idea originale (e di questi tempi già è una rarità) sviluppata a costi contenuti e forse con un po' di superficialità. I personaggi mancano di spessore e i dialoghi sono poveri, ma tutto sommato è godibile. Gli interpreti reggono abbastanza, la Seyfried è sempre bellissima qualunque cosa faccia (da cappuccetto rosso alla psicopatica internata), perfino Giustino sembra migliorato come attore anche se ha ancora tonnellate di pane da mangiare... Peccato per il picoolo, seppur significativo, ruolo di Olivia "13" Wilde stupenda come al solito.
Contrariamente ad altre recensioni io non sono d'accordo riguardo allo sviluppo di questa idea da parte di NOlan, non è detto che sarebbe stato un successo.
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idea originale (e di questi tempi già è una rarità) sviluppata a costi contenuti e forse con un po' di superficialità. I personaggi mancano di spessore e i dialoghi sono poveri, ma tutto sommato è godibile. Gli interpreti reggono abbastanza, la Seyfried è sempre bellissima qualunque cosa faccia (da cappuccetto rosso alla psicopatica internata), perfino Giustino sembra migliorato come attore anche se ha ancora tonnellate di pane da mangiare... Peccato per il picoolo, seppur significativo, ruolo di Olivia "13" Wilde stupenda come al solito.
Contrariamente ad altre recensioni io non sono d'accordo riguardo allo sviluppo di questa idea da parte di NOlan, non è detto che sarebbe stato un successo...poteva venire fuori un "pastrocchio"...vorrei ricordare che non tutto ciò che ha fatto Nolan è oro (vedi inception o batman begins)
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ultimoboyscout
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sabato 12 gennaio 2013
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vivere o morire...di tempo!
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Neozelandese trapiantato ad Hollywood, Andrew Niccol ha immaginato un futuro non troppo lontano in cui solo i ricchi restano giovani e vivi per sempre. Ma la ricchezza non rappresentata dal denaro, bensì dal tempo. Come la maggior parte delle sue storie, Niccol racconta di una società distopica in cui si smette di invecchiare a 25 anni, un caffè costa una manciata di minuti e Justin Timberlake, figlio bastardo di Gattaca, cerca un'utopica equalizzazione, aiutato da una bella e ricca ereditiera che decide di rischiare con lui e per lui la propria debordante quota di immortalità. Idea bellissima, originale ma costosa, cosa che dalle parti di Hollywood non va granchè bene ed è un binomio spesso perdente.
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Neozelandese trapiantato ad Hollywood, Andrew Niccol ha immaginato un futuro non troppo lontano in cui solo i ricchi restano giovani e vivi per sempre. Ma la ricchezza non rappresentata dal denaro, bensì dal tempo. Come la maggior parte delle sue storie, Niccol racconta di una società distopica in cui si smette di invecchiare a 25 anni, un caffè costa una manciata di minuti e Justin Timberlake, figlio bastardo di Gattaca, cerca un'utopica equalizzazione, aiutato da una bella e ricca ereditiera che decide di rischiare con lui e per lui la propria debordante quota di immortalità. Idea bellissima, originale ma costosa, cosa che dalle parti di Hollywood non va granchè bene ed è un binomio spesso perdente. E' un ottimo action thriller fantascientifico che condivide molto col già citato "Gattaca - La porta dell'universo" dello stesso Niccol, che va avanti spinto da motti tipo il tempo è denaro e chi ha tempo non aspetti tempo ma pensi a come spenderlo e viverlo e che denuncia un sistema gonfio di anomalie e ingiustizie. Si tratta di puro intrattenimento, non completamente riuscito ma piuttosto intelligente, Niccol ha qualche difficoltà con le sequenze action ma quegli avambracci numerati fanno pensare e perdonano più di qualche pecca. Ciò che comunque piace e colpisce (forte, molto forte!) è l'idea di base che scopre orizzonti sociologici a dir poco inquietanti e momenti di riflessione profonda e un tantino preoccupante, le deformazioni che il regista isola sono svariate e le deviazioni di quel genere umano sono i riflessi della nostra società. Al suo quarto lavoro da regista, Niccol, che è anche sceneggiatore di successo, si pone al centro dell'attenzione perchè, se gli attori non convincono del tutto e il film non passerà di certo alal storia, lui ha comunque vinto grazie alla sua visionaria idea che è una favolosa genialata.
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caribe1999
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mercoledì 2 gennaio 2013
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un film di fantascienza come dovrebbe essere
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Tanti film di fantascienza contemporanei propongono un "futuro" come pretesto per inserire un sacco di esplosioni realizzate con effetti digitali e alla fine il film è bello esteticamente, ma privo di originalità. "In Time" invece è stata una gradevole scoperta.
Il futuro che ci viene presentato è quasi indistinguibile dal nostro presente, anzi è un mix di passato e futuro con qualche dettaglio futuristico, ma anche i telefoni pubblici che non vediamo più sulle nostre strade. È un'ottima scelta perché in questo modo possiamo concentrarci sulla "visione", ovvero l'orologio genetico a cui tutti devono sottostare, senza rimanere abbagliati da mezzi volanti o teletrasporti.
L'orologio è l'elemento attorno a cui ruota la storia e l'ipotetica società.
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Tanti film di fantascienza contemporanei propongono un "futuro" come pretesto per inserire un sacco di esplosioni realizzate con effetti digitali e alla fine il film è bello esteticamente, ma privo di originalità. "In Time" invece è stata una gradevole scoperta.
Il futuro che ci viene presentato è quasi indistinguibile dal nostro presente, anzi è un mix di passato e futuro con qualche dettaglio futuristico, ma anche i telefoni pubblici che non vediamo più sulle nostre strade. È un'ottima scelta perché in questo modo possiamo concentrarci sulla "visione", ovvero l'orologio genetico a cui tutti devono sottostare, senza rimanere abbagliati da mezzi volanti o teletrasporti.
L'orologio è l'elemento attorno a cui ruota la storia e l'ipotetica società. Il film fa un accenno alle cause e alla situazione globale che di conseguenza si è venuta a creare e verrebbe voglia di scoprire dell'altro, ma secondo Hollywood un film deve durare solo un'ora e mezza e così abbiamo semplicemente la storia dell'eroe che di corsa sconvolge il sistema grazie alla sua generosità e al suo coraggio.
Insomma "In Time" è un film da vedere per poi fermarsi a pensare a cosa si potrebbe fare nell'ultimo giorno della propria vita. I bei film di fantascienza devono fare questo effetto.
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andre89lost
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martedì 1 gennaio 2013
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molto originale!
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Capita raramente di vedere dei film di azione che abbiano degli spunti interessanti come quelli presenti in "In Time".
Questa pellicola scorre via molto piacevolmente tra belle scene di azione e un po' di angoscia.
Consigliato.
Voto: 8
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