elgatoloco
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lunedì 22 luglio 2019
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rien à déclarer?bien su^r
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Questo"Rien à déclarer?"(2010)di e con Dany Boon, che interpreta il doganiere francese, versus quello belga, che è impersonato da Benoit Poelvoorde, è il film che meglio degli altri esprime in modo direi"agonico"la lotta atavica tra Frnacesi e Belgi, e questo A.D:2003, quando cadono le frontiere e si fonda l'UNione Europea, con tutto ciò che ne consegue, anche a livello economico e politico; qui, a parte la défaillance(con il rischio di fallimento non solo annunicato, dovendo sbarcare poi il lunario in modo illegale)di vari negozi, posti alla frontiera, c'è il dramma dei doganieri, dove soprattutto il Belga, futuro cognato del Francese(sono gli interpreti segnalati sopra)è un fanatico , anche a livello di ricostuzione storica, filobelga, invero incurante dei contrasti, anch'essi storicamente consolidati, tra Valloni e Fiamminghi, una specie di anti-Brel(Jacuqes Brel,, nonostante le origini fortemente fiamminghe, era un francofono, critico dei suoi conteranei bigotti e"realisti").
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Questo"Rien à déclarer?"(2010)di e con Dany Boon, che interpreta il doganiere francese, versus quello belga, che è impersonato da Benoit Poelvoorde, è il film che meglio degli altri esprime in modo direi"agonico"la lotta atavica tra Frnacesi e Belgi, e questo A.D:2003, quando cadono le frontiere e si fonda l'UNione Europea, con tutto ciò che ne consegue, anche a livello economico e politico; qui, a parte la défaillance(con il rischio di fallimento non solo annunicato, dovendo sbarcare poi il lunario in modo illegale)di vari negozi, posti alla frontiera, c'è il dramma dei doganieri, dove soprattutto il Belga, futuro cognato del Francese(sono gli interpreti segnalati sopra)è un fanatico , anche a livello di ricostuzione storica, filobelga, invero incurante dei contrasti, anch'essi storicamente consolidati, tra Valloni e Fiamminghi, una specie di anti-Brel(Jacuqes Brel,, nonostante le origini fortemente fiamminghe, era un francofono, critico dei suoi conteranei bigotti e"realisti"). La commedia è divertentissima, esilarante, quando prende di petto i pregiudizi reciproci(nelle barzellette francesi i Belgi sono gli sciocchi della situazione, peggio dei carabinieri nelle bazellltete italiane). Più debole, invece, è la parte"gialla"tra inseguimenti e altro, sui trafficanti di droga e i loro improvvisatii"mules", Gli interpreti e le interpreti sono eccelsi/e, veramente irresistibili. El Gato
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elgatoloco
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domenica 24 giugno 2018
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rielaborazione classico tema
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"Une quelquonque Belgique", cantava Jacques Brel, fieramente belga quand me^me(nonostante tutto), irridendo i propri colori. Le barzellette, espressione culturale di un atteggiamento quasi"Innato"(in realtà culturalmente condizionato, invece)esprimono i reciproci pregiudizi, dato che i Francesi ironizzano sui Belgi e i Belgi...si difendono. Tutto questo in "Rien à déclarer"(di Dany Boon, 2011, Francese, tra l'altro...)viene fuori con la figura di un fanatico anti-Francese belga, convinto della grandeur belga versus quei... di Francesi- altro che in "Franz", film di Brel del 1972 in cui si dice"Siete Belga?"Sì".
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"Une quelquonque Belgique", cantava Jacques Brel, fieramente belga quand me^me(nonostante tutto), irridendo i propri colori. Le barzellette, espressione culturale di un atteggiamento quasi"Innato"(in realtà culturalmente condizionato, invece)esprimono i reciproci pregiudizi, dato che i Francesi ironizzano sui Belgi e i Belgi...si difendono. Tutto questo in "Rien à déclarer"(di Dany Boon, 2011, Francese, tra l'altro...)viene fuori con la figura di un fanatico anti-Francese belga, convinto della grandeur belga versus quei... di Francesi- altro che in "Franz", film di Brel del 1972 in cui si dice"Siete Belga?"Sì".la risposta ma perché"Perchè fate la pipi con prudenza". No, qui i Belgi o almeno un doganiere, Ruben Vandervoorden(l'attore è Benoit Vandervoorde, Belga, ça va de soi, con quel cognome...)sono duretti, decisamente avversi alla"Gallia omnius"(Cesare, De belo gallico)o almeno a quella sua parte-Cesare distingueva solo in parte-che è diventata Francia... Storie di dogane(con l'Unione europea, come noto, rimosse a fine anno del 1992, con le frontiere), di amori con promesse di matrimonio che si svolgono(all'amore non si comanda, come diceva anche il Senatur Bossi, la cui moglie è Siciliana...), di uno happy end in discussione fino alla fine. E, come sempre, alla frontiera, ci sono anche personaggi molto loschi, per ex.narcotrafficanti... El Gato
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dario
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domenica 17 gennaio 2016
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macchiettistico
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NON MANCA DI SIMPATIA, MA TUTTO è FORZATO E ABBASTANZA CIOCCO. REGGONO ALCUNE MACCHIETTE E LA REGIA, CHE NON E' DOZZINALE. LA STORIELLA E' TROPPO ZUCCHEROSA.
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ultimoboyscout
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sabato 18 agosto 2012
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1993...il futuro è oggi!
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Dany Boon torna all'attacco con un'altra commedia che ride dei pregiudizi. Il risultato non è lo stesso di "Giù al Nord", è molto meno esplosivo ma stavolta si rivolge a tutta Europa (unita). Boon è coadiuvato dal "collega belga" Benoit Poelvoorde, perfettamente calato nel ruolo del francofobico. Lo schema è quello già visto, giocare su diversità e stereotipi, campanilismo e culture: lo scontro è tra belgi e francesi (in Francia spopolano le barzellette sui belgi!), siamo nel 1993 quando vengono sopprese le frontiere e i due doganieri ostilmente pacifici e burroscosamente fronteggianti si troveranno costretti a collaborare.
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Dany Boon torna all'attacco con un'altra commedia che ride dei pregiudizi. Il risultato non è lo stesso di "Giù al Nord", è molto meno esplosivo ma stavolta si rivolge a tutta Europa (unita). Boon è coadiuvato dal "collega belga" Benoit Poelvoorde, perfettamente calato nel ruolo del francofobico. Lo schema è quello già visto, giocare su diversità e stereotipi, campanilismo e culture: lo scontro è tra belgi e francesi (in Francia spopolano le barzellette sui belgi!), siamo nel 1993 quando vengono sopprese le frontiere e i due doganieri ostilmente pacifici e burroscosamente fronteggianti si troveranno costretti a collaborare. Per il poliziotto belga sarà un colpo durissimo da sopportare, lui nemico giurato dei francesi con un francese che per giunta gli insidia la bella sorella! Tra i due attori, a farsi preferire, è proprio Poelvoorde, così credibile nel mostrarsi volgare ed aspro ma pur sempre sensibile, è lui il vero protagonista del film che vede Boon nel ruolo di spalla in una parte che lo appiattisce e ne limita talento e lato comico. Il dialetto Ch'tmi parlato al Nord era stato ben più diretto e genuino ed era riuscito ad abbattere barriere e pregiudizi più dell'alleanza forzata franco-belga, ma il regista ha valutato con occhio attentissimo i caratteri ed è rimasto fedele ad una sana semplicità di fondo. La spensieratezza è davvero l'arma in più (assieme alla mimica dei due protagonisti) di una commedia fresca riuscità solo a metà, che mescola con intelligenza e leggerezza temi importanti e sempre attuali quali nazionalismo e reale unità dell'Europa unificata. E proprio per questo riesce a far pensare senza mettere in mezzo la noiosa politica o alzare il classico polverone. Bello il gioco delle parti tra Boon e Poelvoorde, la loro diversità così evidente da estremo equilibrio, senso comico e forza trascinante, mentre risultano meno riusciti i personaggi secondari che fanno solo da tappezzeria. Lieto fine ovvio e poco convincente.
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barone di firenze
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martedì 14 agosto 2012
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sciapo
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Il film è scarno tratta un tema serio in forma ironica, ma si ride poco battute scontate e prevedibili, alcune addirittura obsolete. Il doganiere Belga è una forzatura sempre con la pistola in mano, la Renault che da un rottome diventa una F1 inverosibile anche se si tratta di una farsa, il doganiere Francese che è anche il regista si salva grazie al doppiaggio di Masciarelli. Io lascerei perdere.
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(di tonganame)
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stefano bruzzone
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giovedì 9 agosto 2012
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esilarante
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non entrerà nella storia del cinema ma se volete sbellicarvi dalle risate per 2 ore è il film giusto, quindi un ottimo film nel suo genere.
Voto: 7.5
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gabri
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venerdì 25 maggio 2012
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ma li trovate tutti voi?
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Ma li trovate tutti voi sti critici ? Si atteggiano ad intellettuali, ma di cosa? Se ascoltassimo loro non andremmo più al cinema se non a vedere le boiate italiane progressiste con attori ricavati dalla televisione. Che pena. Ma vogliamo paragonare il cinema francese a quello italiano ? Dany Boon è un grande talento, che dia fastidio o meno. Quale è stato l'ultimo talento italiano ? Sordi, Manfredi, Tognazzi, Gassman padre? O Ficarra e Picone?
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cenox
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mercoledì 2 maggio 2012
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rivalità accese sul confine franco-belga
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In questa commediola d'oltralpe, reduce dal successo di giù al nord, si evidenziano le rivalità e gli sfottò tra Belgi e Francesi, prendendo come location le due dogane sul confine che separa le due nazioni. I protagonisti sono Boon (doganiere francese) e Poelvoorde (doganiere belga ultra patriottico e razzista!) che tra un litigio e l'altro proprio non si sopportano, ma ciò che li lega è l'amore del francese per la sorella del belga (naturalmente si tratta di una relazione tenuta nascosta). Per questo motivo quando verrà creata la prima unità doganale mobile (a causa dell'abbandono delle dogane fisse con la creazione dell'unione europea) i due faranno coppia fissa e saranno incaricati di riuscire a fermare un traffico di droga tra i due stati.
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In questa commediola d'oltralpe, reduce dal successo di giù al nord, si evidenziano le rivalità e gli sfottò tra Belgi e Francesi, prendendo come location le due dogane sul confine che separa le due nazioni. I protagonisti sono Boon (doganiere francese) e Poelvoorde (doganiere belga ultra patriottico e razzista!) che tra un litigio e l'altro proprio non si sopportano, ma ciò che li lega è l'amore del francese per la sorella del belga (naturalmente si tratta di una relazione tenuta nascosta). Per questo motivo quando verrà creata la prima unità doganale mobile (a causa dell'abbandono delle dogane fisse con la creazione dell'unione europea) i due faranno coppia fissa e saranno incaricati di riuscire a fermare un traffico di droga tra i due stati.
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alexmolle
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venerdì 17 febbraio 2012
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leggero e divertente...
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Per me è davvero un ottimo film, ben curato e divertente. Sicuramente da guardare, anche in compagnia.
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sergiotti
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giovedì 9 febbraio 2012
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ora, non paragoniamo qualsiasi film a giù al nord!
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Il filone della classica commedia francese è ancora una volta rispettato dal bravo Dany Boom. Dopo l'esilarante prestazione di Giù al Nord, non dico che sia sbagliato paragonare qualsiasi film proveniente da Parigi con quello, ma certo bisogna invece cercare di guardare con occhi meno critici e più terra terra: in un periodo talmente smorto per il cinema mondiale, dove i film decenti sono uno ogni cento che le multisala ci propinano, Niente da Dichiarare meritava i sette euro spesi al cinema e un'ora e mezza del nostro tempo ora che lo guardiamo (o lo riguardiamo). Soliti stereotipi accentuati all'inverosimile ma decisamente simpatico e irriverente.
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