matteo manganelli
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domenica 17 novembre 2013
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ben venga corsicato
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Distrutto da critica e pubblico, "Il volto di un'altra", con i suoi 75.000 euro di incasso totale, in Italia, è stato uno dei flop più grandi del 2013. Ne ho letto male ovunque. Il regista, Pappi Corsicato, è stato accusato di ogni crimine artistico possibile, tra cui quello di aver rubato qua e la per assemblare un filmetto pretenzioso e vuoto. Mi trovo dunque a dover fare il bastian contrario. Probabilmente sono l'unico in tutto il paese ad aver apprezzato questa pellicola, difettosa e pretenziosa quanto volete, ma che almeno cerca di utilizzare il mezzo cinematografico nel migliore dei modi, ovvero quello di raccontare una storia per spiegare un concetto.
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Distrutto da critica e pubblico, "Il volto di un'altra", con i suoi 75.000 euro di incasso totale, in Italia, è stato uno dei flop più grandi del 2013. Ne ho letto male ovunque. Il regista, Pappi Corsicato, è stato accusato di ogni crimine artistico possibile, tra cui quello di aver rubato qua e la per assemblare un filmetto pretenzioso e vuoto. Mi trovo dunque a dover fare il bastian contrario. Probabilmente sono l'unico in tutto il paese ad aver apprezzato questa pellicola, difettosa e pretenziosa quanto volete, ma che almeno cerca di utilizzare il mezzo cinematografico nel migliore dei modi, ovvero quello di raccontare una storia per spiegare un concetto. Ed è inutile che la gente accusi Corsicato di fare l'Almodovar "de' noantri", per 2 ragioni: la prima è che, in questo film, la tematica della mutazione del corpo è solo un incipit per raccontare tutt'altro, la seconda è che, anche se ha rubato (in modo abbastanza maldestro, lo riconosco) uno stile di regia, ben venga il furto da Almodovar. Quando si copia, si copia solo i migliori. Corsicato accende tutte le luci, gira tutto sovraesposto, crea un mondo sopra le righe al fine di mettere il pubblico televisivo medio di fronte alla propria superficialità e per condannare la sfrenata ambizione dell'uomo attraverso la distruzione dei falsi miti televisivi. Corsicato, inizialmente, punisce i suoi personaggi nel finale, ma lascia intendere che i cattivi sono esseri superiori e che, purtroppo, sono detinati a cadere sempre in piedi. Interessante e imperfetto film, che mescola gli ingredienti senza raggiungere un sapore preciso, che supera comunque di gran lunga tutti i film di Checco Zalone e tutti i film di Brizzi. Premio per la buona volontà di averci almeno provato a fare qualcosa di diverso.
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gianleo67
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martedì 4 febbraio 2014
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breve prontuario di orrori catodici
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Bella,di nome e di fatto, è la celebre e acclamata conduttrice di un reality show,in crisi di ascolti, che ripropone i casi umani e le storie dei facoltosi e vanitosi clienti di una clinica specializzata in chirurgia plastica in cui opera il marito primario. Accordatasi con il consorte nel truffare la compagnia di assicurazione per un fortuito incidente stradale che sembra averla rovinosamente sfigurata, viene scoperta e ricattata da più persone fino al clamoroso disvelamento finale che gli regala un inaspettato e sorprendente successo di pubblico.
Commedia acida e surreale che centrifuga, nel calderone di una rocambolesca sequenza di contrattempi comici alla Monty Pyton, le sferzanti tematiche di una impietosa critica alla società dell'immagine ed al potere di mistificazione insita nella moderna (?) cultura dello spettacolo (televisivo e non).
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Bella,di nome e di fatto, è la celebre e acclamata conduttrice di un reality show,in crisi di ascolti, che ripropone i casi umani e le storie dei facoltosi e vanitosi clienti di una clinica specializzata in chirurgia plastica in cui opera il marito primario. Accordatasi con il consorte nel truffare la compagnia di assicurazione per un fortuito incidente stradale che sembra averla rovinosamente sfigurata, viene scoperta e ricattata da più persone fino al clamoroso disvelamento finale che gli regala un inaspettato e sorprendente successo di pubblico.
Commedia acida e surreale che centrifuga, nel calderone di una rocambolesca sequenza di contrattempi comici alla Monty Pyton, le sferzanti tematiche di una impietosa critica alla società dell'immagine ed al potere di mistificazione insita nella moderna (?) cultura dello spettacolo (televisivo e non). Riscattando la cifra miserabile di una variegata galleria di tipi umani accomunati da smodate ambizioni artistiche e dalle insane pulsioni di una irrefrenabile cupidigia, Corsicato imbastisce una intelligente trama di ricatti e sotterfugi, di tradimenti e (falsi) pentimenti, di camuffamenti e disvelamenti che da un lato celano i furbeschi intrallazzi di fraudolenti manovratori del dietro le quinte e dall'altro assecondano l'isteria di massa di una fremente platea para-televisiva in perenne attesa, in un gioco al massacro da cui nessuno pare essere risparmiato nell'apoteosi finale di una nauseante (nauseabonda) esondazione di acque nere (parafrasando Flaiano:"Un fiume di m...vi seppellirrà!").
Benchè si ravvisi un qualche cedimento del ritmo narrativo e un certo svicolamento di dialoghi e situazioni grottesche, si riconosce una impeccabile coerenza di un registro comico che rifugge facilonerie e scurrilità da avanspettacolo televisivo, puntando piuttosto sugli squarci onirici di una ammiccante eleganza formale (esilaranti le scene in bianco e nero che omaggiano le raffinate performance del cinema muto e gli spassosi siparietti da musical americano con avvenenti signorine in camice bianco). Ben servito da una divertente colonna sonora e dalle indovinate allusioni scenografiche di Andrea Crisanti, vanta un eccellente cast di attori giovani e belli (dalla brava Chiatti al sorprendente Preziosi) e di solide riconferme (Iaia Forte, attrice feticcio dell'autore), è un lodevole esempio di quella comicità surreale che ritorna periodicamente nella tradizione cinematografica nostrana come l'onda lunga di una latente suggestione felliniana. Praticamente passato inosservato alle kermesse festivaliere che contano e alla distratta platea nazionale, è senz'altro meritevole di una più attenta re-visione critica. Breve prontuario di orrori catodici.
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ultimoboyscout
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venerdì 4 aprile 2014
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il volto di pappi.
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Bella è conduttrice televisiva in fase calante. Il suo successo sembra destinato a sparire del tutto quando, a seguito di un incidente stradale, rimane gravemente sfigurata. Il marito René, noto chirurgo plastico, decide di sfruttare la situazione a vantaggio di entrambi. Pappi Corsicato rielabora Almodovar senza esserlo, si ispira a "La pelle che abito" coi toni della commedia, tra omaggi e citazioni al classico, racconta con sguardo tagliente (ma non troppo) e linguaggio onirico (anche troppo) l'attuale società dell'imamgine, mettendola alla berlina utilizzando un modo di raccontare particolarmente visivo. Lo stile è quello tipico del regista, pop e kitsch, l'ironia non è il suo punto di forza, ne esce una commedia surreale molto simbolica e molto retorica sulla superficialità dell'apparire, il solito eccessivo di Corsicato, che non porta a nulla, visto che siamo lontanissimi anche dal cinema di denuncia.
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Bella è conduttrice televisiva in fase calante. Il suo successo sembra destinato a sparire del tutto quando, a seguito di un incidente stradale, rimane gravemente sfigurata. Il marito René, noto chirurgo plastico, decide di sfruttare la situazione a vantaggio di entrambi. Pappi Corsicato rielabora Almodovar senza esserlo, si ispira a "La pelle che abito" coi toni della commedia, tra omaggi e citazioni al classico, racconta con sguardo tagliente (ma non troppo) e linguaggio onirico (anche troppo) l'attuale società dell'imamgine, mettendola alla berlina utilizzando un modo di raccontare particolarmente visivo. Lo stile è quello tipico del regista, pop e kitsch, l'ironia non è il suo punto di forza, ne esce una commedia surreale molto simbolica e molto retorica sulla superficialità dell'apparire, il solito eccessivo di Corsicato, che non porta a nulla, visto che siamo lontanissimi anche dal cinema di denuncia. Ma è anche un'allegoria sul mondo vuoto ed effimero della televisione, sul successo costi quel che costi e sulla plastificazione dell'aspetto, specie quello femminile. La storia è sviluppata male e anche i personaggi sono poco approfonditi, da l'idea di un carrozzone dalle tinte forti e farsesco che non raggiunge alcun obiettivo tra i tanti/troppi che si era preposto e che finisce in maniera del tutto inadeguata rispetto all'intero svolgimento della vicenda, ovvero in modo buonista e molto ottimista. Tutto è troppo caricato e coreografico, eccessivo e surreale, le premesse interessanti sono rimaste tali con Corsicato che si conferma ottimo cinefilo e citazionista ma nulla più, confezionando un film che non si può non definire ridicolo, il peggiore a occhio e croce della sua filmografia.
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dandy
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domenica 10 gennaio 2016
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realtivamente innocuo.
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Questa volta il regista(anche sceneggiatore)tenta di unire al suo stile una critica al mondo della chirurgia come simbolo di una società schiava dell'apparenza televisiva.Ma il tutto viene annacquato dallo sfogo(o spreco)di talento nel mettere in scena fantasie varie(bianco e nero che lascia perplessi i protagonisti,incubi,accostamenti visivi audaci,intermezzi musicali)e citazioni a raffica(i fratelli Cohen,Franju,Almodovar[di cui Corsicato era stato assistente],Gilliam,ecc...).Rispetto ai lavori precedenti anche da questo punto di vista si vola piuttosto basso,malgrado l'ironia non manchi.Certe trovate si ripetono mentre altre girano a vuoto(il coro dei ventriloqui;la tratta nel negozio di animali impagliati)e soltanto nel finale c'è un'idea davvero azzeccata.
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Questa volta il regista(anche sceneggiatore)tenta di unire al suo stile una critica al mondo della chirurgia come simbolo di una società schiava dell'apparenza televisiva.Ma il tutto viene annacquato dallo sfogo(o spreco)di talento nel mettere in scena fantasie varie(bianco e nero che lascia perplessi i protagonisti,incubi,accostamenti visivi audaci,intermezzi musicali)e citazioni a raffica(i fratelli Cohen,Franju,Almodovar[di cui Corsicato era stato assistente],Gilliam,ecc...).Rispetto ai lavori precedenti anche da questo punto di vista si vola piuttosto basso,malgrado l'ironia non manchi.Certe trovate si ripetono mentre altre girano a vuoto(il coro dei ventriloqui;la tratta nel negozio di animali impagliati)e soltanto nel finale c'è un'idea davvero azzeccata.Non tanto la pioggia di feci(banale metafora)quanto l'accettazione entusiasta della rivelazione di Bella,emblema di un'Italia ignobile smaniosa di mostrarsi(l'odiosa famigliola che "è arrivata per prima" e sta sempre davanti alle telecamere)e talmente lobotomizzata dal gossip da perdonare qualsiasi bassezza ai suoi "miti".Apprezzabile,carino magari.Ma c'è molta più cattiveria e satira grottesca nella serie di "Nip Tuck".
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flyanto
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lunedì 15 aprile 2013
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quanto si è disposti a fare al fine del successo
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Film in cui si narra di una bella attrice di successo (Laura Chiatti) che viene estromessa dal team della produzione dell'emittente televisiva dal suo programma di successo in quanto ormai non più originale come volto da proporre al pubblico. Da un susseguente incidente automobilistico in cui la stessa incappa che le trasfigura il viso, con l'aiuto anche del marito chirurgo plastico, l'attrice decide di riproporre nuovamente la sua presenza in tv attraverso la rappresentazione in diretta della ricostruzione del proprio volto. Il regista Pappi Corsicato qui coglie l'occasione per affrontare varie tematiche, ormai fin troppo ben conosciute, che purtroppo regolano e, direi, imperano nella vita e nella società contemporanee, mostrando quanto infido ed effimero sia il mondo dello spettacolo e quanta intensa ed infinita sia la brama di avere successo ed essere popolari agli occhi della gente comune nonchè quanto senza scrupoli e morale sia la propria disponibilità al fine di raggiungere tutto ciò.
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Film in cui si narra di una bella attrice di successo (Laura Chiatti) che viene estromessa dal team della produzione dell'emittente televisiva dal suo programma di successo in quanto ormai non più originale come volto da proporre al pubblico. Da un susseguente incidente automobilistico in cui la stessa incappa che le trasfigura il viso, con l'aiuto anche del marito chirurgo plastico, l'attrice decide di riproporre nuovamente la sua presenza in tv attraverso la rappresentazione in diretta della ricostruzione del proprio volto. Il regista Pappi Corsicato qui coglie l'occasione per affrontare varie tematiche, ormai fin troppo ben conosciute, che purtroppo regolano e, direi, imperano nella vita e nella società contemporanee, mostrando quanto infido ed effimero sia il mondo dello spettacolo e quanta intensa ed infinita sia la brama di avere successo ed essere popolari agli occhi della gente comune nonchè quanto senza scrupoli e morale sia la propria disponibilità al fine di raggiungere tutto ciò. La sua critica è palese ma il regista partenopeo non denuncia ciò in maniera severa ed autoritaria ma seguendo il suo stile leggero, canzonatorio e divertente che può richiamare in alcune parti, come in altre sue pellicole precedenti, Pedro Almodovar, ma senza ricorrere alle situazioni estreme ed assurde del regista spagnolo ed ai suoi dialoghi esplicitamente disinibiti. C'è da aggiungere poi che tutti gli attori, da Laura Chiatti, ad Alessandro Preziosi nella parte del marito chirurgo plastico ed a Iaia Forte, attrice ormai feticcio di Corsicato, nella parte della madre superiore che sovrintende alla clinica, risultano perfettamente calati e credibili nei propri personaggi e ciò pertanto risulta come un elemento a favore per la riuscita della pellicola. Insomma, una commedia nel complesso senza grosse pretese ma altamente piacevole per la sua ironia che fa trascorrere sicuramente in modo spensierato circa un'ora e mezza di tempo.
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renato volpone
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sabato 13 aprile 2013
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tra l'onirico e il surreale
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Pappi Corsicato attine a piene mani da Almodivar e Bunuel per costruire questa storia a metà tra l'onirico e il surreale. La conduttrice di un noto programma televisivo viene licenziata, oggetto di un incidente d'auto viene ricoverata col volto insanguinato nella clinica del marito chirurgo plastico. Qui, con la promessa di un volto nuovo, corrono curiosi i giornalisti e la gente comune, incuranti di un asteroide che sta per colpire la terra. Nasce in un momento, sui verdi prati antistanti la clinica, un vero e proprio luna park delle vanità. Metafora di una società superficiale e corrotta che guarda solo al denaro e all'immagine, il film è un meló che sembra uscito da una puntata di "Nip & Tuck".
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Pappi Corsicato attine a piene mani da Almodivar e Bunuel per costruire questa storia a metà tra l'onirico e il surreale. La conduttrice di un noto programma televisivo viene licenziata, oggetto di un incidente d'auto viene ricoverata col volto insanguinato nella clinica del marito chirurgo plastico. Qui, con la promessa di un volto nuovo, corrono curiosi i giornalisti e la gente comune, incuranti di un asteroide che sta per colpire la terra. Nasce in un momento, sui verdi prati antistanti la clinica, un vero e proprio luna park delle vanità. Metafora di una società superficiale e corrotta che guarda solo al denaro e all'immagine, il film è un meló che sembra uscito da una puntata di "Nip & Tuck". Con una recitazione impostata, molto teatrale, i personaggi si muovono come in un quadro di Magritte, ma ricordano anche il "carosello" degli anni '70, per arrivare poi a ricordare il mitico Fantozzi e la sua, perdonate l'espressione, "cagata pazzesca" nel vero senso del termine. Alessandro Preziosi inadatto al ruolo, brava la Chatti, ma il film comunque non riesce a decollare con uno stile che sarebbe stato più adatto qualche decennio fa.
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