Hanna

La risposta, almeno per questa volta, non è Hanna! Per tutti gli altri, o quasi, è lei la responsabile: abile, coraggiosa, forte, spietata. Non fatevi ingannare dai lunghi capelli biondi arruffati, dallo sguardo limpido da bambina: la protagonista del film di Joe Wright, interpretata da una promettente e giovanissima Saoirse Ronan, potrebbe tenere agevolmente il confronto con Salt della staminica Angelina Jolie e nulla sembra fermarla! Tutto in questo film diventa altro: il presunto padre è un'agente della CIA che si è dato all'esilio volontario, un'alta funzionaria americana sempre della CIA conosce a menadito le pieghe dell'undreground pseudo neo nazi, il tenutario di un bordello non è che un assassino feroce sotto copertura, una famiglia di vacanzieri in Marocco nasconde anche lei chissà quali fratture di luci e ombre. E Hanna corre, dalle tundre finlandesi innevate, nei tunnel di basi segrete sotterranee del deserto nord africano (ma come ci è arrivata? ci si domanda, ma solo alla fine del film), nel deserto infuocato marocchino, per le strade di varie città dalla Spagna alla Germania, fino nel tunnel della bocca del lupo nel dismesso parco dei divertimenti di Spreepark di Berlino (ma non doveva andare a Lipsia? Ci si domanda, ma sempre all'uscita della sala). Dietro la sua corsa si infittisce un mistero torbido ed oscuro, che tratteggia implicitamente diverse femminilità negate: dalla inossidabile cacciatrice Marissa Viegler (Cate Blanchett), alla madre sacrificata, alla nonna assassinata. Non c'è tregua infatti in qusto film, che si può annoverare a pieno diritto nel genere "Escape". Un accenno di trama: cresciuta in un ambiente gelido e ostile, addestrata dal padre (Eric Bana) a essere sempre reattiva (anche mentre dorme!), Hanna, in piena adolescenza, decide un giorno che è pronta per affrontare il mondo degli umani e subito si scontra con la potente CIA manovrata dalla perfida Marissa. Dotata di qualità superiori e di una cultura enciclopedica, ma totalmente priva di esperienza del mondo civile, la giovanissima eroina ha una missione da compiere: raggiungere il padre a Lipsia, in via Grimm. All'appuntamento si presenteranno per la resa dei conti tutti gli avversari ed il misterioso passato di cavia di un esperimento genetico per creare il (o in questo caso la) supersoldato.
Fin qui una trama da Blockbuster, eppure il film  coinvolge alla visione e trascina con buon ritmo nel susseguirsi degli eventi. La fotografia è magistrale e respira in simbiosi con un sonoro d'impatto trascinante ed adrenalinico dei Chemical Brothers. Qualche dubbio sulla sceneggiatura, a mio avviso troppo funambolica, che lascia molte domande per le interpretazioni più disparate. Resta il sospetto di un ridondante esercizio di stile, che carica a mio avviso in maniera esagerata simboli e metafore, senza una visione d'insieme ed in maniera spesso facile.
Vedremo come andrà al botteghino, ma sembra che sentiremo parlare ancora della dura Hanna e forse non ne avremo ormai più voglia. Forse avrei preferito lasciare i fratelli Grimm nelle favole, senza scomodarli in un truce ingorgo del pulp post moderno.