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Noi credevamo |
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Un film di Mario Martone.
Con Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Edoardo Natoli.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 170 min.
- Italia, Francia 2010.
- 01 Distribution
uscita venerdì 12 novembre 2010.
MYMONETRO
Noi credevamo  
valutazione media:
3,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Parto tragico
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| venerdì 31 dicembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Rivedendo questo film ieri,30 dicembre,faticavo a credere.Sala stracolma,pubblico attentissimo,nessun cedimento di attenzione(alla faccia dei dialoghi certo non brevi,che pare abbiano pesato su spettatori forse un po' improvvisati).Mi limito a sintetizzare gli spunti di giudizio e riflessione di questo splendido film,che colloco solo dietro al "Gattopardo" viscontiano del 60/61.In quella mitica pellicola ho sempre creduto che per avere una sintesi splendida del nostro Risorgimento,basti la visione dei 15-20 minuti del dialgo tra Don Fabrizio e Chevallier,il messo sabaudo in Sicilia.Già lì ci sono tuti i motivi essenziali della genesi del nostro paese.E Martone guarda,neanche poco,a Visconti.Eccellente la ricostruzione di ambiente,ottimo il controllo degli attori,quasi tutti "in Palla",al meglio.Stupenda la scelta delle musiche di Verdi,l'anima musicale dell'epoca:e del Verdi(zampata leonina felicissima),più sconsolato,tragico,triste e impotente come "Don Carlos" e "Macbeth".Assoli sublimi,che nel pathos sconsolato,fotografano l'humus sotterraneo di un evento destinato al parto tragico.Certi paesaggi e colori,sopra a tutto dell'inizio e del 4°Capitolo,ambientato tra Cilento e Aspromonte,riecheggiano dappresso le distese gialle siciliane gattopardesche,sottolineate da Nino Rota con note cupe,tese,affannate e avvolgenti.Lì,nel 60/61,tutto ruota intorno al gigante,a Burt Lancaster,letteralmente uscito di forgia dalla superba mano del regista.Le pur favolose interpretazioni di Serge Reggiani(Don Ciccio)Paolo Stoppa(Don Calogero Sedara)Alain Delon(Tancredi)Romolo Valli(Padre Pirrone),impeccabili e indimenticabili,ruotano,fanno contorno,al titano.Martone forse vorrebbe porre al di sopra dei fatti e della storia la figura intensissima di Mazzini:Ma questo Mazzini,probabilmente molto vicino al vero storico,è un protagonista bipolare,che attira su di se entusiasmi appassionati,e stroncature feroci:e,purtroppo,dà sempre la sensazione di programmare e agire,sempre a scoppio ritardato.Sembra quasi nutrirsi e abbeverarsi di fallimenti e incomprensioni.Plaudo alla bravura dell'attore;non alla immagine che ne esce.Quanto è vero;e quanto è stata sentita e appassionata la partecipazione di tanti meridionali alla nascita dello stato italiano(come le centinaia di migliaia di morti "Sudisti" nella Grande Guerra).L'asse di questo Risorgimento è sostanzialmente ribaltato,e a me va benissimo:Milano,Torino,il Nord sono nominati,ma sono nicchie,angoli.Domina Parigi,in quegli anni il cuore d'Europa:ha anche un importante ruolo Londra.Ma l'asse centrale resta il Cilento.Una ottica equilibrata e vincente quella di,addrizzando parecchi testi di storia,dare pari dignità ai liberali monarchici costituzionali,ugualmente avversati dalle monarchie reazionarie assolutistiche.Bravissimi gli attori che incarnano Salvatore,Angelo e Domenico.Ma è quest'ultimo che è il carattere più attento e ricco,forte dei propri convincimenti ideali:ma attento e generoso nel riconoscere pari,solo diversa dignità ai liberali.Intensa,appassionata e dolente,bravissima la Principessa di Belgioioso che profetizza il futuro di questa neonata(l'Italia):un parto doloroso,un albero con radici fragili,fragilissime(nessun grande movimento di vaste masse responsabili e preparate).Non sono ancora di soffocante attualità le parole di Cavour?Magnifico Zingaretti.Ecco il Sedara opportunista,violento e moralmente degradato,profetizzato da Don Fabrizio.Il Trasformista.Forse L'intima nostra essenza?
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