I nuovi episodi
Nuovi episodi per la seconda stagione di Squadra antimafia 2 - Palermo oggi, con cui Canale 5 spera di risollevare lo share troppo basso di questi ultimi mesi causato, ammette il produttore della serie Pietro Valsecchi (realizzato Da Taodue S.r.l.), da un'errata scelta di programmazione, ma anche dall'alta competizione, dall'ampia offerta (come Sky ad esempio!), ma anche dalla predilezione, ultimamente, per programmi di informazione, tanto che forse l'unica preoccupazione dovrebbe essere quella di scrivere una buona fiction. La squadra formata da Simona Cavallari (nei panni di Claudia Mares), Claudio Gioé (Ivan Di Meo) e Giulia Michelini (Rosy Abate) andrà in onda dal 27 aprile, ogni martedì, per otto puntate. Un buon prodotto, a detta del Direttore Fiction Giancarlo Scheri, quest'anno diretto da Beniamino Catena.

Catena, come hai realizzato questa seconda serie?
Per me è stata una grande avventura perché abbiamo adattato il tema della mafia alla realtà, alla cronaca. È stato interessante coordinare un genere noir; dopo otto puntate, otto film, funziona come un filo unico, come se fossero tutti atti e non è stato facile gestire tutta la narrazione, ma ci siamo riusciti.
Sandrone Dazieri, che tipo di lavoro di scrittura è stato fatto?
Premetto che io sono in rappresentanza della squadra di scrittura (composta tra gli altri, anche da Luca Monesi e Valter Lupo n.d.r.). La sfida che ci si poneva, con la seconda stagione, era di riprendere i fili lasciati aperti nella prima, come sapere che fine aveva fatto Gioé, che succedeva alla squadra in generale e poi raccontare qualcosa di nuovo. Due sono state le nostre linee guida: 1) raccontare la mafia di oggi, le novità, come le attuali alleanze, i rapporti economici e i poteri che ci sono; 2) tenere sempre alta l'attenzione, far si che ogni puntata avesse sorprese, colpi di scena, ma che divertisse anche.

Giulia Michelini, come ti sei trovata stavolta nei panni di Rosy?
Bene…devo dire che per me è stata una grandissima esperienza sia a livello attoriale sia umano, “…che non volevi fare” incalza Valsecchi, “Non è vero! Devo dire che si tratta di un grande prodotto, da guardare nella sua completezza”.
Simona Cavallari, per te che esperienza è stata?
Per me è stato bello, intenso…Pensavo che una seconda serie mi stimolasse meno perché conoscevo già bene il personaggio e invece questa conoscenza per noi tre è stata fondamentale, siamo andati ancora più in profondità nei nostri personaggi, ce li avevamo come addosso, è stata una bellissima esperienza di recitazione. Per quanto riguarda il mio personaggio, è sempre molto solo perché è cambiata la squadra e Lione è sempre più lontana. Mi ritrovo, con questo personaggio, a vivere situazioni simili nella vita privata. Mi sentivo un po' sola sul set, ma alla fine è andato tutto bene.
Claudio Gioè, il tuo lavoro com'è stato?
Sono sempre molto contento di partecipare a questi prodotti della Taodue perché io, da palermitano, ho un occhio più critico sul quadro criminale che viene descritto in queste serie tv e vengo confortato da una veridicità, da un'attenzione per le ultime indagini in corso. Addirittura quando noi giravamo a Palermo alcune sequenze del film, arrivavano a compimento delle indagini, degli arresti, fatti simili a quelli che mettevamo in scena, quindi si mischiavano molto i piani. Come personaggio, vengo coinvolto in una sorta di “triangolo” e qui entra in gioco “la fantascienza” (ironizza) perché non si spiega come due belle donne si interessino a me!.

Che cosa ne pensate di quanto dice il Premier e cioè che quella legata alla mafia è un'immagine dell'Italia che non deve essere esportata?
Valsecchi: Non mi sono mai arrivate segnalazioni di non fare film sulla mafia, e io ne ho fatti, come quello su Borsellino, ma anche Ultimo, ma adesso ne stiamo preparando uno sul clan dei Casalesi. Se il riferimento è film che si esportano, questa serie non si esporta! Credo nella televisione pedagogica, nei valori che trasmette la Taodue e credo che dobbiamo fare molti più film sulla mafia, ma fatti bene; sono un valore aggiunto da dare come segnale al paese, alla gente che vede questi prodotti. Questa è la mia idea, io porto avanti i valori importanti. Spesso i giornalisti strumentalizzano il nostro prodotto, ma credo che sia un accanimento con i prodotti di Canale 5 e questo un po' mi spaventa; ogni tanto leggo articoli che dicono che le fiction di Canale 5 non funzionano, è sbagliato secondo me. Perché sostenere la Rai? Perché non sostenere il valore aggiunto che offre anche Canale 5? Ad esempio un film come Il capo dei capi la Rai non lo avrebbe mai fatto, mentre Canale 5 si.
Scheri: Siamo sempre stati liberi di scegliere i prodotti. Io sono anni che lavoro in Mediaset e sono sempre stato libero nello scegliere la linea della rete. Comunque, ci sono dei cicli con le fiction, abbiamo avuto dei momenti migliori, mentre in quello attuale dobbiamo capire un po' come costruire le fiction del futuro, che devono essere prima di tutto belle.
Gioé: Non credo che ci siano molti ambiti in cui si trattano questi argomenti, il fatto che ne parli una fiction non è esaustivo, ma è un inizio, anche solo per porsi delle domande nella giusta maniera. Questi film raccontano un problema irrisolto del nostro paese, ma la classe politica dovrebbe farlo in maniera più pressante.
Cavallari: Anche io penso che di certi argomenti bisogna sempre parlarne. Gli stessi siciliani sono contenti di quello che facciamo, del fatto che parliamo delle loro storie. Ci vedono un po' come i loro eroi.
Come è stata la scelta di Fabrizio Corona?
Valsecchi: Ha fatto un cameo in questa fiction. Interpreta Il catanese, un personaggio che fa molto bene. Insomma, lo vedremo recitare con i nostri attori (forse anche nella terza serie n.d.r.).