Anno | 2011 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Francesco Mazza |
Attori | Massimo Ciavarro, Francesco Mariottini, Valeria Carcassa, Marita Langella, Erik Gimelli Morosini Bledi Bejleri, Ciro Acampora, Rita Vanessa Rotundo, Angelo Menolascina, Gaetano Condello, Patrizia Olgiati, Giorgio Corcos, Daniela Malusardi, Vincenzo Mingolla, Tommaso Perri, Vittorio Poggi, Patrik Carbonetti, Angela Maria Aiello, Sabrina Fontanella, Giovanni Ciracì, Anna Maria De Luca. |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 maggio 2011
Massimo Ciavarro torna sul grande schermo, diretto da Francesco Mazza, in una commedia sulla danza e sul desiderio di diventare migliori.
CONSIGLIATO NÌ
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Un gruppo di giovani ballerini giunge in un piccolo paese della costa tirrenica calabrese per partecipare a una competizione di danza classica. Tra loro c'è Kostas, il figlio del coreografo della compagnia: un danzatore talentuoso ma ancora immaturo nei suoi movimenti artistici e personali. Quando il primo ballerino si procura una storta alla caviglia durante le prove, tocca a Kostas e alla sua amica Chiara, da sempre innamorata di lui, occupare la prima fila all'interno di una complessa coreografia ispirata ai balli tradizionali sudafricani. Nonostante le provocanti distrazioni di una collega di una compagnia rumena, Kostas riesce a far superare il primo turno ai compagni, prima di dover affrontare nuovi problemi che riguardano i segreti del suo passato e il futuro della sua arte.
Sotto ad un titolo anglofono che suona acerbo e accattivante, si nasconde una produzione italiana a cui starebbe meglio il nome della celebre canzone di Battiato, "Voglio vederti danzare". Perché, se è vero che la presenza come protagonista del giovane ballerino Francesco Mariottini, uscito dalla fucina di Maria De Filippi, lascerebbe pensare a un'operazione commerciale di parassitismo televisivo come è stato qualche anno fa con Passo a due, è anche vero che il film di Francesco Mazza manifesta un più sincero desiderio di veder ballare dei bei corpi con splendida grazia e divina armonia, cercando di accostarli alle suggestioni spirituali e poetiche evocate dai testi del cantautore siciliano. Non è un caso che il film si apra con le immagini dei dervisci roteanti e che la parabola del giovane ballerino alla scoperta di se stesso e del proprio talento si trasformi in un racconto di rinascita spirituale. Per quanto supportato da un lavoro di scrittura impossibile da salvare e da ballerini costretti ad improvvisarsi attori, si apprezza il fatto che Dance for Life non piroetti semplicemente sui successi di telefilm e reality sulle accademie di ballo, ma preferisca un complesso lavoro coreografico ispirato dalla vitalità dei balli tribali.
E tuttavia, il film manifesta un certo imbarazzo nel tentativo di far convivere queste due anime: quella più "apollinea", che non vuole mancare di assecondare il pubblico giovanile e di proporre valori e virtù di pronto consumo, e quella "dionisiaca", in cui sono solo le coreografie e i movimenti puri a far avanzare il racconto. Questo secondo aspetto, sebbene non riesca a superare l'ostacolo di una trama sottilissima e di una sceneggiatura praticamente inesistente, scorre all'interno dei corpi dei ballerini e nelle loro reali vene artistiche, rendendo evidente quel che nessuno vuol mai sentirsi dire: che, in certe occasioni, il musical sordo al potere della parola e della parabola morale aiuterebbe l'equilibrio dell'impresa a stare sulle punte.