C'è chi dice no

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Un film di Giambattista Avellino. Con Luca Argentero, Paola Cortellesi, Paolo Ruffini, Myriam Catania.
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Commedia, Ratings: Kids+13, durata 95 min. - Italia 2011. - Universal Pictures uscita venerdì 8 aprile 2011. MYMONETRO C'è chi dice no * * 1/2 - - valutazione media: 2,54 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

così fan tutti... non proprio tutti Valutazione 3 stelle su cinque

di vince mas


Feedback: 937 | altri commenti e recensioni di vince mas
martedì 19 aprile 2011

C'è chi dice no. Cantava Vasco Rossi. Dire di no, per dire sì al merito. Dire di no, per credere ad un'Italia diversa. Merito, parola sconosciuta nella penisola ammanicata, dove i papà favoriscono i figli di papà di altri papà che a loro volta favoriranno i figli di papà. Una società che autoperpetra la mediocrità e penalizza il merito. Nel meccanismo stritolatore vanno a finire una mirabile Paola Cortellesi (Irma), aspirante medico di ruolo che rimanda la maternità e manda a rotoli il matrimonio, il sorprendente Luca Argentero (Max), aspirante ad un contratto di giornalista, il colorito Paolo Ruffini (Samuele), aspirante professore universitario relegato letteralmente in un cesso d'ufficio.

Tutti bravi, tutti meritevoli del posto tanto agognato, tutti e tre fregati dal sistema delle raccomandazioni e delle segnalazioni che preferirà a Irma la moglie del figlio medico del primario maneggione, a Samuele il fidanzato ignorante della figlia dell'oscuro luminare di diritto (il grande Giorgio Albertazzi) e a Max la figlia evanescente dell'algido pezzo grosso del giornalismo.

I tre si ribellano alla sorte e si inventano azioni di stalking che porteranno, dopo rocambolesche vicissitudini, Max ed Irma a ottenere il posto di lavoro cui puntavano, salvo poi rimetterlo in gioco perchè una giustizia più ampia trionfi e perchè l'amicizia non venga intaccata. Nel frattempo Irma e Max riesumano il loro amore, fermo e mai comunicato ai tempi del liceo.

La vicenda personale dei tre prende sostanza quando alla lotta personale si sostituisce la consapevolezza  che il sistema vada attaccato con un approccio che smuova le coscienze di tutti e porti alla condanna generale della casta dei privilegiati (per una volta non politica). Che riuscirà comunque attraverso l'omertà e il gioco di coperture reciproche a mettere a tacere lo scandalo, grazie anche e soprattutto al compiacente e asservito sistema mediatico. Un film che tra alcune cadute di trama e lacune di ritmo riesce a "fare la morale" alla società italiana di oggi dando spazio a tutte le difficoltà di chi vorrebbe ma non può (i poliziotti senza mezzi e senza risorse, l'avvocato fregata ad un concorso truccato e costretta a vendere panini per mantenere il figlio) e si arrangia nella cronica e virtuosa rassegnazione al sacrificio senza speranza.

La fotografia di un sistema marcio alla radice, un sistema ad handicap, al quale bisogna ribellarsi, ma l'atto di ribellione individuale porta a pagare un prezzo che non riscatta il valore del proprio esempio. Il senso di successo personale nell'avversione al sistema non diventa mai politico, perchè in Italia l'eccezione non diventa mai partecipata. L'Italia ha bisogno di eroi da commemorare o da celebrare in vita (leggi Falcone e Borsellino, leggi Saviano), un modo per lavarsi la coscienza e per continuare con il "così fan tutti".

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hollyver07 giovedì 21 aprile 2011
ma... siamo noi il sistema...
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Ciao, perdona l'inopinata intrusione. In merito alle tue affermazioni morali... penso tu sia vicino ad una plausibile realtà dei fatti; questo non posso e non desidero negarlo. Il nepotismo impera, la raccomandazione disperde la reale potenzialità delle persone, l'onestà affoga nel mare dell'arroganza e la dignità resta solo una parola da dizionario. Purtroppo... tutto si ferma, assumendo (paradossalmente) un vacuo significato nell'istante in cui coniughi il male alla natura sociale della sua origine. Noi tutti... siamo la società, implicitamente la natura del "male", noi... siamo il sistema che si autoalimenta e fagocita l'identità e la dignità delle persone. Questo film, non denucia, non giudica, pretestuosamente sottintende ma non definisce chi realmente siamo. [+]

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ivanella domenica 24 aprile 2011
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bravo

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