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Wall Street – Il denaro non dorme mai: Oliver Stone torna a parlare di economia

Il regista rilegge l'economia odierna.
di Gabriele Niola

"Crisi economica? Troppe ne ho viste..."
Oliver Stone (77 anni) 15 settembre 1946, New York City (New York - USA) - Vergine. Regista del film Wall Street - Il Denaro non dorme mai.

lunedì 11 ottobre 2010 - Incontri

"Crisi economica? Troppe ne ho viste..."
Aria assonnata, baffetto da rivoluzionario messicano e ottimo umore. Così si presenta davanti alla stampa italiana Oliver Stone, arrivato per parlare di Wall Street: Il denaro non dorme mai, in uscita il 22 Ottobre. A partire da una delle molte celebri frasi pronunciate da Michael Douglas alias Gordon Gekko nel primo storico film, ora Stone rilegge i tempi, la contingenza economica e il ruolo degli squali come Gordon, ma non vuol sentire parlare di remake: "È un film completamente nuovo, c'è solo un personaggio [Gekko per l'appunto ndr] che viene da Wall Street mentre gli altri sono inediti. Nuove storie per nuovi tempi".
E i nuovi tempi, almeno a sentire il regista di Platoon, non sono così foschi. Certo c'è la crisi ma non è la prima bensì "almeno la quarta che vedo nella mia vita" e probabilmente non sarà l'ultima: "Nel film si ventila che la prossima riguarderà la spinta all'ecologia e alla sostenibilità. Lo spero. Almeno avremo fatto qualcosa di positivo".
Come al solito il realismo e il tentativo di rappresentare ciò che accade nelle stanze dei bottoni è stato curato il più possibile per dare, come fece nel 1986, un ritratto autentico del momento. Chi si è innamorato del vecchio Gordon Gekko (cioè quello giovane) potrebbe però avere delle delusioni...

Padre broker, figlio regista
È noto che molto dell'interesse e dell'amore di Oliver Stone per il mondo che ruota intorno a Wall Street gli viene dal padre, che è stato broker. Da lui Oliver ha appreso che "Le società da sempre vivono al di là dei propri sogni. Lo abbiamo fatto in Vietnam, lo abbiamo fatto nell'era di Reagan, nella prima fase della net economy e ora con il problema immobiliare". Nulla di nuovo, dunque, in ciò che sta accadendo in America e, di riflesso, nel resto del mondo. Ma nemmeno bello: "Mio padre diceva che non ci può essere profitto senza produzione, invece in questo periodo c'è profitto senza produttività, ovvero basandosi unicamente su un illusorio e falso concetto di produzione. Gli Stati Uniti sono sempre stati molto produttivi, così, quando negli ultimi anni hanno perso terreno, la gente ha cominciato a fare a partire dai soldi".
Nessuna velleità socialista dunque, ma solo la voglia di un capitalismo ragionato: "Credo che avremo sempre bisogno di Wall Street e del capitalismo, dal momento che esso è il miglior sistema di distribuzione della ricchezza che conosciamo e l'unico in cui le persone sono libere di esprimersi. Non per questo, però, tale sistema deve essere "predatorio": "Spero davvero di si sia arrivati alla fine di questa forma di capitalismo, perché il sistema è troppo grande e ci sta opprimendo. Gli Stati Uniti in particolare sono un popolo molto avido e materialista, e la cosa è accelerata a partire dall'era di Reagan. C'è un punto nel film in cui il personaggio di Josh Brolin, alla domanda 'Qual è il tuo prezzo?' risponde 'Di più'. Ecco, la mia risposta è 'Meno'. So che è impopolare e molto spirituale ma penso debba essere così".

Il ritorno di Gordon Gekko
Idolo di un decennio, modello involontario di una generazione intera e simbolo di tutto quello che non si dovrebbe essere ma che la gente è diventata. "L'effetto principale che quel personaggio ha avuto è stato di rendere il denaro e l'avidità sexy. Non una cosa di cui vergognarsi ma un valore da esprimere" dice Oliver Stone con un certo rammarico, perchè tutto ciò è successo contro la volontà sua e degli autori che anzi ne avevano fatto un cattivo eccezionale. Forse troppo.
Adesso, a 25 anni circa di distanza, Stone torna a quel personaggio, ne rilegge il mito, lo aggiorna e tenta in un certo senso di farci i conti: "In questo film lo mostro alla fine della sua vita, in un momento in cui si pone domande sulla propria morale. Se il primo Wall Street era tutto su Charlie Sheen, la cui etica è messa in crisi dal denaro, questo è su Gordon Gekko e su quello che gli accade 25 anni dopo".
Eppure, ogni volta che Gordon mette a segno uno dei suoi colpi, che truffa qualcuno e ne esce indenne, noi siamo sempre dalla sua parte: "Credo che il suo fascino sia molto dato dal sorriso da rettile di Michael Douglas e dal fatto che è un vincente e tutti amano i vincenti. Uscito dal carcere, ormai senza denaro, scrive un libro che contraddice ciò che diceva negli anni '80. È un camaleonte, è il pirata definitivo. Quando torna a piede libero il sistema economico è nel panico e lui ne approfitta: acquista quando tutti vendono, fa una fortuna e torna e al successo non disdegnando di rubare".
Questa volta, però, Gekko è coinvolto anche sentimentalmente in una trama che lo costringe, per la prima volta, a prendere delle decisioni: "Si, e alla fine non saprei nemmeno dire se abbia o meno un cuore. Ad un certo punto è anche altruista ma si potrebbe dire che anche quel gesto sia un buon investimento per i suoi interessi".

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