Advertisement
Shutter island: tra thriller psicologico e noir

Scorsese e Di Caprio, un rapporto di mutua fiducia.
di Gabriele Niola

Paura e trauma (con pochi deliri) a Shutter island
Leonardo DiCaprio (Leonardo Wilhelm DiCaprio) (49 anni) 11 novembre 1974, Los Angeles (California - USA) - Scorpione. Interpreta Teddy Daniels nel film di Martin Scorsese Shutter Island.

martedì 9 febbraio 2010 - Incontri

Paura e trauma (con pochi deliri) a Shutter island
Neanche loro sanno come definirlo: "Ha dei toni da thriller psicologico ma anche dei punti in cui è un horror gotico" dice Leonardo Di Caprio mentre Martin Scorsese con fare più cinefilo parla delle fonti di ispirazione: "Sono cresciuto con i noir del dopoguerra e il cinema dei tedeschi immigrati come Preminger e Lang, questo film si pone lungo la linea evolutiva di quei film e di quelli di Jacques Tourneur come Le catene della colpa". Di certo c'è che Shutter island, da noi a partire dal 5 Marzo anche se tra poco debutterà al Festival di Berlino, racconta di un agente dell'FBI impegnato, che indagando sulla sparizione di una paziente di un manicomio criminale compie un allucinato viaggio all'interno di se stesso.
Il quarto film che Scorsese e Di Caprio realizzano insieme è forse la prima pellicola di genere nella carriera del regista italoamericano, non a caso prende le mosse dal libro di Dennis Lehane (già responsabile delle opere alla base di Mystic river e Gone baby gone), materia sporca e ruvida che non lascia scampo, proprio come sappiamo piacere a Scorsese e, a quanto pare anche a Di Caprio.
Salta fuori infatti che il legame che i due stanno stringendo negli ultimi anni affonda le sue radici in una visione comune del mondo: "I personaggi più riusciti di Martin sono quelli che affascinano anche me perchè esplorano il lato oscuro dell'umanità e ci fanno capire meglio cosa voglia dire essere umani e avere a che fare con il dolore nella nostra vita".

La violenza è l'esternazione del dolore interiore
La forza di Martin Scorsese è sempre stata quella di non nascondere come egli stesso sia il primo ad essere spaventato dagli abissi umani che spesso ritrae nei suoi film, cosa che in Shutter island prende una dimensione anche più concreta ed esplicita del solito per stessa ammissione del regista: "Io convivo con la paura perchè credo che non si possa vivere nella paura ma solo conviverci. La cosa che mi spaventa di più oggi è il mondo che i miei figli erediteranno, anche per questo il materiale di partenza di questa storia mi attraeva molto e mi trovavo daccordo con quel senso di paura e paranoia che conosco bene. Nel 1952 avevo 10 anni e vivevo a New York dunque la paranoia è parte della mia vita ed è la stessa che ritrovo oggi. Io sospetto dell'autorità, di quelli che hanno potere o che esercitano il controllo, ed è chiaro dal film come nello scegliere il soggetto si sia riflessa questa parte della mia personalità".
Ma non solo, gran parte del film riflette sulla violenza e il vivere in maniera violenta, cosa mai trascurabile nei film di Martin Scorsese: "Trovo affascinante la natura del protagonista, il fatto che per lui la violenza sia stata formativa. Mi ha commosso come alla fine della storia tutta la sofferenza e il percorso compiuto mi abbiano fatto pensare a chi e cosa siamo come esseri umani e quanto di noi è istintivamente violento. Potremo mai evolverci da questo o ciò che ci tocca pagare per essere parte della violenza del mondo?".
La violenza del mondo come colpa primigenia che continua a perpetuarsi generando continue necessarie espiazioni che, nel film, si svolgono nel manicomio: "Alla fine si tratta di una tragedia umana, uno studio sugli effetti del trauma" spiega Leonardo Di Caprio "Parte delle mie ricerche utili a capire il personaggio hanno coinvolto documentari sui manicomi perchè la vera natura della storia è cosa facciamo per crearci una realtà nella nostra vita che non sia dolorosa come quella vera. Quindi come un uomo venga a patti con il proprio dolore".
Nel film come è facile immaginare data la presenza di Scorsese fanno capolino anche diversi riferimenti alla cultura religiosa cattolica, la quale si basa interamente sulla violenza perpetrata a Cristo e sull'espiazione dei peccati: "Sono cattolico e l'immagine del crocefisso è parte della mia psiche e della mia natura. Per me è la natura stessa della sofferenza umana".

I bravi ragazzi di Martin
Scorsese è un abitudinario, gli piace stabilire un rapporto forte con le persone con cui lavora e a loro dà completa fiducia. Non solo i nomi del reparto tecnico tendono a ripetersi nell'elenco della troupe dei suoi film (qui ritroviamo ancora una volta Robert Richardson alla fotografia, Dante Ferretti alla scenografica con l'inseparabile Francesca Lo Schiavo e ovviamente Thelma Schoonmaker al montaggio) ma anche con gli attori cerca di trovare un feeling che se si stabilisce consente loro di girare sempre più film insieme.
Dopo aver fatto coppia fissa con De Niro in ben 8 produzioni da quattro film a questa parte tocca a Leonardo Di Caprio con cui il regista ha degli inediti punti in comune e al quale concede totale fiducia: "Martin crede in te come attore e ti dà la proprietà del personaggio" spiega Di Caprio "una cosa importantissima che non tutti i registi fanno. Qualsiasi attore che abbia lavorato con lui lo confermerà, ti consegna la responsabilità del personaggio e ti sprona a guidarne lo sviluppo del ruolo perchè ti ha scelto per un determinato motivo".
Gangs of New York, poi The aviator e The departed un rapporto che si fa più complesso e frutta esiti sempre migliori: "Questo personaggio è stato il più complesso dal punto di vista emozionale tra quelli che ho mai interpretato" sostiene l'attore a cui il regista risponde con più rigore e un indizio sui progetti futuri: "Se il nostro modo di relazionarci è cambiato direi che l'ha fatto nella direzione di una fiducia maggiore e Shutter island ci ha portato ancora oltre anche se all'inizio non potevamo sapere quanto oltre saremmo andati. L'intensità che abbiamo raggiunto mi ha sorpreso. Per me è ispirante lavorare con Leonardo perchè usa la sua esperienza e la canalizza verso una crescita creativa, in più abbiamo gli stessi gusti, cosa che esploreremo meglio in futuro".
Un promessa che sembra più vera a sentire gli intenti battaglieri dell'attore: "Non ho la particolare ambizione di girare film di un certo genere o di interpretare un certo tipo di personaggi. Qualsiasi ruolo faccio mi innervosisce perchè sento che non sto facendo tutto quello che posso, e paradossalmente questa è una parte del processo creativo che mi piace. Anche io come molti ho i miei miti e da sempre guardo a loro per prendere ispirazione con l'obiettivo di riuscire a fare qualcosa di buono nella mia vita, sensazione che credo non raggiungerò mai per definizione. E' una missione lunga un'esistenza e non saprò mai se ce l'avrò fatta".

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati