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Predators: l'action hero che non ti aspetti

Solo su MYmovies, featurette inedita del film.
di Gabriele Niola

Il video

lunedì 5 luglio 2010 - Approfondimenti

Un lavoro sul mio corpo
Già ha perso tutta la massa che aveva messo su. È un Adrien Brody al suo normale peso forma, quello che si presenta alla conferenza stampa di Predators, non più "pompato" (sono almeno 15 i chili che dice di aver messo per l'occasione) come si conviene in un film d'azione nostalgico degli anni '80 qual è la nuova pellicola di Nimrod Antal.
Lui che già era dimagrito moltissimo per interpretare Il Pianista, il film di Roman Polanski che l'ha lanciato e gli ha fruttato un premio Oscar, qui ha affrontato la trasformazione inversa: "È mia responsabilità in quanto attore far intuire la realtà e la verità, e per fare questo devo capire il mio personaggio attraverso un lavoro sul mio corpo, solo così posso creare una connessione con il pubblico. La trasformazione fisica è un processo doloroso e probante ma ti aiuta a capire la natura profonda di chi devo interpretare".

Un villain con cui vuoi identificarti
"Quando apriamo i giornali solitamente leggiamo di giovani militari che tutto sembrano tranne che supereroi, ti fanno pensare che le qualità più importanti siano quelle interiori come la forza intellettuale o la confidenza tecnico-tattica. Per questo mi sono educato ad avere un approccio mentale di stampo militare, per imitare quelle caratteristiche".
Ha lavorato molto e si vede. Adrien Brody è uno degli ultimi attori che vengono in mente pensando ad un ruolo d'azione in stile anni '80, un eroe massiccio, para-militare e violento. Lui, abbonato a ruoli intellettuali, ha dovuto faticare molto per raggiungere la forma fisica in grado di convincere prima il produttore Robert Rodriguez poi il regita Nimrod Antal che potesse fare al caso loro.
"Come attore credo che il mio obiettivo debba sempre essere spingermi oltre le cose per le quali sono noto. Voglio essere un camaleonte e poter interpretare diversi ruoli".
Ma alla fine questo personaggio chi è? "È un uomo emotivamente provato e per questo volevo trovare qualcosa di meno superficiale di ciò che Hollywood normalmente consente di esistere nei film d'azione, volevo che il personaggio fosse fallato ed eroico al pari delle sue meno lodevoli qualità. È essenzialmente un cattivo per il quale devi tifare. Una bella sfida".

La vita dopo Il Pianista
Assurto agli onori della cronaca e diventato uno degli attori più importanti del mondo grazie alla prestazione (e all'Oscar vinto) in Il Pianista, Brody non è più riuscito a trovare una parte a quell'altezza, per sua stessa ammissione.
"Trovare un ruolo buono dopo Il Pianista non è stato facile, poche cose mai mi parleranno a quel livello. Ma detto questo posso dire di essere stato fortunato perchè ho avuto acceso a molte cose che mi hanno ispirato e mi hanno affascinato sebbene nulla sia stato un viaggio a tale livello e del resto pochi film, anche tra quelli che si vedono in giro, hanno quel peso e quella responsabilità sulle spalle dell'attore protagonista".
Ad ogni modo non può lamentarsi, ha incontrato comunque registi di livello "Si è sempre eccitante lavorare con gente creativa e appassionata dotata di un visione precisa. È ispirante. Robert [Rodriguez] come del resto Peter Jackson [con cui ha lavorato in King Kong ndr.] poi sono simili per quanto si attaccano al materiale, intimamente".

Un film girato come negli anni '80
Da vero appassionato Rodriguez ha voluto girare come una volta, rinunciando a molti effetti digitali e optando per quanta più ricostruzione era possibile.
"Abbiamo girato la parte della giungla in una vera giungla delle Hawaii e la cosa mi ha dato veramente una mano, sono rimasto sempre lì e questa è una cosa miracolosa. Abbiamo usato effetti veri, se c'erano esplosioni si faceva esplodere effettivamente qualcosa. Ero cosparso di sostanze ignifughe per evitare bruciature, una cosa eccitante sia da fare che da guardare".
Un modo di girare che oggi non si vede più...
"È un peccato che questo sia visto come retro e non contemporaneo mi dispiace che abbiamo perso questo tipo di modo di fare.
Quello che apprezzo è che questo film è fatto davvero come il cinema che amo, ti consente di pensare ed esistere con il personaggio. Non volevo portare il glamour, in un mondo così conscio della realtà della guerra mi sono sentito in dovere di dipingere il mio personaggio con toni oscuri anche se è un film d'intrattenimento".

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