Advertisement
Dieci anni di Harry Potter chiusi in un hangar

Bilancio di una saga.
di Gabriele Niola

Daniel Radcliffe (Daniel Jacob Radcliffe) (34 anni) 23 luglio 1989, Londra (Gran Bretagna) - Leone. Interpreta Harry Potter nel film di David Yates Harry Potter e i doni della morte - Parte II.

venerdì 15 luglio 2011 - Approfondimenti

Otto lungometraggi e dieci anni di lavoro per creare di film in film un mondo intero che in parte è frutto di computer grafica e in parte è stato realmente costruito. L’uscita di Harry Potter e i doni della morte Parte II, ultimo capitolo della saga del mago di Hogwarts, è stata l’occasione per un bilancio di dieci anni di attività del cast e della troupe.
Dai comprimari agli scenografi fino agli artisti del trucco e dei moltissimi effetti speciali costruiti a mano, il mondo di Harry Potter era tutto contenuto in un gigantesco hangar una volta di proprietà della Rolls Royce (quando faceva aerei), e dal 2001 ufficialmente il luogo più simile ad Hogwarts che esista sulla Terra. Per la sua durata eccezionale e per il periodo in cui si è sviluppata, quella tratta dai libri di J. K. Rowling probabilmente è l’ultima saga cinematografica con un’anima divisa tra il vecchio modo di fare fantasy (tutto manichini e pupazzi animatronic) e il nuovo (animazione in computer grafica ed effetti speciali all’avanguardia).

Il vero (finto) mondo di Hogwarts
“Non ci crederete ma non è stato un lavoro difficile, era tutto scritto nei libri” così Stewart Craig, capo scenografo dell’intera saga, spiega in breve i presupposti di un lavoro che, partito per creare qualche piccolo ambiente per il primo film, è diventata l’opera più ambiziosa della sua vita professionale. Perchè se i libri erano fondamentali, c’erano poi anche molti dettagli non scritti su carta (dall’arredamento, alle suppellettili fino ai molti sfondi), per tutto questo è stata necessaria un’operazione inventiva e creativa che aveva un unico punto fermo, fermare le lancette al 1950: “Ad Hogwarts non hanno bisogno di tecnologia, quindi tutto è fermo allo stile degli anni ‘50. Anche perchè l’importante è che la scuola comunichi un senso di istituzione secolare”.
Eppure l’idea non è sempre stata quella di creare un mondo intero: “All’inizio cercavamo sempre di usare location vere che riadattavamo ma andando avanti abbiamo cominciato a costruire quel che ci serviva, di fatto dando vita ad un piccolo mondo”.
Per dare un’idea dello sforzo compiuto basti dire che il reparto di scenografia di Harry Potter era talmente sviluppato che anche quando si è cominciata ad utilizzare in maniera massiccia la tecnologia del green screen (ovvero l’utilizzo di fondali creati al computer), il lavoro non è cambiato molto: “Se prima utilizzavo dei programmi per disegnare e progettare quel che poi realizzavamo ora progettiamo allo stesso modo e poi realizziamo al computer quel che non conviene fare con legno e latex. Che si usi o no il digitale comunque oggetti e ambienti vanno progettati e costruiti”.

Quanto sono reali i mostri digitali
Lo stesso discorso vale per i molti effetti speciali. Il reparto prostethics (ovvero protesi, pupazzi, trucchi e sculture) messo in piedi per la saga di Harry Potter è tra i più avanzati al mondo e ad oggi il grande magazzino dove risiedono moltissime delle creature viste negli 8 film è un grande miscuglio caotico di materiale che “non può essere spostato perchè non passa attraverso le porte” spiegano i responsabili.
E’ il caso del grande drago della caverna, un pupazzo a grandezza quasi naturale che sputa realmente fuoco grazie ad un lanciafiamme vero contenuto nelle sue fauci, dotato di una gittata di 12 metri perchè “quando devi recitare fingendo ci sia un drago e davanti a te c’è un drago che sputa davvero fuoco, beh è meglio!”.
Ma non solo, il magazzino è pieno di pupazzi anch’essi a grandezza quasi naturale, che ritraggono molti degli attori, Daniel Radcliffe in primis. Si tratta di fantocci, spesso animati con meccanismi robotici noti come animatronic, che vengono usati quando la storia prevede che un personaggio ne trasporti un altro per un tratto. In questo modo si possono fare diversi ciak in tranquillità, poichè il fantoccio non pesa come l’umano. Quello che stupisce però è il dettaglio: “Siamo passati negli anni dal solito latex ad un silicone allo stato dell’arte che anche al contatto fisico sembra pelle. In più infiliamo peli e capelli uno per uno in modo che anche in caso di inquadrature ravvicinate rimanga intatto il senso di realismo”.
Le ultime creazioni in ordine di tempo, quelle che sono state usate in Harry Potter e i doni della morte Parte II sono tutte molto piccole e pensate per non essere notate, come ad esempio delle protesi per Daniel Radcliffe che simuleranno la sua “distorsione” a causa di un incantesimo e una serie complicata di trucchi utili a rendere credibile la terribile ferita inferta a Ron Weasley.
Al digitale infine si fa molto ma si tratta di piccoli ritocchi, un esempio perfetto è il trucco di Lord Voldemort, tutto reale tranne per il naso “che non possiamo levare senza fare male a Ralph Fiennes e allora semplicemente viene rimosso in postproduzione”.

Gli abitanti di Hogwarts
Ma in questi dieci anni i veri abitanti dell’hangar Rolls Royce sono stati gli attori che hanno iniziato bambini e ora finiscono più che adolescenti. Per loro la saga non è un’esperienza professionale che viene dopo altre ma la prima e per il momento l’unica. Il cinema e la vita che si incrociano, attori che crescono e personaggi che invecchiano, per un’idea di messa in scena che lascia le sue tracce su chi vi ha preso parte.
“Negli anni io e Ron ci siamo fusi fino a diventare una persona sola. Mi mancherà” confessa Rupert Grint guardandosi indietro, mentre guardando avanti all’ultimo film si dice “eccitato all’idea di vedermi con 25 anni di più, già mi hanno fatto incontrare i miei figli e la cosa mi ha spaventato non poco”.
“Nasciamo come i clown della scuola ma sempre di più diventiamo una parte importante della resistenza” spiegano invece i gemelli Phelps “Nel 4° film abbiamo noi la mappa utile alla risoluzione finale, mentre nel quinto ci dimostriamo uomini d’affari più maturi. Sempre di più negli anni siamo diventati figure serie e professionali”.
Mentre per Tom Felton l’esperienza della saga ha avuto anche ripercussioni nel mondo reale: “Interpretare Draco Malfoy vuol dire che per strada i bambini ti riconoscono e ti guardano male. Alcuni hanno paura altri ti intimano di lasciar in pace Harry Potter. Per questo sono contento di come alla fine il destino di Draco sia molto lasciato all’intepretazione degli spettatori”.
Infine la più malinconica sembra Evanna Lynch, fan accanita del mondo Potter scelta nel 2007 per interpretare Luna Lovegood, potendo partecipare “solo” a 4 film: “Luna è un personaggio pazzesco a cui si ricorre quando tutto sembra caotico. Lei è sempre lì calma. Negli anni ho capito che la sua vera forza e nel non sentire il bisogno di adattarsi a nulla. Ma avrei voluto ci fossero ancora altre storie da raccontare su di lei”.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati