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I guardiani del destino, il racconto

Dalla fantasia di Philip K. Dick, il racconto che ha ispirato la pellicola omonima.
di Fabio Secchi Frau


martedì 21 giugno 2011 - Libri

La recensione ***
Un agente immobiliare cerca di capire se è veramente un uomo oppure un androide. Ma più va alla ricerca della verità, più tutto intorno a lui sembra farsi più nervoso e ingannevole. Come capire chi è e da dove viene? Neanche sua moglie riesce ad aiutarlo? Da queste poche righe si delinea il racconto breve (ed. Fanucci, 2001) di Philip K. Dick, scrittore che ci abituò a miscelare la crime story con robuste iniezioni di fantascienza. Uno stile agro che Dick punta a rendere esemplificativo di tutto il suo corpus letterario. Il dito nella piaga sociale dell’alienazione entra qui con tutta la sua evidenza, i personaggi – su tutti quello del protagonista Eddie Fletcher – hanno una vita nevroticamente giusta per rappresentare i borghesi contemporanei tipo. Si parla di un piccolo grande pezzo di pura genialità. Dick, del resto, è sempre stato un autore integro, di impegno e che aveva una cura per i dettagli su tutto ciò che la sua macchina da scrivere metteva nero su bianco, con qualche guizzo di imprevedibilità che ha fatto di lui un Autore davvero imperdibile.

In sintesi
La vita di Eddie Fletcher, agente immobiliare, potrebbe essere una vita comune a quella di tutti gli altri. Ma se fosse stato tutto programmato? Se ciò che stesse vivendo fosse frutto di una decisione presa da estranei? E il sospetto diventa lentamente una certezza… E allora, non rimane che la fuga.

L’autore
Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928 e muore a Santa Ana il 2 marzo 1982. Famosissimo autore di fantascienza sia in patria che all’estero, frequenta l’Università di Berkeley, ma non continua gli studi per protestare contro la guerra di Corea. Trovato un lavoro come commesso in un negozio di vinili e dopo essersi sposato, comincia a scrivere e a far pubblicare i propri racconti in riviste specializzate, parallelamente fa uso di stupefacenti (anfetamina) che lo porteranno poi alla depressione cronica, ma anche a scrivere le sue opere migliori: “Il cacciatore di androidi”, “Ubik”, la “Trilogia di Valis”, “Ricordiamo per voi”, “Rapporto di minoranza”, “Impostor”, “Modello Due”, e “Un oscuro scrutare”. Morirà di infarto cardiaco.

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