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Sul mare: giovani senza pelle

D'Alatri gira un dramma sentimentale "in bilico sul mare" e sul precipizio.
di Marzia Gandolfi

La febbre
Alessandro D'Alatri 24 febbraio 1955, Roma (Italia) - 3 Maggio 2023, Roma (Italia). Regista del film Sul mare.

lunedì 29 marzo 2010 - News

La febbre
Dopo essersi cimentato con Commediasexi in un genere non suo, il cinepanettone, vincendo la scommessa di fare comunque cinema, Alessandro D'Alatri ritorna sullo schermo con una storia umana e gentile, interpretata da volti inediti. Dario Castiglio e Martina Codecasa, sullo sfondo salato e assolato di Ventotene, incarnano la possibilità di un amore e di un domani diverso. Coniugando la commedia all’italiana, che guarda a Germi e Monicelli, con un’ispirazione da cinema civile, il regista romano di estrazione pubblicitaria, dimostra ancora una volta di saper raccontare le storie e dirigere gli attori come pochi altri in Italia. Sul mare riesce a trasfondere una particolare carica di sensibilità, mettendo in scena una storia d’amore intensa e mai “muccinianamente” urlata. A Roma per presentare il suo film, D'Alatri “occupa” il Teatro 16 di Cinecittà, oggi teatro di posa della NUCT - Scuola Internazionale di Cinema e Televisione, e ci racconta la febbre dei vent’anni e i suoi giovani senza pelle.

Senza paura
Alessandro D’Alatri: Volevo fare un film a favore del cinema, volevo fare un film all’aria aperta per tornare a respirare e non volevo avere paura di farlo. Nasce da queste esigenze e con questo spirito l’idea di adattare e girare Sul mare, un film mediterraneo per parlare delle speranze e delle fragilità delle nuove generazioni. Sul mare recupera la tradizione della commedia all’italiana, un cinema capace di coniugare intrattenimento e contenuti. Da sempre mi piace prendere concetti alti e renderli comprensibili a tutti, questa volta poi partivo avvantaggiato e favorito dal romanzo di Anna Pavignano, nelle sue pagine c’era già tutto, bisognava soltanto metterlo in scena. Ho presentato questo film alla Warner come se fosse il mio secondo esordio, avevo lo stesso entusiasmo e la stessa voglia di correre il rischio, forse perché sapevo di avere un capitale umano appassionato ed entusiasta che ha sposato subito la mia voglia di fare un film, passatemi il termine, “adolescenziale”.

Nuovi volti
Alessandro D’Alatri: La scelta del cast è stata al solito controcorrente. Non volevo che il mio film fosse interpretato da attori famosi o addirittura da trentenni che fingono di essere ventenni, per questa e altre ragioni ho deciso di investire e scommettere su due volti nuovi, Dario Castiglio e Martina Codecasa. Naturalmente nutro un grande rispetto per le attrici e gli attori italiani ma questa volta non volevo attori con un passato, non volevo distrazioni, così mi sono affidato ai curricula formativi. Dario e Martina avevano molti anni di studio alle spalle e continuavano a seguire seminari di recitazione, tutto questo mi faceva molta simpatia e allora mi decisi a chiamarli per i provini. In fondo non sono nuovo alla cosa, il mio cinema ha visto debuttare Sabrina Ferilli, Stefania Rocca, Kim Rossi Stuart, Fabio Volo, mi piace portare sullo schermo attori sconosciuti e nemmeno questa volta mi sono smentito.

Provini & interviste
Dario Castiglio: Dopo anni di studio è stato bello e importante scendere finalmente in campo. L’incontro con D'Alatri mi ha offerto il primo ruolo da protagonista e la possibilità di esprimermi come attore. Il mio provino fu piuttosto curioso e amo ricordarlo: D'Alatri mi diede libro e sceneggiatura, chiedendomi di ripresentarmi l’indomani per un colloquio. Il mio provino si rivelò una vera e propria intervista al mio personaggio. Quello che Alessandro voleva da me è che provassi a raccontargli l’anima di Salvatore. Successivamente abbiamo lavorato insieme a costruire questo ragazzo di soli vent’anni, quello che più ci interessava era capire chi fosse veramente Salvatore. Abbiamo inoltre passato tante ore a parlare coi barcaioli di Ventotene, raccogliendone l’esperienza e provando a replicarla sullo schermo.

Debutti
Martina Codecasa: Lavorare con Alessandro D'Alatri è stata davvero un’esperienza indimenticabile. Mi piaceva l’idea di portare in scena una ragazza della mia età, con i sogni e le paure dei miei vent’anni. All’inizio mi spaventava un po’ il mio personaggio, Martina è una ragazza che rischia di sembrare antipatica, poi io e Alessandro ci abbiamo lavorato fino a smussarne gli angoli e adesso sono certa che il pubblico comprenderà la sua fragilità. Martina è forse la persona che soffre di più perché al contrario di Salvatore non ha radici, vive in assenza del padre e in conflitto con la madre.

Come nasce una storia
Anna Pavignano: Il mio romanzo (“In bilico sul mare”, ed. E/O) nasce da un incontro avvenuto qualche tempo fa proprio davanti all’isola di Ventotene. Una mattina decisi di fare un giro in barca per le isole del Mediterraneo e mi imbattei in uno dei tanti Salvatore che vivono sospesi tra due stagioni, quella estiva, spesa come barcaioli, e quella invernale, occupata presso i cantieri. Dal confronto con un ragazzo così a suo agio sul mare si avvia questa storia di giovani che vivono in località costiere o sulle isole, conducendo appunto una vita con un lato estivo e uno invernale. Ma nel mio romanzo c’è qualcosa di più urgente, una storia di possibili tragedie e di vite interrotte per incuria. Volevo raccontare la realtà del lavoro nero, che ha molto spesso come conseguenza morti bianche. Ecco, mi piaceva e mi faceva riflettere questo gioco di colori che si sposano col blu del mare e coi toni vivaci dell’isola di Ventotene.

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