Non capisco molti dei commenti quì apparsi, e ancor meno quelli di alcuni "critici" che, tenuto conto delle loro idee, avrebbero dovuto stroncare il film dal punto di vista dei contenuti, non potendolo fare da quello della forma stilistica.
Perchè quello che ci dice Polansky è di una chiarezza cristallina. Il mondo del politically correct (che non è un prodotto solo made in Usa), il mondo delle buone maniere di chi si crede moralmente superiore, è invece un concentrato di ipocrisia e di falsità moralistiche.
Alla fine il pur cinico avvocato, emerge come la figura più autentica del gruppo. Quello che ha preso atto che in Usa il padre è stato esautorato da un matriarcato invadente, e lo dichiara con sincerità. Ed è quello che, molto realisticamente, vorrebbe riportare il litigio dei figli nella sua dimensione vera. Una lite fra ragazzi come esistite da sempre, da regolarsi fra genitori in termini di risarcimento danni, e su cui non vale la pena filosofeggiare in modo surreale. Lui che ha visto ragazzini addestrati ad uccidere in Africa, giustamente non sopporta che la mammina della vittima discetti di violenza, moralità, esiga scuse "sincere" e quant'altro fa parte dell'armamentario più vieto del politicamente corretto da pseudo intellettuali liberal newyorkesi. E per fortuna, dico io, riesce a liberare, almeno per un momento, l'altro uomo dal condizionamento della rieducazione a cui l'ha sottoposto l'insopportabile moglie. Il suo grido liberatorio sul criceto assomiglia a quello celebre di Fantozzi sulla "corazzata Potiomkin". Non si tratta affatto di un rigurgito di animalesco furore primitivo, ma del sano rifiuto di un complesso di regole e convenzioni sociali che, volendo rieducare l'uomo, in realtà ne soffocano gli istinti, i quali invece dovrebbero essere conosciuti e ri-conosciuti per poter essere governati e non solo rimossi dalla coscienza per esplodere poi in modo distruttivo e virulento. Se l'avvocato di successo rappresenta la figura più positiva, o forse meno negativa perchè la più sincera ancorchè chiusa nel realismo cinico che lo contraddistingue, la pseudo scrittrice Jody Foster si situa al polo opposto. E', si può dire tranquillamente, la perfetta esemplificazione della "falsa coscienza" del politicamente corretto, con tutto il suo corredo di moralismo a buon mercato e di inesistente superiorità morale. In mezzo l'isterica Kate Winslet , che critica si il marito perchè anch'essa condizionata ai luoghi comuni del suo ambiente, ma che in realtà ne è attratta. Molto realistico tutto ciò, e basta riflettere senza paraocchi su ciò che ci circonda per rendersene conto. Anche delle diverse modalità con cui si instaurano i rapporti fra maschi e femmine, laddove i primi non hanno, alla fine, necessità di chiaccherare tanto; basta loro, per "trovarsi", un bicchiere di buon wiskey e un sigaro, il cui consumo è ovviamente inibito dalle "sane" abitudini salutiste.
Rivelatore, infine, il finale. Il criceto oggetto dello scandalo perbenista è vivo, e i due ragazzi hanno fatto pace senza tanti drammi. Come volevasi dimostrare!
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