liuk!
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martedì 9 aprile 2013
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niente di particolare
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Sufficienza stentata per questa pellicola sudamericana a metá tra commedia e tragedia. I temi generazionali sono trattati quasi nella loro totalitá, troppo per un film di un'ora e mezza. Dal bullismo alla droga, passando per omossesualitá e cuori infranti, il mix é caotico e non ci si riesce a focalizzare su un argomento specifico, tanto che la caratterizzazione dei personaggi risulta scarsa. Vi sono anche lati positivi come un buon ritmo complessivo e una colonna sonora curata, ma non basta per elevare lo spessore del prodotto finale che, creando poche emozioni nello spettatore, dopo poco annoia.
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renato volpone
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lunedì 22 ottobre 2012
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il paradosso della felicità
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Il paradosso della felicità: per fare la cosa giusta bisogna sapere prima cosa si sta sbagliando. Hermano, 15 anni ha un'energia che spacca il mondo, ma il mondo gli si rivolta contro con tutta la sua violenza mettendolo di fronte alle scelte degli altri, al "mondo libero" ma anche a false verità. È difficile per un ragazzo nel pieno dell'adolescenza subire la separazione dei genitori, e ancora di più lo è scoprire che il proprio padre é gay. E poi c'è la scuola, il gruppo, dove per appartenenza si calpesta la ragazza lesbica o il professore baciato da una sua allieva, per poi capire, quando è il tuo turno di essere calpestato, il valore del "mondo libero".
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Il paradosso della felicità: per fare la cosa giusta bisogna sapere prima cosa si sta sbagliando. Hermano, 15 anni ha un'energia che spacca il mondo, ma il mondo gli si rivolta contro con tutta la sua violenza mettendolo di fronte alle scelte degli altri, al "mondo libero" ma anche a false verità. È difficile per un ragazzo nel pieno dell'adolescenza subire la separazione dei genitori, e ancora di più lo è scoprire che il proprio padre é gay. E poi c'è la scuola, il gruppo, dove per appartenenza si calpesta la ragazza lesbica o il professore baciato da una sua allieva, per poi capire, quando è il tuo turno di essere calpestato, il valore del "mondo libero". Il film, brasiliano, ricostruisce con maestria i tormenti dei giovani adolescenti e le loro sofferenze, buonista come la migliore letteratura gay americana per ragazzi, ci offre delle buone soluzioni, l'importante é comunque aver scoperto il nervo, il dolore di una società che cambia e che è difficile da assimilare per arrivare a capire che non si tratta di dolore, ma di emozione e di vera vita. Ottima la recitazione e la colonna sonora. Elevato il livello di ansietà.
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donni romani
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lunedì 22 ottobre 2012
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finalmente degli adolescenti non stereotipati
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Arriva dal Brasile un affresco sull'adolescenza delicato e sincero, senza esagerazioni dialettiche come spesso succede nelle commedie made in Italy e senza la presunzione di suggerire perle di saggezza o di giudicare i comportamenti giovanili. La storia ruota attorno a Hermano detto Mano quindicenne di Sau Paulo che frequenta il liceo, sta imparando a suonare la chitarra, ha una cotta per la bella della scuola ma si confida con l'amica di sempre. Piccole quotidianità fra bullismo e blog denigratori, le prime avventure erotiche e le prime delusioni dagli amici che tanto amici non sono, ma soprattutto la crisi familiare che Mano, insieme al fratello maggiore Pedro, affronta con il dolore e lo stupore che colgono chiunque debba affrontare per la prima volta una deflagrazione emotiva, tanto più che i genitori non si stanno semplicemente separando, ma si stanno separando perchè il padre, professore universitario, ha deciso di fare coming out a proposito della propria omosessualità e di presentare ai figli il suo nuovo compagno.
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Arriva dal Brasile un affresco sull'adolescenza delicato e sincero, senza esagerazioni dialettiche come spesso succede nelle commedie made in Italy e senza la presunzione di suggerire perle di saggezza o di giudicare i comportamenti giovanili. La storia ruota attorno a Hermano detto Mano quindicenne di Sau Paulo che frequenta il liceo, sta imparando a suonare la chitarra, ha una cotta per la bella della scuola ma si confida con l'amica di sempre. Piccole quotidianità fra bullismo e blog denigratori, le prime avventure erotiche e le prime delusioni dagli amici che tanto amici non sono, ma soprattutto la crisi familiare che Mano, insieme al fratello maggiore Pedro, affronta con il dolore e lo stupore che colgono chiunque debba affrontare per la prima volta una deflagrazione emotiva, tanto più che i genitori non si stanno semplicemente separando, ma si stanno separando perchè il padre, professore universitario, ha deciso di fare coming out a proposito della propria omosessualità e di presentare ai figli il suo nuovo compagno. E' decisamente troppo per Mano e soprattutto per Padro, e quell'universo spensierato e sereno che dovrebbe circondare la vita di due teenager va in frantumi coinvolgendo anche i rapporti affettivi. Non c'è spettacolarizzazione nel film di Bodanzky, non c'è mai indulgenza sui momenti critici, c'è anzi rispetto e pudore nel narrare i sentimenti fragili e contraddittori dei giovani, e la grazia con cui accompagna gli snodi narrativi è ciò che distingue "Le migliori cose del mondo" da altri prodotti ben più grevi e grezzi. Ci piacerebbe vedere più spesso una sceneggiatura tanto accurata nell'analisi dei sentimenti e tanto veritiera dei comportamenti, tanto precisa nel contestualizzare piccoli drammi e cocenti delusioni senza metterli in ridicolo e senza enfatizzarli, e tanto capace di accompagnare con affetto, fermezza e dolcezza quel percorso magico e doloroso che è l'adolescenza.
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t.granchi
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sabato 20 ottobre 2012
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finalmente l'adolescenza al cinema senza stupidità
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Finalmente un film che parla agli adolescenti e degli adolescenti in modo intelligente, genuino, lontano dal classico schema dei teen movie che siamo abituati a vedere sul grande schermo.
Una bella sorpresa. Da vedere.
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