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Un giovane (ma non troppo) pugile, all'ombra del fratello ex pugile dal proprio momento di gloria ora dipendente da crack. Una famiglia troppo invadente, con una madre manager improvvisata. Una dozzina di sorelle invidiose della partner del giovane pugile. Elementi tutti questi che rischiano di far finire (senza iniziare) la carriera del giovane pugile, che riuscirà a risollevare le proprie sorti solo con un mix di odio/amore, anche dopo l'ennesima ed apparentemente definitiva sconfitta. Uno sport nobile come la boxe, in cui c'è sempre una storia da raccontare pronta ad essere trasformata in film, fà da sfondo al nuovo film di David O. Russel, regista che fino ad oggi poteva essere definito "acerbo. Arricchendolo inoltre di prezioni ed attuali particolari come l'invadenza della famiglia, l'amore che supera i problemi e la dipendenza da droghe confeziona in "The Fighter" un film vero. Pieno di emozioni e di spunti di riflessione. Con l'aiuto della trama, in cui sembra si stia girando un film sul ritorno sul ring del fratello maggiore, il regista si prende la libertà di inquandrature in continuo movimento, come lo sguardo di un pugile sul ring, trascinando lo spettatore all'interno del film, facendogli respirare quel tipico odore di boxe, tra sudore, sangue, immondizia urbana e sigarette. Peccato le immagini finali e le riprese degli incontri, in cui sempra palese la ricostruzione finta degli incontri, con pugni "forzati" e sguardi ed espressioni poco credibili da parte degli attori, distogliendo l'attenzione dello spettatore e riportandolo in sala cinema, quando invece credeva di assistere, ad un vero e proprio combattimento di boxe. Inspirato da una storia vera.
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