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Miral: film globale sul conflitto israelo-palestinese

Freida Pinto e Julian Schnabel per un'insolita produzione.
di Gabriele Niola

Freida Pinto, grande assente
Freida Pinto (39 anni) 18 ottobre 1984, Bombay (India) - Bilancia. Interpreta Miral nel film di Julian Schnabel Miral.

giovedì 2 settembre 2010 - Incontri

Freida Pinto, grande assente
Impossibilitata a venire per "un problema personale che l'ha costretta a tornare in India", Freida Pinto non è più a Venezia per presentare il suo nuovo film, Miral, diretto da Julian Schnabel e scritto assieme a Rula Jebreal. Un ensemble molto curioso. Schnabel è infatti regista noto più che altro per i lavori musicali e per Lo scafandro e la farfalla, la Pinto una star indiana arrivata alla notorietà con The Milionaire e infine Rula Jabreal è una giornalista televisiva palestinese naturalizzata italiana, nota la pubblico italiano per le sue apparizioni televisive su La7 e poi al fianco di Michele Santoro nella prima edizione di Anno Zero.
Tutto parte proprio dalla Jebreal quando ha avvicinato Schnabel, che sapeva essere ebreo, proponendogli un film basato su uno dei libri da lei scritto e largamente ispirato alla sua vita durante il conflitto. Trovati i produttori e dato il via libera al film la scelta più ovvia come protagonista è sembrata Freida Pinto, estremamente somigliante alla scrittrice: "Ho scritto questo libro nel 2003 per omaggiare un mentore e una madre e l'ho fatto pensando alla grande forza dell'amore, da mio padre alla mia terra" ha detto la giornalista "E' stata la tolleranza di mio padre unita all'amore di un'insegnante che mi hanno messo sulla strada giusta, cioè quella dell'educazione per diventare pacifisti. Questa è la storia di una bambina e poi una ragazza che sopravvive ad un conflitto così grande perché ha qualcuno che la può aiutare".

Un film politico?
"Ho fatto questo film in inglese e non nelle lingue locali perchè volevo che fosse visto in tutto il mondo" è così che Schnabel risponde contemporanemente a più curiosità, mostrando la vera spinta che lo ha mosso, lui che per sua ammissione dice di "aver passato gran parte della mia vita fuggendo dalla mia responsabilità come ebreo di andare in Israele". Ora però intende rifarsi e non girerà altri film per un po' di tempo per potersi concentrare sulla promozione e diffusione di questo. Del resto una volta capito di cosa si trattasse non ha esitato a voler prendere parte al progetto: "I valori che mi ha dato mia madre sono medesimi che Hind Husseini [una figura realmente esistita e fondamentale nel racconto ndr] dava alle sue bambine per questo io mi sento vicino a questa gente e in dovere di fare questo film".
Il punto sembra essere proprio raccontare una storia e una situazione a chi come lui non la voleva vedere o non la voleva conoscere, far capire su tutti la situazione femminile, come conferma Hiam Abbas che nel film interpreta l'importante ruolo di Hind Husseini: "Per me è stata una grande responsabilità rendere omaggio a questa donna che ha deciso di cambiare la storia con quello che ha fatto. Tutti se ne andavano e lei ha deciso di rimanere e aprire quell'orfanotrofio e dare una mano a quei bambini che altrimenti non si sa dove potrebbero essere oggi".
Qualcosa quindi indirizzato principalmente a donne e bambini come conferma Rula Jabreal: "Facendo l'inviata da tante parti del mondo ho notato come le prime vittime dei conflitti siano sempre le donne, penso anche solo agli stupri etnici, in Afghanistan, Palestina, Kosovo. Ma anche l'accesso all'educazione, le donne sono più limitate e hanno memo libertà di scelta, se non hanno istruzione sono vittime dell'ignoranza e possono solo essere manipolate da fanatici religiosi o sposarsi a 13 anni. Dunque è meglio avere donne educate o lasciarle ignoranti?".
Un film politico quindi? "Credo che qualsiasi cosa tu faccia sia un atto politico, anche dire semplicemente quello che pensi. Quindi fare film" è la risposta di Julian Schnabel

Rivivere il proprio passato sul set
Julian Schnabel ha preteso l'insolita presenza della sceneggiatrice sul set, il motivo è principalmente la sua distanza dai fatti raccontati e dallo scenario in questione e la conseguente esigenza della presenza di qualcuno che potesse conferire realismo a luoghi, arredamenti e costumi: "Non avrei mai potuto fare questo film senza Rula, sarebbe stato impossibile perché abbiamo girato a Gerusalemme e nei territori palestinesi, dove Rula ha vissuto e dove conosce molte persone fin da quando è piccola, questo ci ha aperto molte porte. Mi serviva di sapere che cosa ci sia nella stanza di una tredicenne di quei luoghi ma anche di avere qualcuno che correggesse i nostri set, a suo dire spesso totalmente irreali, e che infine vestisse e spogliasse le comparse. In pratica in molti momenti Rula ha fatto l'assistente alla regia, ma così abbiamo raggiunto un realismo altrimenti impensabile".
Tutto ciò non è certo stato indolore per la Rula Jabreal: "Quando Julian me l'ha chiesto ho capito che sarebbe stata un'esperienza dolorosa, vedere rappresentate mia madre violenta e la matrigna che non voleva parlarne e' stato strano. Ho dovuto guardare il mio passato per guardare il mio futuro".

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