Albert Nobbs

Film 2011 | Drammatico, +16 113 min.

Regia di Rodrigo García. Un film con Glenn Close, Mia Wasikowska, Aaron Taylor-Johnson, Janet McTeer, Pauline Collins. Cast completo Titolo originale: Albert Nobbs. Genere Drammatico, - Gran Bretagna, 2011, durata 113 minuti. Uscita cinema venerdì 10 febbraio 2012 distribuito da Videa. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 2,81 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 24 dicembre 2013

Adattamento della commedia di una donna irlandese del XIX secolo che si traveste da uomo e lavora come maggiordomo per venti anni. Il film ha ottenuto 3 candidature a Premi Oscar, 3 candidature a Golden Globes, 1 candidatura a Critics Choice Award, 2 candidature a SAG Awards, In Italia al Box Office Albert Nobbs ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 610 mila euro e 215 mila euro nel primo weekend.

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Consigliato sì!
2,81/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 2,72
PUBBLICO 3,21
CONSIGLIATO SÌ
Un'opera incompiuta ma con una straordinaria interprete drammatica.
Recensione di Adriano Ercolani
Recensione di Adriano Ercolani

Siamo nell'Irlanda del diciottesimo secolo. Albert Nobbs è migliore dei camerieri che lavorano in un albergo di Dublino. La sua vita è totalmente dedicata a svolgere la sua professione il meglio possibile, in modo da poter guadagnare il denaro necessario per aprire in futuro una sua attività commerciale. Albert Nobbs ha però un segreto: è una donna. Quando nell'albergo arriva un pittore che deve imbiancare gli interni la sua copertura vacilla. Proprio nel momento di massima difficoltà però Nobbs scopre una persona in grado di capire il suo segreto e di aiutarla a sopportare la frustrazione e il dolore di una condizione così disperata. Rinfrancata da questa nuova amicizia la donna può dedicarsi più serena a costruire il proprio futuro.
Dopo averlo interpretato a teatro nel 1982 Glenn Close è finalmente riuscita, superati quasi trent'anni di ripetuti tentativi andati a vuoto, a portare al cinema questa figura controversa e drammatica. Lo ha fatto grazie al suo amico e regista fidato Rodrigo García, con cui negli ultimi anni aveva girato due lungometraggi. Rispetto ai precedenti lavori non si è puntato all'intimismo stilizzato e all'introspezione psicologica, quanto piuttosto alla ricostruzione storica precisa e alla messa in scena elegante. Già di per sé il soggetto di partenza conteneva elementi drammatici e insieme più leggeri in grado di funzionare a dovere. E così infatti succede nella prima parte di Albert Nobbs, retto dalla bella atmosfera e da una Glenn Close che nel costruire la mimica e la vita interiore del personaggio principale è sontuosa. A livello di lavoro sul corpo, sui gesti, sulla sottrazione dovuta alla ricerca di compostezza, la sua prova è degna di essere paragonata a quella del dolente maggiordomo Anthony Hopkins in un film per certi aspetti molto simile a questo, Quel che resta del giorno di James Ivory. Raffinato, gentile, pieno di trovate di fine umorismo, il film si sviluppa nella definizione della storia in maniera molto precisa. Accanto alla Close un gruppo di attori affiatatissimo, su cui spiccano la grintosa Janet McTeer, un raffinato Brendan Gleeson e la stella ormai consolidata di Mia Wasikowska. L'unico a non convincere pienamente nel ruolo del giovane aitante ma truffaldino è Aaron Johnson.
Finché si tratta di raccontare la drammatica vicenda di una donna costretta a fingersi uomo per sopravvivere, Albert Nobbs funziona a meraviglia. Quando però la sceneggiatura cambia direzione e comincia ad inscenare i piani della protagonista per costruirsi un futuro migliore, ecco che i meccanismi narrativi si inceppano e la narrazione diventa meno credibile. L'ostinazione con cui Nobbs ad esempio decide di sposare la dolce e sfortunata cameriera non ha una giustificazione logica abbastanza forte da convincere gli spettatori. Il film rimane comunque guardabile in virtù delle prove d'attore sempre altissime, ma nella seconda metà diventa sicuramente meno avvincente rispetto a quanto settato nella prima.
Accurato nella messa in scena, il lungometraggio di Rodrigo García rimane un'opera fondamentalmente incompiuta soprattutto a causa di una sceneggiatura che, basandosi su un soggetto molto difficile da strutturare, non riesce del tutto a equilibrare storie e situazioni di difficilissima gestione. Albert Nobbs merita però la visione per la bellissima e misurata prova d'attrice di Glenn Close, finalmente tornata a regalarci la sua enorme bravura anche sul grande schermo

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 14 febbraio 2012
osteriacinematografo

 Il film è ambientato a Dublino nel diciannovesimo secolo. Albert Nobbs lavora come cameriere presso il Morrison’s Hotel di Dublino. Egli svolge le proprie mansioni in modo impeccabile e ineccepibile, e la forma meccanica,  incessante, disumanizzata dei suoi movimenti accompagna ogni suo minimo gesto, ogni recondita palpitazione, anche nell’immobile e statuaria supervisione [...] Vai alla recensione »

domenica 12 febbraio 2012
chissima

Certo l'intensità della recitazione di Glenn Close è fondamentale, ma la regia, la storia, la ricostruzione delle atmosfere, tutto mi sembra faccia di questo film un film indimenticabile, e come tale non posso non definirlo un capolavoro. Perfino personaggi caricaturati come la padrona della pensione o il vecchio cameriere, appaiono al loro posto, come gouaches delicate e significative.

lunedì 13 febbraio 2012
renato volpone

Albert nobbs è una donna che per sopravvivere alla violenza famigliare si veste da uomo e lavora come cameriere per tanti anni senza che nessuno se ne accorga. Il film racconta del diverso che si nasconde in una società pettegola e moralista, ma lei non è sola e incontra altri come lei, altri che per essere liberi devono ricorrere a coperture e vite parallele fatte di porte comunicanti [...] Vai alla recensione »

martedì 14 febbraio 2012
Paolo Bisi

Albert Nobbs è uno dei migliori camerieri in un albergo di Dublino. Da anni si dedica completamente al lavoro e a soddisfare la padrona, è rispettato e apprezzato da tutti, ma dentro di se tiene un terribile segreto: è una donna. Personaggio già interpretato dalla stessa Glenn Close a teatro tre decenni fa, appare qui nel film di Rodrigo Garcia per la prima volta sul grande [...] Vai alla recensione »

lunedì 14 gennaio 2013
stefania66

Storia molto toccante e delicata con un finale veramente straziante. Grande interpretazione di Glenn Close. Il suo personaggio fa "muovere dentro" qualcosa quando si vede la sensibilità e la voglia di riscatto di una persona ferita dalla vita. E che dalla vita non avrà niente.

martedì 28 febbraio 2012
Zoom e Controzoom

Presentato con un ottimo trailer che incuriosisce, il film con Glenn Close, non regge fino in fondo l’inevitabile confronto registico e di sceneggiatura con il superbo “Quel che resta del giorno”. Ammirevole interpretazione dell’attrice principale, ma intrigante quella di Aaron Johnson/Joe che è il secondo “travestito” della storia, non per necessità, [...] Vai alla recensione »

domenica 4 ottobre 2020
figliounico

 Dublino alla fine dell’800, poche scene in esterni, il dramma, con effetti claustrofobici, più adatto forse a una piece teatrale, è girato quasi tutto in un albergo gestito da una vecchia arpia avida che si arricchisce sfruttando il personale fino alla rapina e frequentato da ricche anziane vedove inacidite e famiglie di aristocratici ampollosi con piccoli insopportabili rampolli. [...] Vai alla recensione »

domenica 12 aprile 2020
Luca Scialo

Rodrigo Garcìa traspone l'omonimo racconto bene di George Moore ambientato nell'Irlanda di fine '800. Dove, come in tante altre parti del Mondo, la società era divisa in signori schiavisti e di lavoratori schiavi. Dove l'America era il sogno per cambiare radicalmente la propria vita e Dublino era l'epicentro del Paese.In questo contesto e nella capitale irlandese, vive Albert Nobbs, cameriere dagli [...] Vai alla recensione »

lunedì 2 luglio 2012
Filippo Catani

Irlanda di fine '800. Una donna, segnata da un tragico passato, si finge uomo fin da quando ha quattordici anni per poter lavorare in un importante albergo. La donna sta pazientemente mettendo via i risparmi di una vita per potersi comprare un negozio da adibire a tabaccheria. L'incontro con un'altra donna che si finge uomo per poter lavorare come imbianchina smuoverà in lei [...] Vai alla recensione »

domenica 25 marzo 2012
quieromirar

La pellicola di Rodrigo Garcia esprime fin dalle primissime inquadrature il nucleo narrativo che muoverà l’intera vicenda. Una mano paziente accende un lume, un cameriere cura l’illuminazione del corridoio e infine la luce si spande sul volto di Glenn Close. In quel gesto ripetuto mille volte c’è la tenace determinazione di tenere acceso un sogno che alla fine renda [...] Vai alla recensione »

mercoledì 22 febbraio 2012
olgadik

 Questo film, in apparenza semplice, un po’ melodramma un po’ piccolo quadro d’ambiente e di classe, mostra a una riflessione approfondita di avere molte interfacce che lo rendono, in realtà, un prodotto complesso. Tale fascino sottile lo sottrae a momenti noiosi e a una sceneggiatura spesso non efficace nel far capire allo spettatore cosa c’è in gioco.

lunedì 13 febbraio 2012
francesca50

Un film originale! Esso ci mostra la insensibilità per i problemi sociali che si ha nell'epoca in questione, quando i lavoratori erano "merce" e nemmeno della migliore. La rivoluzione industriale infatti è andata avanti su certe basi, e ancora oggi però va avanti così... L'idea comunque di associare le problematiche della disoccupazione a quelle della non paritaria posizione della donna (ben lungi [...] Vai alla recensione »

martedì 14 febbraio 2012
R.D.Crisis

Il riflesso di una fievole luce fa vibrare la peluria argentea delle guancie di Albert Nobbs da molti conosciuto per la sua impeccabile condotta di cameriere presso l'hotel della Duchessa Baker. Siamo in una fredda Dublino del XIX Secolo dove la danza inopportuna della neve scandisce il caso strano di un omino gentile. E’ l’immagine di un istante che nasconde un segreto lasciato alla morte.

venerdì 16 marzo 2012
Erostrato

Albert Nobbs, tratta un argomento del tutto rispettabile ma non convince. Non risulta quasi mai credibile un/una protagonista rappresentato/a in quel modo, la goffaggine con cui si muove durante tutto il film rende impossibile pensare che nessuno si renda conto della sua identità di genere. Sembra si sia fatto un enorme sforzo d'immagine per rendere sullo schermo la caricatura, questa volta [...] Vai alla recensione »

lunedì 26 marzo 2012
vale125j

Uno dei camerieri dell'hotel di proprietà della duchessa Baker, a Dublino, è in realtà una donna travestita da uomo perché così aveva trent'anni prima trovato più facilmente lavoro. Già nel 1982 Glenn Close aveva interpretato a teatro questo difficile personaggio di una commedia di George Moore e da allora ebbe l'idea, realizzata solo [...] Vai alla recensione »

giovedì 5 luglio 2012
RDN75

Non serviva questo film per dimostrare la bravura interpretativa di Glenn Close, ma in questo caso si supera con una trasformazione sia nei movimenti che nel trucco in un vero uomo. La cosa più particolare è la sua andatura quasi perfetta da maggiorndomo, che diventa impressionante. Storia molto tragica, e molto dura che rende bene la povertà e disperazione del periodo rappresentato. [...] Vai alla recensione »

sabato 29 dicembre 2012
Lucia69

Film davvero spettacolare con un interpretazione davvero da oscar per Glenn Close!!! Bella storia che rispecchia la difficile situazione della donna in quel periodo!

lunedì 13 febbraio 2012
Flyanto

Film di maniera sulla miserevole condizione delle donne nel corso del secolo scorso in Irlanda. Alquanto triste. Brava Glenn Close travestita da uomo e pure l'altra attrice donna nella sua parte anch'ella vestita da uomo.

sabato 19 gennaio 2013
Jayan

Siamo nell'Ottocento, Albert Nobbs lavora come maggiordomo in un hotel a Dublino. E' uomo impeccabile ed estremamente efficiente e attento. In realtà nasconde un segreto: è una donna! Si travestì da uomo quando era ragazza per ottenere un lavoro dove cercavano solo uomini. Da allora è così entrato nella parte dell'uomo che anche quando avrà la possibilità di ritornare a essere donna, non ci riuscirà, [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 marzo 2012
Nalipa

Glenn Close che interpreta, ha co-sceneggiato e prodotto il film, aveva gia recitato questa parte nel 1982 al teatro. E forse la vicenda per come si é vista nel film é più adatta ad un lavoro teatrale..... Nonostante gli interpreti , tutti ottimi, il film non parte. Nell'Irlanda del'Ottocento una donna con un triste passato si fa passare per  uomo,  ALbert [...] Vai alla recensione »

martedì 28 febbraio 2012
laurapalmer

Mi chiedo perché si debbano dare informazioni specifiche quando non se ne é sicuri... Se non si sanno attribuire le epoche di riferimento niente di male, ma perché non omettere semplicemente questi dettagli?

venerdì 2 giugno 2023
paolp78

Molti film in costume girati nei primi decenni del ventunesimo secolo risultano impeccabili o quasi sul piano formale, potendo contare su ottime scenografie, curatissimi costumi ed acconciature, nonché pregevoli ricostruzioni degli ambienti d’epoca. Se a queste pregevoli qualità si unisce una buona regia e dei bravi interpreti, il gioco è fatto.

lunedì 7 gennaio 2013
Francesco2

Magari il film appare (O è) piuttosto incompiuto, ma a mio parere dovremmo tenere d'occhio l'attrice Mia Wasikowska. La sua prestazione in quest'opera, indipendentemente da quella in "Alice in Wonderland", potrebbe richiamare quella nell'ultimo "Jane Eyre": apparentemente fredda e quasi asettica, incarna forse uno stile  che fa di un distacco "British&q [...] Vai alla recensione »

martedì 28 febbraio 2012
ugo straniero

Un film bellissimo ed interessante anche dal punto di vista sociologico. Grande interpretazione della Close, ma anche quella di Janet Mc Teer. Una recitazione non facile, e lo prova un'intervista fatta alle due attrici. Penetrare nel personaggio anche dal punto di vista psicologico, sempre stato uno dei punti della Acttor's Studio. Un'epoca dove per vivere ed essere liberi non era facile, ma anche [...] Vai alla recensione »

giovedì 16 febbraio 2012
Alex2044

Un film con qualche difetto ma sostanzialmente sottovalutato. L'ambiente, la situazione sociale e l'atmosfera dell'epoca sono ricostruiti bene.Gli attori sono quasi tutti bravi . Naturalmente Glenn Close è una spanna sopra tutti. Un solo commento : ma quanta fatica essere donna .

mercoledì 8 febbraio 2012
ROB66

Lei è una donna attrice che da quando ha recitato nel ruolo di attrazione fatale.. ha recitato la parte della perfida "e straordinariamente" per troppo tempo. Non ho ancora visto il film ma le Auguro un OSCAR .. che meriterebbe comunque.

venerdì 20 giugno 2014
elgatoloco

Chi scrive non esprime voti per principio(a scuola, all'università, altrove-corsi vari-va bene, non per l'arte), ma qui siamo di fronte ad un grande film:tratto da una novella omonima di George Moore, notevole scrittore irlandese(1852- 1923), "ALbert Nobbs"è grande film, diretto da un regista colombiano, Rodrigo Garcia,  che(pochi lo sanno)è figlio di "Gabo&q [...] Vai alla recensione »

martedì 28 febbraio 2012
ugo straniero

Un bellissimo film. grande interpretazione di Glenn Close e Janet Mc Teer. Immedisimarsi anche dal punto di vista psicologico non è facile. Interessante un'intervista atta alle due atrici a riguardo del film. Da discutere e consigliare

lunedì 13 febbraio 2012
ROB66

agghicciante storia! verosimilissima........ credo che tante donne abbiano dovuto vivere cosi............in irlanda in quegli anni.... il film rende omaggio a tanta sofferenza!!!!!!!!! il povero albert ha dimenticato di essere donna! per dimenticare il male subito!!!!! vorrebbe avere un'amica con cuiparlare, l'unico modo è sposarsi...

lunedì 24 settembre 2012
Alessandra A.

Un film originale e sicuramente da vedere. Un film con alcuni "ma" e "però". Sicuramente la prima parte risulta molto più interessante e accattivante. Bellissime le ambientazioni, e bravi gli attori. La seconda parte invece risulta quasi noiosa nella sua ripetività, e i personaggi un po' antipatici. Anche il protagonista, il quale viene compatito [...] Vai alla recensione »

lunedì 13 febbraio 2012
ROB66

agghicciante storia! verosimilissima........ credo che tante donne abbiano dovuto vivere cosi............in irlanda in quegli anni.... il film rende omaggio a tanta sofferenza!!!!!!!!! il povero albert ha dimenticato di essere donna! per dimenticare il male subito!!!!! vorrebbe avere un'amica con cuiparlare, l'unico modo è sposarsi...

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Peter Travers
Rolling Stone

Rigido e avvincente dramma d’identità sessuale. Irlanda dell’800: per sopravvivere, una donna si finge maggiordomo in un hotel di Dublino. Glenn Close si cala nel ruolo di Albert con una repressione trascendente. Prova energica, ironica e intelligente che merita l’attenzione del l’Academy. Janet McTeer è Hubert, anche lei sotto falsa identità maschile, con una vita e una moglie, mentre Albert non [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Prima di vedere Albert Nobbs eravamo convinti che Meryl Streep, con la sua mimetica interpretazione di Margaret Thatcher in The Iron Lady, fosse avviata auna tranquilla passeggiata verso il suo terzo Oscar. Ora, dopo aver ammirato Glenn Close nei panni di un cameriere irlandese dell’Ottocento (sí, avete letto bene: «un» cameriere, maschile) non siamopiù così certi.

Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Il personaggio della vita di Glenn Close è maschio. Così l’attrice dichiara da 30 anni e finalmente il cinema le offre la chance, che lei si adatta (dall’omonimo racconto) e produce. Indubbiamente sublime nella maschera en travesti dell’umile cameriere, la Close è l’anima totale di questo rigido dramma irlandese “da interni” di inizio XX secolo, ove i monster annullano i dislivelli sociali in negativo. [...] Vai alla recensione »

Mariuccia Ciotta
Il Manifesto

Nell'epoca del cinema «in maschera» (da Iron Lady a J.Edgar), il film di Rodrigo Garcia estremizza il camouflage e, come direbbe Karl Kraus, i lineamenti di Albert Nobbs «conducono una vita disordinata» tanto che Glenn Close impropriamente concorre all'Oscar nella categoria «migliore attrice» quando più che una donna travestita da uomo sembra un quadro cubista.

Natalino Bruzzone
Il Secolo XIX

Il travestimento non è un ballo in maschera se l’orchestra è diretta dal destino. Già, perché mai una donna, sin dai quattordici anni, dovrebbe camuffarsi da uomo? Per lavorare, per sopravvivere, dopo un’infanzia da figlia illegittima e l’affido ad una famiglia che è pagata per non svelarle mai le sue origini. Poi il trauma di uno stupro e la possibilità, se maschio, di impiegarsi come cameriere al [...] Vai alla recensione »

Michele Anselmi
Il Riformista

Magari vincerà l’Oscar, perché ai giurati dell’Academy queste performance “en travesti” piacciono sempre, ma Glenn Close in Albert Nobbs, da domani nelle sale, non è affatto così prodigiosa, straordinaria, strepitosa eccetera. Lo saprete. Nel film, da lei co-sceneggiato e prodotto, l’attrice americana 64enne si maschera da irreprensibile cameriere d’albergo nella triste e bigotta Irlanda di fine Ottocento [...] Vai alla recensione »

Vincenzo Cerami
Il Sole-24 Ore

Il Morrison Hotel è un’isola felice situata nel cuore infetto della Dublino di fine Ottocento. Tutt’intorno al lussuoso, piccolo albergo dilaga la povertà. I ricchi che lo frequentano, barricati nella loro protervia, si comportano come schiavisti nei confronti della servitù e degli affamati che girano a vuoto intorno al miele. Storia di paria e padroni quella del film di Rodrigo Garcia, Albert Nobbs, [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
L'Espresso

È tenera e crudele la storia raccontata in "Albert Nobbs" (Gran Bretagna e Irlanda, 2011, l13'). Mr. Nobbs: così è chiamato il protagonista del film girato da Rodrigo Garcia e sceneggiato da Glenn Close, John Banville e Gabriella Prekop. Piccolo e minuto, è tutt’uno con il suo abito scuro da cameriere. Come si usa nella società classista della Dublino ottocentesca, si rivolge ai clienti senza guardarli [...] Vai alla recensione »

Anthony Lane
The New Yorker

Glenn Close ha interpretato per la prima volta il ruolo principale di Albert Nobbs trent’anni fa in teatro. Da quel momento ha fatto di tutto per portarlo sullo schermo. Ha collaborato alla scrittura e coprodotto il film e sono pochissime le scene in cui non la vediamo. Già, ma cosa vediamo? Albert è una donna vestita da uomo, nell’Irlanda di fine ottocento, ma quello che Glenn Close ci offre non è [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Forse Glenn Close rincorreva inconsciamente questo ruolo dal momento dell’esordio oltre un trentennio fa. Sicuramente si era già convinta d’averlo trovato a teatro, interpretando la protagonista della pièce «La Vie singulière d’Albert Nobbs», tratta da un racconto di George Moore, nella versione americana dell’82. Non è poi una grande sorpresa ritrovarla candidata & favorita all’imminente Oscar di [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Dopo una lunga giornata di lavoro e autocontrollo il compassato Albert Nobbs, naso importante e vaga somiglianza con Spencer Tracy, si ritira nella sua stanza per riposare. Prima però conta le mance, scribacchia su un taccuino, nasconde le monete sotto il parquet, getta un’occhiata alla misteriosa foto di una giovinetta e finalmente inizia a spogliarsi, allentando le fasce che comprimono il seno sotto [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Tratto da una pièce teatrale portata al successo da Glenn Close, che interpreta il ruolo del titolo per cui è candidata all’Oscar come miglior attrice, il film narra la strana storia di una donna che, nell’Inghilterra ottocentesca, è costretta a spacciarsi per uomo per poter lavorare come maggiordomo in un albergo. “Albert” si cala così profondamente nel ruolo maschile da non saper più riconoscere [...] Vai alla recensione »

Natalia Aspesi
La Repubblica

Un omino in marsina e bombetta, che potrebbe essere Charlot se non portasse l' ombrello al posto del bastoncino, attraversa tutto un film con muta umiltà, sommessa cupidigia e un sorriso angelico che se non avesse incantato i selezionatori degli Oscar si potrebbe definire da schiaffi. Tanto più che l' omino che si chiama Albert Nobbs dando il titolo al film, ha la faccia della crudele Crudelia Demon [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Cresciuta come un maschio in un albergo di Dublino metà ‘800, dove è ora il più anziano, compunto e solitario dei camerieri, la «signorina» che si nasconde nella divisa di Nobbs sogna di sposarsi (con un’altra signorina, s’intende), proprio come il «carpentiere» ugualmente travestito che la smaschera, conservando però il segreto. Una giovanissima collega e il suo ribaldo amante cercano di derubarla/o [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Il travestitismo in teatro esiste da sempre, ma di solito trattasi di impostura temporanea, finalizzata a uno scherzo, a un inganno, alla necessità di sciogliere i nodi di una vicenda intricata. In Albert Nobbs , candidato a tre Oscar fra cui quello per Glenn Close nel ruolo del titolo, è diverso: il travestitismo funziona come una prigione a vita, ed è cupo, punitivo, triste.

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Sempre compassata, quella donna di mezza età travestita da uomo, si fa chiamare Albert Nobbs. Dirige il traffico del familiare hotel Morrison nella Dublino di fine ottocento. Durerà? Bizzarro, angosciante, ben confezionato dramma in costume sui tormenti delle donne lavoratrici di un secolo e passa fa. Glenn Close è così brutta che non si fatica a crederla un uomo.

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giovedì 9 febbraio 2012
 

Basato su un racconto di George Moore, diretto da Rodrigo García e adattato tra gli altri dalla stessa Glenn Close, Albert Nobbs racconta la storia di una donna coraggiosa, travestitasi da uomo per riuscire a sopravvivere nell’Irlanda del XIX secolo.

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giovedì 9 febbraio 2012
Nicoletta Dose

L'autore irlandese George Moore, all'inizio del Novecento, scrisse un breve racconto intitolato "Albert Nobbs". Quella piccola storia ispirò poi nel 1982 una rappresentazione teatrale di grande successo, scritta e diretta da Simone Benmussa.

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