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Vita, azione ed espiazione del “bel Renè”

Placido, Stuart, Solarino, Scianna e Timi parlano del film.
di Luca Marra

Filippo Timi, Michele Placido,Valeria Solarino, Kim Rossi Stuart e Francesco Scianna al photocall del film Vallanzasca - Gli angeli del male.
Kim Rossi Stuart (54 anni) 31 ottobre 1969, Roma (Italia) - Scorpione. Interpreta Renato Vallanzasca nel film di Michele Placido Vallanzasca - Gli angeli del male.

martedì 18 gennaio 2011 - Incontri

Dopo il passaggio in laguna all'ultimo Festival del cinema di Venezia, arriva nelle sale italiane Vallanzasca - Gli angeli del male, vita, azione ed espiazione del “bel Renè” ovvero Renato Vallanzasca, criminale milanese degli anni '70, autore di numerose rapine e omicidi che sconta con 260 anni di carcere. A ritrarlo al cinema ci ha pensato l'ex commissario Cattani, Michele Placido che ha presentato oggi a Roma il film insieme al resto del cast: Kim Rossi Stuart che interpreta Vallanzasca, e poi Valeria Solarino, Francesco Scianna, Filippo Timi e, a sorpresa, c'era anche Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, autori della colonna sonora.
Come da copione, ogni film che coinvolge stragi e delitti delle Storia italiana porta con sé polemiche, l'ultima quella dell'onorevole della Lega Nord Cavallotto: “Placido è un cattivo maestro. Boicottate il film!” ha esclamato ieri l'esponente del “carroccio”. Polemiche politiche che non passano chiaramente inosservate: “Strano scandalizzarsi per Vallanzasca che sta pagando con l'ergastolo, e poi non parlare di comportamenti dei politici in questi giorni. Il cinema ha bisogno di lavorare sui lati oscuri dell'uomo, questi moralisti invece usano la morale per tornaconto politico” risponde Placido e continua: “Orribile l'invito a boicottare un film. Roba da Hitler, Mussolini o DC di un certo tipo. Comunque, il popolo della Lega è saggio: l'unico film che ha boicottato è stato 'Barbarossa', quello su Alberto da Giussano. Costato dodici milioni di euro dalle casse degli italiani, ne ha incassati solo trecentomila”.

Fare un film su un argomento non significa giustificarlo
Kim Rossi Stuart è seccato: “Tutto molto noioso. Vallanzasca ha dichiarato di voler esser un fuorilegge e paga per questo. Non ha giustificazioni e i parenti delle vittime hanno il diritto di vigilare e non perdonare chi gli ha condizionato la vita. Però mi sembra strano, per esempio, che c'è gente che si indigna per questo e non per le speculazioni edilizie che creano morte. Che ipocrisia. Poi stiamo parlando sempre e solo di un film, dove ho pensato a far emergere il lato oscuro di un uomo, di intuire la sua follia da far west. Si farebbero ridere i polli se si facesse apologia”. Valeria Solarino, interprete della prima moglie del bel 'Renè' ritiene le polemiche spiacevoli: “Il film non assolve Vallanzasca e poi gli attori non devono giudicare i loro personaggi, se no si perde l'equilibro necessario per interpretarli”. Sintetico ma esauriente Filippo Timi: “Fare un film su un argomento non significa giustificarlo. Ho interpretato Mussolini (in Vincere ndr.) ma mica l'ho giustificato! Comunque Kim è un titano della recitazione, lo dico io che sono molto snob, mi piacciono pochissimi attori”.

A scuola di milanese
L'attenzione poi passa sul film dove l'attore romano è mattatore assoluto e ha imparato il milanese, grazie a un coach e alle audiocassette ascoltate nel dormiveglia: “Ho incontrato Vallanzasca molte volte, oggi è un altro uomo, lo sforzo è stato immaginarlo trent'anni fa, l'ho fatto con approccio laico e dove non arrivava la ricostruzione c'è me stesso. Volevo un personaggio iperbolico e la coabitazione dei contrasti che è la ragione del mio recitare”. L'ex Freddo di Romanzo Criminale fa un accenno anche alla sua precedente prova da cattivo, cinematografico s'intende: “Freddo viene da un libro di fantasia e in un contesto che conoscevo bene perché è la mia città, è nato autonomamente. Vallanzasca è stato molto più rischioso”.

I limiti alla recitazione
Iperbolica è anche la prestazione di Filippo Timi, “il fratellino” del Renè, Enzo, nel film: “Placido mette tanti limiti prima di recitare e poi da questa gabbia fa uscire la tigre che c'è in te e ti fa lanciare senza freni. Stavo quasi per perdere un occhio”. Concorda Francesco Scianna: “Michele è molto passionale, spero di incontrarlo di nuovo, il suo talento è farsi guidare dalla 'pancia'”. Una passionalità che però non è indulgente come spiega lo stesso autore della pellicola: “Vallanzasca ha detto sui giornali che l'ho fatto apparire più cattivo, io ho riportato le sue parole nei dialoghi. La mia immagine di Renato Vallanzasca è quella che avete visto e vedrete. Non faccio sconti a un uomo che è arrivato alla follia ma che ha avuto anche il suo cammino di espiazione. Come il Vangelo anche l'uomo dovrebbe dare la possibilità ai suoi simili di redimersi”.

Finanziamenti all'estero
La pellicola è coprodotta dalla 20th Century Fox ma è stata rifiutata dalla Rai. “Il Servizio Pubblico mi ha detto che non era un film da 01 (distributore Rai ndr.) ma poi ha finanziato 'Barbarossa', su spinta politica” spiega il regista di Vallanzasca che allarga il discorso su tutto il cinema italiano: “Ci stanno mettendo il bavaglio. Bellocchio non potrà fare il film sul malessere dei politici italiani perché nessuno lo finanzia. Gravissimo. Gianni Amelio ha trovato fondi in Francia per i suoi progetti. Il mio futuro lungometraggio su 'mani pulite', non si può fare ora in Italia. Lo produrrò in Francia e penso possa essere una strategia comune far partire i nostri film all'estero, la comunità europea finanzia il cinema, non taglia i fondi al FUS come fa l'Italia”.

Suoni e moralità
Finale in musica con Giuliano Sangiorgi: “Non abbiamo usato musiche d'epoca ma suoni contemporanei, quelli che ci trasmettevano le loro facce, perché quelle azioni mostruose non sono solo degli anni Settanta ma sono ancora attuali. Il film non è apologia ma dimostra come ci si autodistrugge con l'edonismo e l'egoismo”. La migliore risposta alle polemiche anche per Placido: “Riprendendo le parole di un sacerdote che ha visto il film a Venezia” spiega il cineasta pugliese dico che questo film è morale, che farà bene ai ragazzi vedere come l'autodistruzione porta alla fine della personalità e della vita. Più morale di così, cosa può esserci?”.

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