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Il turista e la femme fatale

Presentato ieri a Roma The Tourist, il nuovo film di Florian Henckel von Donnersmarck.
di Marianna Cappi

Johnny Depp al photocall di The Tourist
Johnny Depp (John Christopher Depp II) Altri nomi: (Oprah Noodlemantra ) (60 anni) 9 giugno 1963, Owensboro (Kentucky - USA) - Gemelli. Interpreta Frank Taylor nel film di Florian Henckel von Donnersmarck The Tourist.

giovedì 16 dicembre 2010 - Incontri

Florian Henckel von Donnersmarck voleva fare un film lussuoso, suggestivo e coinvolgente, ma che non si prendesse troppo sul serio. Angelina Jolie e Johnny Depp, nei panni di una femme fatale inglese e di un turista americano, stanno al suo gioco e sfrecciano per Venezia sui motoscafi e sui "coppi", in abiti da sera e da notte (leggi: in pigiama). Alla conferenza stampa, invece, regista e protagonista maschile si sono presentati in ritardissimo, mentre la Jolie non è arrivata proprio, bloccata a Berlino da un guasto dell'aereo, ma ha promesso la sua presenza in serata, in tempo per il red carpet.

Lei è solito interpretare ruoli più trasgressivi di questo. Cos'ha trovato nel suo personaggio?
Depp: Il personaggio di Frank... tutti i personaggi hanno qualcosa di te, alla fine, ma direi che lui è molto diverso da me. È come una valigia, dice Florian, all'interno della quale tutto è ordinato e preciso. Per me la sfida era quella di interpretare un uomo talmente normale da risultare quasi strano. Un uomo che si identifica dal suo rapporto con la sigaretta elettronica: un oggetto simmetrico e tecnologico. Mi ricorda di un contabile che conoscevo, apparentemente normalissimo, che fotografava insegne o cartelli che contenevano il suo cognome, in tutto il mondo. Una cosa per me strana.

Preferisce ruoli in cui ha la possibilità di essere più istrione? O questo?
Depp: In ogni film, di Burton o di Jarmusch o di qualsiasi altro, la tua prima responsabilità come attore è essere fedele alla sceneggiatura e a quello che il quadro del film, la sua visione, ti richiede. Quindi non si tratta di andare sopra o sotto le righe, ma di essere funzionali a quello che è il contesto. Certo, i personaggi più istrionici sono una sfida, ma anche gente come il Frank di questo film ti richiede un impegno, anche se diverso.

Com'è stato lavorare con due stars del loro calibro?
FHvD: Per me le star non esistono. Cosa sono le star? Attori molto bravi che hanno un gran seguito. Ma sono sempre attori. Quindi per me non c'è stata grande differenza nel lavorare con loro due, ci ho parlato come parlo con tutti gli altri attori. Le critiche a questo film? Forse ci si aspettava che replicassi lo stile delle "Vite degli altri", ma qui volevo fare un film leggero e gentile, che mettesse il pubblico in uno stato d'animo positivo. Avevo bisogno di cambiare genere, volevo festeggiare la bellezza del mondo, la leggerezza, ne avevo bisogno io stesso.

Nel film ci sono molti attori italiani. Che rapporto ha avuto con De Sica?
FHvD: Christian De Sica è stato una grandissima scoperta. Non ho mai incontrato nessuno che combini eleganza e umorismo come lui. Sia io che Depp siamo rimasti molto colpiti da lui. Quando hanno visto il film in America, alla Sony, hanno detto: "ma chi è? Perché non l'abbiamo mai visto e utilizzato?" Poi volevo Alessio Boni da quando ho visto La meglio gioventù, e conoscevo Marcorè per le sue imitazioni. Frassica? Lo vedo sempre in tv nei panni di un carabiniere, quindi l'ho voluto negli stessi panni. Ed è stato difficile per Angelina recitare un rifiuto di fronte a Raoul Bova. Avete ottimi attori, qui in Italia.

In Germania dicono che il suo film sia genuflesso al cospetto di Angelina Jolie...
FHvD: Era quello che volevo. Ammiro i grandi attori, e lei lo è, come lo sono tutti gli altri che ho scelto. Per me questo film è fatto per la gloria degli attori, non m'interessano i film alla stregua di Transformers.

Non la spaventava l'idea di girare un film americano?
FHvD: Sì, avevo paura a lavorare per la prima volta in America, ma è passata quando Johnny ha accettato la parte. Sapendo che potevo contare su loro due, mi sentivo tranquillo. Avrei sempre rimpianto di non aver tentato di fare un film del genere.

Si è ispirato a qualcuno?
FHvD: No, seguo il mio istinto, mi confronto con gli attori, non penso a nessuno in particolare.

A quanti film rinuncerebbe per aver scritto Johnny B. Goode? E quando la smetterà di imitare Keith Richards?
Depp: Non smetterò mai di imitarlo fino a che non lo diventerò. Fisicamente. E avrei voluto scrivere "Highway 61", "Sympathy for the devil" o "Il maestro e Margherita"... ma mi accontento del mio lavoro. Faccio facce nei film e sono contento così.

Mai avuto problemi con il regista di un film di cui era interprete? Quale personaggio non l'ha fatta dormire di notte?
Depp: Sì, a volte mi è capitato di avere contrasti o idee diverse con alcuni registi, ma devi lavorare al meglio che puoi, devi essere un professionista, e quando ti scritturano sanno che tipo di attore sei. Florian è stato tranquillissimo e una fonte di grandi ispirazioni. Se devo citare un film che mi ha messo in difficoltà è stato The Libertine, non per il personaggio ma per l'impianto generale.

Il film non conta alcuna scena "calda" e si dice che sia stata tagliata una scena hot sotto la doccia. Perché?
FHvD: I baci di questo film non sono certo casti, e non abbiamo tagliato nessuna scena di sesso sotto la doccia, non è mai esistita.
Depp: Come no? Era tra me e Christian De Sica.

Com'è stato girare a Venezia? Quanto la location ha giovato al risultato del film?
FHvD: Venezia è stata immancabile. Se ci penso, non posso nemmeno credere che esista davvero. Ci ho vissuto 5 mesi, e ora mi sembra un sogno, irreale. E poi si vedono donne bellissime, a Venezia le donne sembrano più belle che in altri posti.
Depp: È stato bellissimo poter passare dei mesi a Venezia, è stato un sogno. E come attore, la magia del posto ti aiuta, anche se le distrazioni ci sono state, per via dei paparazzi, per via di Angelina. Ma i suoi luoghi, la sua poesia, la sua magia, i suoi fantasmi, che vedevamo la notte tardi quando giravamo, sono stati di grande ispirazione.

Il film ricorda la serie dell'Uomo Ombra e i film di Bond. Ci avete pensato? Quel tipo di cinema era uno dei vostri obiettivi?
FHvD: Sì, grazie, effettivamente è così, abbiamo puntato molto a questo stile di un'altra epoca. Volevamo riproporlo senza però tornare indietro. Quanto a 007, non ho scelto Timothy Dalton per questo motivo, ma per lo charme che aveva nei panni del cattivo di Rocketeer, e Steven Berkoff per lo stesso motivo, per l'eleganza del cattivo di Beverly Hills Cop, e per quando l'ho visto a teatro recitare Kafka. Mi piace quando il cattivo è un gentleman. Hollywood è un bruttissimo quartiere di Los Angeles, ma il marchio Hollywood mi fa ancora battere il cuore più forte, non per i blockbusters ma per l'eleganza che sa ancora garantire.

Tornerà dietro la macchina da presa? Come ha preso la notizia della doppia nomination ai Golden Globes?
Depp: Sì, potrei tornare a dirigere un film, ma non mi scritturerei come attore. Per quanto riguarda i Globes sono commosso e felice. Ricevere due nominations è strano, è come combattere contro te stesso. I premi sono positivi perché riconoscono il valore del tuo lavoro ma, allo stesso tempo, è abbastanza sciocco mettere in competizione il talento degli artisti.

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