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Un Cappuccetto Rosso geneticamente modificato

Hanna e il ritorno del film-videoclip.
di Edoardo Becattini

Saoirse Ronan in una scena del film Hanna di Joe Wright.
Saoirse Ronan (30 anni) 12 aprile 1994, Ardattin (Gran Bretagna) - Ariete. Interpreta Hanna nel film di Joe Wright Hanna.

lunedì 8 agosto 2011 - News

A parte Joe Wright, ci sono forse solamente altri due registi che avrebbero potuto tradurre in immagini un progetto come quello di Hanna. Questa favola dark su di una giovane adolescente addestrata come una perfetta macchina da guerra è una di quelle tracce sintetiche ed essenzialmente futuribili, esili ma drammaturgicamente perfette, che avrebbero potuto attirare un Danny Boyle alla ricerca di un nuovo concitato esercizio di stile in giro per l'Europa, dopo esser rimasto intrappolato in un canyon per 127 ore; oppure un Tom Tykwer in vena di riscoprire i vari finali possibili di un frenetico inseguimento per le vie di Berlino, dopo quel prototipo di film-videogame che fu Lola corre.
Invece, l'organizzazione visiva delle tappe del viaggio di questa eroina è toccata al regista di Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione, che con gli altri due condivide una sensibilità da autore europeo e un'inclinazione ai virtuosismi stilistici e ai peculiari accordi ritmici fra immagini visive e immagini sonore. Il fatto che in Hanna queste ultime vengano lavorate dai suoni galvanizzanti e dalle distorsioni sintetiche dei Chemical Brothers, impone che le intuizioni visive si muovano alla velocità degli effetti dell'elettronica e che la sperimentazione tecnica divenga una questione di techno beat.

Piano-sequenza
Wright, per quanto più ispirato rispetto a Boyle e Tykwer da riferimenti pittorici e letterari di gusto neoclassico, aveva infatti già dato sfoggio nelle sue trasposizioni dai romanzi di Jane Austen e Ian McEwan di notevoli prodezze tecniche, arrivando a costruire in Espiazione un lungo piano sequenza di quasi cinque minuti in mezzo ai superstiti della battaglia di Dunkerque, o ancora, una partitura sonora dove la musica (premiata con l'Oscar) si sviluppava gradualmente a partire dal battere dei tasti sulla macchina da scrivere della piccola Saoirse Ronan.
La stessa attrice la ritroviamo in Hanna a interpretare una sorta di Cappuccetto Rosso coi riflessi di Nikita: una principessa delle fiabe geneticamente modificata, addestrata per uccidere e tuttavia incapace di non avere uno sguardo puro e innocente sul mondo che si appresta a scoprire per la prima volta. Nel suo viaggio dal Marocco a Berlino alla ricerca di quel “lupo cattivo” che come l'ha creata vuole adesso distruggerla, Hanna scopre paesaggi e oggetti, sentimenti e affetti che fino a quel momento le erano stati preclusi. Allo stesso modo, Wright esplora vari stili visivi: camere che girano a 360 gradi, effetti stroboscopici, corse frenetiche riprese da angolazioni impossibili. Ogni momento di tensione è buono per pompare al massimo le casse di suoni elettronici e sperimentare un nuovo vezzo stilistico.

Techno d'autore
I Chemical Brothers, oltre che come uno dei gruppi internazionalmente più riconosciuti nell'ambito della musica elettronica, sono d'altronde un duo famoso anche per utilizzare i video come parte essenziale tanto dei propri live set, che come luogo di promozione e di innovazione estetica. I loro videoclip sono stati diretti, fra gli altri, da Michel Gondry o Spike Jonze, ed è a quel tipo di lavoro sull'immagine che Wright si ispira. Il suo modo di riprendere le scene d'azione è frenetico, sincopato, ma anche estremamente virtuoso e aggraziato. Un esempio? La sequenza in cui Eric Bana giunge a Berlino e viene braccato da numerosi agenti della CIA è un combattimento che presenta una coreografia degna di Matrix. Eppure, anziché puntare sul montaggio frammentato o sulle dilatazioni temporali, Wright realizza il tutto in continuità, seguendo Bana da quando scende dal suo bus fino al momento in cui ha atterrato l'ultimo degli agenti che gli davano la caccia.
Certo, all'interno del film non mancano anche gli effetti flickering, le sequenze in ralenti o i funambolismi della macchina da presa. Ma il piacere visivo non si lega solo alla concitazione, ma anche al modo efficace in cui si legano gli stilemi più noti del cinema d'azione con l'ammaliante esercizio di stile dell'arte dei videoclip. Come se la tradizione europea della politica degli autori rinnovasse il proprio esibizionismo fra tecnica e techno.

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