Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna |
Durata | 79 minuti |
Regia di | Oliver Laxe |
Distribuzione | da definire |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 novembre 2014
CONSIGLIATO SÌ
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Il pregio di una sezione come la Quinzaine des Realisateurs al Festival di Cannes e' anche quello di proporre realizzazioni che vanno al di la' dei generi conosciuti. E' il caso di questo .Todos vós sodes capitáns che piu' che un docufilm e' un'esperienza di vita. Infatti Olivier Laxe, figlio di immigrati spagnoli a Parigi, ha lasciato la Francia da 3 anni per creare un laboratorio denominato "Dao Byed" a tangeri. Con una macchina da presa a 16 mm lavora con bambini e ragazzi provenienti da condizioni di particolare disagio sociale. Con loro realizza non-film come questo in cui gli stessi allievi divengono protagonisti dei quali cogliere sprazzi di vita, intuizioni, dubbi. Laxe non si nasconde la difficolta' dell'impresa e, con grande onesta' intellettuale, mostra una scena in cui i ragazzi stessi dicono di non voler piu' collaborare con lui perche', appunto, " questo non e' un film". Cosi' come mostra lo scetticismo dei responsabili dell'istituzione che li accoglie i quali temono che piu' che aiutare gli allievi li stia utilizzando per la propria personale realizzazione come regista. Ma il film continua, magari con la ricerca di una 'storia' da raccontare come quella dell'ulivo dal quale recarsi in pellegrinaggio in cima a una collina. Perche' comunque il lavoro con l'immagine puo' essere terapeutico come una seduta dallo psicologo. Per questi ragazzi forse di piu'.