devo27
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domenica 7 giugno 2020
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degno di nota
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Questo è un film che cresce di intensità e di complessità, lo fa molto lentamente, arrivando al culmine nel finale. Il regista, con delicatezza, porta inevitabilmente lo spettatore ad empatizzare con il protagonista, con il suo essere schivo, traumatizzato e disperato; l'incontro con la bambina è l'occasione per poter far esplodere una sete di vendetta repressa. In questo il film è molto 'americano', motivo per cui la trama di base dà la sensazione del già visto, del conosciuto, e questo è il suo limite principale; ma la sua peculiarità sta proprio nella caratterizzazione dei due personaggi principali e del loro rapporto.
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Questo è un film che cresce di intensità e di complessità, lo fa molto lentamente, arrivando al culmine nel finale. Il regista, con delicatezza, porta inevitabilmente lo spettatore ad empatizzare con il protagonista, con il suo essere schivo, traumatizzato e disperato; l'incontro con la bambina è l'occasione per poter far esplodere una sete di vendetta repressa. In questo il film è molto 'americano', motivo per cui la trama di base dà la sensazione del già visto, del conosciuto, e questo è il suo limite principale; ma la sua peculiarità sta proprio nella caratterizzazione dei due personaggi principali e del loro rapporto. La bambina che chiama il suo sostituto paterno "Signore" è una trovata brillante, che da sè certifica (prima ancora che lo esprima a parole) la sua solitudine, il suo essere disperata, e in questo si accomuna al protagonista. L'abbraccio finale è reso possibile solo con la liberazione dalla rabbia che lo opprimeva, certamente violenta e quindi agita. Salta agli occhi, almeno ai miei, un apprezzamento a Quentin Tarantino e al suo Kill Bill, nello scontro finale: non una scopiazzatura, ma un necessario punto di riferimento. In sintesi, un film degno di nota, senza filtri, caratterizzato da un climax crescente che culmina nella calma di un abbraccio e di un pianto.
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domenica 7 giugno 2020
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degno di nota
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Questo è un film che cresce di intensità e di complessità, lo fa molto lentamente, arrivando al culmine nel finale. Il regista, con delicatezza, porta inevitabilmente lo spettatore ad empatizzare con il protagonista, con il suo essere schivo, traumatizzato e disperato; l'incontro con la bambina è l'occasione per poter far esplodere una sete di vendetta repressa. In questo il film è molto 'americano', motivo per cui la trama di base dà la sensazione del già visto, del conosciuto, e questo è il suo limite principale; ma la sua peculiarità sta proprio nella caratterizzazione dei due personaggi principali e del loro rapporto.
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Questo è un film che cresce di intensità e di complessità, lo fa molto lentamente, arrivando al culmine nel finale. Il regista, con delicatezza, porta inevitabilmente lo spettatore ad empatizzare con il protagonista, con il suo essere schivo, traumatizzato e disperato; l'incontro con la bambina è l'occasione per poter far esplodere una sete di vendetta repressa. In questo il film è molto 'americano', motivo per cui la trama di base dà la sensazione del già visto, del conosciuto, e questo è il suo limite principale; ma la sua peculiarità sta proprio nella caratterizzazione dei due personaggi principali e del loro rapporto. La bambina che chiama il suo sostituto paterno "Signore" è una trovata brillante, che da sè certifica (prima ancora che lo esprima a parole) la sua solitudine, il suo essere disperata, e in questo si accomuna al protagonista. L'abbraccio finale è reso possibile solo con la liberazione dalla rabbia che lo opprimeva, certamente violenta e quindi agita. Salta agli occhi, almeno ai miei, un apprezzamento a Quentin Tarantino e al suo Kill Bill, nello scontro finale: non una scopiazzatura, ma un necessario punto di riferimento. In sintesi, un film degno di nota, senza filtri, caratterizzato da un climax crescente che culmina nella calma di un abbraccio e di un pianto.
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degno di nota
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Questo è un film che cresce di intensità e di complessità, lo fa molto lentamente, arrivando al culmine nel finale. Il regista, con delicatezza, porta inevitabilmente lo spettatore ad empatizzare con il protagonista, con il suo essere schivo, traumatizzato e disperato; l'incontro con la bambina è l'occasione per poter far esplodere una sete di vendetta repressa. In questo il film è molto 'americano', motivo per cui la trama di base dà la sensazione del già visto, del conosciuto, e questo è il suo limite principale; ma la sua peculiarità sta proprio nella caratterizzazione dei due personaggi principali e del loro rapporto.
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Questo è un film che cresce di intensità e di complessità, lo fa molto lentamente, arrivando al culmine nel finale. Il regista, con delicatezza, porta inevitabilmente lo spettatore ad empatizzare con il protagonista, con il suo essere schivo, traumatizzato e disperato; l'incontro con la bambina è l'occasione per poter far esplodere una sete di vendetta repressa. In questo il film è molto 'americano', motivo per cui la trama di base dà la sensazione del già visto, del conosciuto, e questo è il suo limite principale; ma la sua peculiarità sta proprio nella caratterizzazione dei due personaggi principali e del loro rapporto. La bambina che chiama il suo sostituto paterno "Signore" è una trovata brillante, che da sè certifica (prima ancora che lo esprima a parole) la sua solitudine, il suo essere disperata, e in questo si accomuna al protagonista. L'abbraccio finale è reso possibile solo con la liberazione dalla rabbia che lo opprimeva, certamente violenta e quindi agita. Salta agli occhi, almeno ai miei, un apprezzamento a Quentin Tarantino e al suo Kill Bill, nello scontro finale: non una scopiazzatura, ma un necessario punto di riferimento. In sintesi, un film degno di nota, senza filtri, caratterizzato da un climax crescente che culmina nella calma di un abbraccio e di un pianto.
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dandy
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mercoledì 14 febbraio 2018
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nowhere to run,nowhere to hyde...
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Scritto dal regista,un robusto action korean style disinvolto e frenetico,almeno nella seconda parte.La prima segue diligentemente certi clichè tipici del genere(la bambina trascurata dalla madre e maltrattata dal compagno,l'empatia di Cha che scatta in ritardo)ma poi si va su tutt'altro livello.E come sempre,certe scene hanno una durezza che nessun regista occidentale si sognerebbe di proporre(il flashback sulla morte della moglie del protagonista).E i personaggi sono (quasi)tutti ben caratterizzati,buoni o cattivi.Non al livello di film come "The chaser" o "Guilty of pleasure",ma comunque deno di nota,e di rispetto.Ottimo il cast,a cominciare dal protagonista,popolarissimo in patria.
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biso93
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sabato 18 febbraio 2017
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una bella stella che non emerge totalmente
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The man from nowhere e' un buon revenge-noir che riesce comunque ad emergere tra i tanti film di questo filone grazie ad un interessante sceneggiatura la quale cerca di staccarsi dai vari cliche' di questo filone ma oltre a cio', non riesce a brillare di una forte luce propria e di una vera e propria identita', visto le ottime recensioni che avevo visionato su Rotten. Mi aspettavo di piu'. La regia e' notevole in certi momenti mentre in altri vive di escamotage e trucchetti, evitando di mostrare cio' che in relta' vorremmo vedere. Pregievole comunque la sua natura profondamente legata algi anime, nello stile e nelle inquadrature. Si sforza per non cadere nel gia' visto, non ci riesce del tutto.
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The man from nowhere e' un buon revenge-noir che riesce comunque ad emergere tra i tanti film di questo filone grazie ad un interessante sceneggiatura la quale cerca di staccarsi dai vari cliche' di questo filone ma oltre a cio', non riesce a brillare di una forte luce propria e di una vera e propria identita', visto le ottime recensioni che avevo visionato su Rotten. Mi aspettavo di piu'. La regia e' notevole in certi momenti mentre in altri vive di escamotage e trucchetti, evitando di mostrare cio' che in relta' vorremmo vedere. Pregievole comunque la sua natura profondamente legata algi anime, nello stile e nelle inquadrature. Si sforza per non cadere nel gia' visto, non ci riesce del tutto. Gli manca come ho gia' accennato una identita' piu' forte e intensa. Finale scontato a mio parere, avrei gradito di piu' qualcosa di piu' feroce. Buon prodotto ma non eccelso.
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mydearasia
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martedì 17 giugno 2014
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bellissimo
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un film che riesce ad emergere dallo standard del genere, dal classico copia e incolla dei tanti thriller con fini di vendetta che si sono visti finora.
Lui è un ragazzo con un passato oscuro, che cerca di riprendere a modo suo la via della normalità. ma purtroppo nell' ambiente degradato e povero in cui vive, non è facile. Come si può immaginare, la droga è la maniera più semplice per evadere da quella triste realtà, Unica luce nel buio intorno è una dolcissima bambina che, malgrado ogni sua reticenza, lo cerca continuamente agognando quel calore umano che la madre non riesca a darle. Madre che purtroppo si prostituisce ed è in balia della droga. Quando lei ruba una importante partita di droga e finisce nel mirino dei trafficanti, finisce per essere uccisa e la bambina rapita.
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un film che riesce ad emergere dallo standard del genere, dal classico copia e incolla dei tanti thriller con fini di vendetta che si sono visti finora.
Lui è un ragazzo con un passato oscuro, che cerca di riprendere a modo suo la via della normalità. ma purtroppo nell' ambiente degradato e povero in cui vive, non è facile. Come si può immaginare, la droga è la maniera più semplice per evadere da quella triste realtà, Unica luce nel buio intorno è una dolcissima bambina che, malgrado ogni sua reticenza, lo cerca continuamente agognando quel calore umano che la madre non riesca a darle. Madre che purtroppo si prostituisce ed è in balia della droga. Quando lei ruba una importante partita di droga e finisce nel mirino dei trafficanti, finisce per essere uccisa e la bambina rapita. A quel punto Cha Tae-sik dimentica il suo desiderio di normalità ed entra "in guerra" per ritrovare la piccola. Bellissimi i personaggi, bella la storia, inquietante e tristissimo quello che, via via che il film scorre, esce fuori da ciò che apparentemente sembrava solo un giro di droga e che invece, specie per i piccoli, sarebbe diventato un destino più atroce.
adoro questo film!!
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enigmista
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mercoledì 22 maggio 2013
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che meraviglia!
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Questo film è un vero capolavoro!
Ottimo per chi cerca un'esempio della potenza/essenza del cinema coreano!
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josip delarge
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mercoledì 6 febbraio 2013
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consigliato
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Il cinema coreano sforna un'altro ottimo thriller di alta drammaticità. La trama si rivela coinvolgente e in un certo senso densa, mai banale e priva di tematiche (al contrario di buona parte del cinema occidentale nel solito genere). Particolari lodi vanno fatte agli attori e al senso drammatico del film, grazie a scene pulp e allo schema sconfitta/vendetta. Forse l'unica vera pecca sono i dialoghi, un pò scarni. Film consigliatissimo
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