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Robin Hood, il libro

Il classico della letteratura francese che narra le gesta di un eroe del folklore inglese.
di Fabio Secchi Frau

La recensione ***

venerdì 21 maggio 2010 - Libri

La recensione ***
Abituati come siamo ai sorprendenti universi letterari avventurosi targati Wilbur Smith, si può rimanere un po' freddini di fronte alla scrittura ottocentesca di Alexandre Dumas (padre) che però è la versione delle note gesta del fuorilegge più conosciuto dell'Anno Mille maggiormente sfruttata dal grande e piccolo schermo. Il libro (edito dalla Newton Compton, 2010, nella sua edizione integrale) riprende tutti i personaggi del folklore britannico, fra ladri gentiluomini, giovani lady in cerca d'amore e riscatto, re beffati e sceriffi senza cuore e li riporta alla vita frullandoli in una favola sulla liberà, la generosità e la santità di un arciere che si scaglia in difesa degli oppressi. Inevitabile la fascinazione che si sente verso questo personaggio anche quando, come in questo caso, Dumas non ha particolari profondità d'intenti, se non quella di regalare al pubblico la sua rilettura su un nuovo eroe con una prosa dal sapore poetico e artigianale.

In sintesi
Robin Hood diventa uno dei principali fuorilegge delle terre limitrofe a Nottingham dopo essere stato privato delle sue terre dallo Sceriffo della città. Rifugiatosi nella foresta di Sherwood, assalta e ruba ai ricchi per dare ai poveri, facendosi valere grazie alla sua grandiosa mira da arciere. Criminale, furfante, condannato a morte che però è ancora fortunatamente vivo, continua la sua ribellione contro chi ha assoggettato fino alla schiavitù i sudditi della Corona, avvalendosi dell'aiuto di altri briganti e facendosi forza nell'amore cavalleresco con la bellissima Lady Marian. Robin Hood diventa così il simbolo di speranza, di rivalsa, è l'uomo mandato da Dio per liberarli dall'oppressione.

L'autore
Alexandre Dumas padre nasce a Villers-Cotterêts il 24 luglio 1802, figlio di un generale della Rivoluzione Francese, Thomas Alexandre Davy de La Pailleterie. Allevato dalla madre, in drammatiche condizioni economiche, nel 1823, si trasferì a Parigi, dove trovò impiego come copista al servizio del Duca di Orléans. Durante quel periodo, entrò a contatto con l'universo teatrale francese, proponendo alcuni suoi copioni a impresari e attori molto noti all'epoca. Dopo i notevoli successi dei suoi scritti sul palcoscenico ("Enrico III e la sua corte" e "Christine"), lasciò il suo lavoro al servizio del Duca per diventare scrittore a tempo pieno, specializzandosi nel romanzo storico. Di lui si ricordano opere come "I tre moschettieri", "La Regina Margot", "Il conte di Montecristo". Amante dei viaggi e grande amico e ammiratore di Giuseppe Garibaldi, lo accompagnò nella Spedizione dei Mille, fornendogli delle armi ed entrando a Napoli al suo fianco. Dopo essere diventato Direttore degli scavi e dei musei, per tre anni, ritornò a Parigi, continuò a scrivere fino a quando una malattia vascolare lo lasciò semiparalizzato, morendo a Dieppe il 6 dicembre 1870. "Robin Hood il proscritto", seppure scritto nel 1863, uscì prostumo.

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