fabio57
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giovedì 24 dicembre 2015
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bello
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Anche sulla scuola italiana di film se ne sono fatti tanti,questo forse è più dalla parte dei professori, spietato,cinico ma molto realistico. Golino è veramente brava, la scuola italiana come dice il titolo è veramente finita.
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aristoteles
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lunedì 21 dicembre 2015
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la scuola non è questa
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Non è un film sulla scuola anche se il "titolone" serve per accattivarsi più studenti possibili.
Qui infatti si parla di un dramma personale,quello di Alex e della sua vita difficile,con riferimenti più o meno pertinenti al mondo scolastico.
Il giovane attore principale,Fulvio Forti,sfoggia una buona interpretazione.
Molto meno convincenti,a mio modesto parere,la Golino e sopratutto Amato,che vanno coraggiosamente oltre i propri compiti,ma in maniera alquanto affannosa.
Per tutta la durata del film non si assiste a un colloquio "serio" fra tutte le parti in casusa:minore,famiglia,professori,preside, magari assistente sociale,magari psicologo,mi sembra una cosa alquanto ridicola.
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Non è un film sulla scuola anche se il "titolone" serve per accattivarsi più studenti possibili.
Qui infatti si parla di un dramma personale,quello di Alex e della sua vita difficile,con riferimenti più o meno pertinenti al mondo scolastico.
Il giovane attore principale,Fulvio Forti,sfoggia una buona interpretazione.
Molto meno convincenti,a mio modesto parere,la Golino e sopratutto Amato,che vanno coraggiosamente oltre i propri compiti,ma in maniera alquanto affannosa.
Per tutta la durata del film non si assiste a un colloquio "serio" fra tutte le parti in casusa:minore,famiglia,professori,preside, magari assistente sociale,magari psicologo,mi sembra una cosa alquanto ridicola.
Il finale non raccontato non incanta,piuttosto ci svela che neanche al regista era chiaro su cosa volesse veramente farci riflettere.
Approssimativo.
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massimiliano venditti
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martedì 17 febbraio 2015
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i ragazzi sono il futuro, non lasciamoli soli
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Manca il classico finale all'americana del "vissero tutti felici e contenti" cui ci siamo abituati.
Ma il film fa riflettere, sui ragazzi, sulla scuola, sui professori e sul degrado della "società italiana di periferia" e delle istituzioni impotenti e presuntuose.
Gran bel film, che lascia con tanti punti interrogativi e spunti di riflessione.
Lo consiglio!
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salvatore scaglia
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sabato 16 febbraio 2013
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famiglia e scuola, tra crisi e speranza
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La scuola è finita è un film interessante sul tentativo di incontro tra studenti, famiglie e professori, in fondo tutti, per così dire, da recuperare.
Tra gli studenti emerge, infatti, la figura di Daniele-Alex Donadei, apparentemente svogliato sia nella vita sia nello studio e con un rapporto problematico con la madre e il padre, improvviso reduce dall'Australia. Tra le famiglie viene in considerazione quella stessa di Donadei, in cui la madre si dibatte tra un amante - non si capisce bene se sincero o interessato solo ad essere mantenuto - e il ritorno del marito. Tra i professori, invece, si fa luce la coppia di colleghi Quarenghi (Valeria Golino) e Talarico (Vincenzo Amato), che provano ad avere un dialogo con l'allievo, in via di perdizione, Alex: la prima sotto il profilo dell'ascolto e del consiglio; il secondo sotto quello dell'empatia musicale e non solo (docente e discente, tra qualche 'pasticca', schitarrano sia privatamente che pubblicamente, in un iperbolico concerto sul tetto della scuola, tra le ovazioni dei compagni del ragazzo).
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La scuola è finita è un film interessante sul tentativo di incontro tra studenti, famiglie e professori, in fondo tutti, per così dire, da recuperare.
Tra gli studenti emerge, infatti, la figura di Daniele-Alex Donadei, apparentemente svogliato sia nella vita sia nello studio e con un rapporto problematico con la madre e il padre, improvviso reduce dall'Australia. Tra le famiglie viene in considerazione quella stessa di Donadei, in cui la madre si dibatte tra un amante - non si capisce bene se sincero o interessato solo ad essere mantenuto - e il ritorno del marito. Tra i professori, invece, si fa luce la coppia di colleghi Quarenghi (Valeria Golino) e Talarico (Vincenzo Amato), che provano ad avere un dialogo con l'allievo, in via di perdizione, Alex: la prima sotto il profilo dell'ascolto e del consiglio; il secondo sotto quello dell'empatia musicale e non solo (docente e discente, tra qualche 'pasticca', schitarrano sia privatamente che pubblicamente, in un iperbolico concerto sul tetto della scuola, tra le ovazioni dei compagni del ragazzo). Ma anche i due docenti, separati da poco, sono impegnati su un fronte difficile, sebbene non impossibile: quello del ricucire la loro vicenda sentimentale.
La pellicola è, a prima vista, incentrata sulla scuola, che si vorrebbe meno istituzionalizzata (carica, com'è, di atteggiamenti da "competenza" e "procedura", che ispirano professori, preside e ispettrice) e più di frontiera, 'sulla strada', a reale contatto coi giovani (come si evince, per esempio, dalla scena in cui, in un corridoio scolastico già campo di baldorie degli studenti, irrompe Alex col suo motorino). In realtà, tuttavia, l'opera filmica intende incrociare i destini, o quanto meno le dinamiche, di più soggetti e più contesti: i discenti e i docenti, i professori tra loro quali colleghi, i figli e i genitori, i mariti e le mogli. Trattando delle c.d. agenzie formative fondamentali per ogni persona umana (la famiglia e la scuola), in un tratto storico per loro decisamente critico.
Pochi sono, infatti e tra l'altro, i momenti di luce materiale in questo film: le scene spesso sono buie o grigie, gli abiti scuri; metafore del momento difficile che attraversano individui e gruppi sociali, quasi sull'orlo di un suicidio, rappresentato dal tentato gesto autolesionistico di Alex.
Ma lo scorcio - con i professori Quarenghi e Talarico finalmente insieme in macchina, affiancati dal motorino del sorridente Donadei - e i titoli di coda, avviati su un azzeccato cielo sereno e nuvoloso nel contempo, tengono aperta la speranza su un futuro, personale e sociale, spessissimo percepito come incerto.
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ipno74
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mercoledì 30 marzo 2011
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bontà di un ribelle
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Il film ha un una buona sceneggiatura, con una trama che è abbastanza scontata ma comunque ti crea una curiosità nel vedere come finisce.
Purtroppo la scuola che presenta questo lungometraggio è abbastanza reale, con la scuola fatiscente, ragazzi con delle gravi problematiche in famiglia, professori che pensano solo a bocciare o rimandare senza mai conoscere veramente il ragazzo.
Infatti nel film, non c'è nessuno che chiede al ragazzo che cosa gli piaccia, lo devono scoprire per caso.
Eppure basterebbe ascoltare un pò questi ragazzi per rendersi conto di quanto possono dare, e quanto vorrebbero dare.
Il film ha un finale che non è un finale, quindi si rimane a bocca asciutta da questo punto di vista, ma nel complesso è un buon film.
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Il film ha un una buona sceneggiatura, con una trama che è abbastanza scontata ma comunque ti crea una curiosità nel vedere come finisce.
Purtroppo la scuola che presenta questo lungometraggio è abbastanza reale, con la scuola fatiscente, ragazzi con delle gravi problematiche in famiglia, professori che pensano solo a bocciare o rimandare senza mai conoscere veramente il ragazzo.
Infatti nel film, non c'è nessuno che chiede al ragazzo che cosa gli piaccia, lo devono scoprire per caso.
Eppure basterebbe ascoltare un pò questi ragazzi per rendersi conto di quanto possono dare, e quanto vorrebbero dare.
Il film ha un finale che non è un finale, quindi si rimane a bocca asciutta da questo punto di vista, ma nel complesso è un buon film.
Da vedere
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hatecraft
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giovedì 24 febbraio 2011
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il film è finito, meno male
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film di una retorica sepreggiante, auto-refenziale si riferisce cioè allo stesso target con cui è stato girat, iperbolico fino al ridicolo, fintissimo, tutti imbolsiti nell'interpretare perfino se stessi, una scontata critica al sistema scolastico con i toni grossolani di uno sceneggiato odierno della rai-fiction. imbarazzante e qui mi fermo.
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luca scialò
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mercoledì 17 novembre 2010
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parvenze da fiction, per tema e sceneggiatura
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In una scuola di Roma, l'Istituto Pestalozzi, un alunno, Alex, si getta dal quinto piano sotto l'effetto di pasticche. Un episodio che riporta violentemente a galla un problema comune a molte scuole italiane: la circolazione di droghe leggere, ragazzi disinteressati ad apprendere, insegnanti disincentivati a fare il proprio lavoro. Tra questi però ci sono la professoressa Quarenghi (Valeria Golino) e il professor Talarico (Vincenzo Amato) ancora appassionati al proprio lavoro nonostante i problemi del loro privato; infatti prendono a cuore i problemi di Alex e vorrebbero salvarlo da una vita che sta prendendo una brutta piega.
Quarto film per Valerio Jalongo, che propone la coppia Golino-Amato dal buon affiatamento già dimostrato nel film "Respiro".
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In una scuola di Roma, l'Istituto Pestalozzi, un alunno, Alex, si getta dal quinto piano sotto l'effetto di pasticche. Un episodio che riporta violentemente a galla un problema comune a molte scuole italiane: la circolazione di droghe leggere, ragazzi disinteressati ad apprendere, insegnanti disincentivati a fare il proprio lavoro. Tra questi però ci sono la professoressa Quarenghi (Valeria Golino) e il professor Talarico (Vincenzo Amato) ancora appassionati al proprio lavoro nonostante i problemi del loro privato; infatti prendono a cuore i problemi di Alex e vorrebbero salvarlo da una vita che sta prendendo una brutta piega.
Quarto film per Valerio Jalongo, che propone la coppia Golino-Amato dal buon affiatamento già dimostrato nel film "Respiro". Bravo anche il giovanissimo Fulvio Forti nei panni dell'adolescente romanaccio Alex Donadei. Quanto al lungometraggio, le intenzioni sono valide ma il risultato non è esaltante. O meglio, si riprende il tema delle difficoltà che aleggiano tra le 4 mura delle scuole italiane, obiettivo già raggiunto in "Auguri professore" film col mattatore Silvio Orlando. Indubbiamente più vivo e divertente di questo e dunque più adatto a trasmettere un messaggio importante in un pubblico adolescente.
In "La scuola è finita" sembra più di guardare una fiction alla "Provaci ancora Prof.", non solo per il tema, ma anche per la sceneggiatura e il montaggio.
Un film da far vedere tutt'al più nelle scuole superiori, anche se forse il giudizio degli alunni pure potrebbe essere crudele. Insomma, buone intenzioni ma poco altro.
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jayan
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lunedì 15 novembre 2010
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film parzialmente riuscito
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Avrebbe potuto essere un grande film, in cui si vedono in primo piano i professori nel loro difficile compito di insegnare e la scuola che subisce continui tagli (la professoressa non può lavorare gratis pur di aiutare Alex, un allievo disadattato) - di fatto la storia e le premesse sono interessanti -, purtroppo la regia e l'impostazione del film non sono eccellenti, pur essendoci grandi interpreti come Valeria Golino e Vincenzo Amato. Ci voleva qualcosa di più coinvolgente... e invece il film è scaduto quasi in un film del genere TV, e questo ha abbassato i toni. Comunque, nell'insieme è un film più che discreto.
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sarax
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venerdì 12 novembre 2010
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la scuola è finita... forse no ... ma...
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La scuola è finita. Un bel film assolutamente da vedere. E' sicuramente uno spaccato di una parte delle ns scuole. Crudo e vero. Ma da anche una sensazione di positività, si percepisce una speranza per il miglioramento in questo film. La storia si basa su 3 personaggi. 1 studente e 2 insegnanti e attraverso di loro si vedono le mancanze della scuola e di chi la frequesta ma anche i pregi, la voglia nonostante tutto di aiutare e di essere aiutati. Colonna sonora dele Vibrazioni stupenda. Forti davvero bravo una rivelazione. Valeria Golino superba, un ruolo particolare per lei, ma che le sta a pennello, dimostra sempre di essere una grande attrice, una delle migliori che abbiamo in Italia anche se a volte un pò snobbata, meno male che all'estero almeno ce la riconoscono come tale!.
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La scuola è finita. Un bel film assolutamente da vedere. E' sicuramente uno spaccato di una parte delle ns scuole. Crudo e vero. Ma da anche una sensazione di positività, si percepisce una speranza per il miglioramento in questo film. La storia si basa su 3 personaggi. 1 studente e 2 insegnanti e attraverso di loro si vedono le mancanze della scuola e di chi la frequesta ma anche i pregi, la voglia nonostante tutto di aiutare e di essere aiutati. Colonna sonora dele Vibrazioni stupenda. Forti davvero bravo una rivelazione. Valeria Golino superba, un ruolo particolare per lei, ma che le sta a pennello, dimostra sempre di essere una grande attrice, una delle migliori che abbiamo in Italia anche se a volte un pò snobbata, meno male che all'estero almeno ce la riconoscono come tale!. Un Vincenzo Amato bravo, ma un pò sottotono.. l'ho preferito in Respiro. La storia scivola via, non annoia, anzi.
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alexpark
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giovedì 11 novembre 2010
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realtà scolastica molto dura
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Certo vedendo questo film possiamo assolutamente dire: "In che mondo viviamo?".Ovviamente non uno dei migliori se veramente oggi troviamo questo tipo di realtà scolastica che non avevo mai pensato minimamente di trovare.Insomma il film rappresenta la realtà scolastica monto duramente che è portata ad un livello massimo di scompiglio,confusione e spaccio di droga non solo da parte degli alunni ma anche da parte dei professori che si rendono "quasi" partecipi della vita immorale degli allievi scapestrati incapaci di autocontrollarsi nell'aiutare poi un ragazzo che ha perso apparentemente la strada.Infatti si narra in questo film di un ragazzo,Alex Donadei,che sopravvissuto ad una caduta libera dal quinto piano della scuola sotto effetto di droghe affronta la sua vita in generale con svogliatezza e sregolatezza tra lo spaccio e la voglia di non voler combinare niente di buono nella vita,cosa che i professori Quarenghi e Talarico tentano di far cambiare trovando una passione che riesca a tenere impegnato questo ragazzo e sopratutto a motivarlo.
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Certo vedendo questo film possiamo assolutamente dire: "In che mondo viviamo?".Ovviamente non uno dei migliori se veramente oggi troviamo questo tipo di realtà scolastica che non avevo mai pensato minimamente di trovare.Insomma il film rappresenta la realtà scolastica monto duramente che è portata ad un livello massimo di scompiglio,confusione e spaccio di droga non solo da parte degli alunni ma anche da parte dei professori che si rendono "quasi" partecipi della vita immorale degli allievi scapestrati incapaci di autocontrollarsi nell'aiutare poi un ragazzo che ha perso apparentemente la strada.Infatti si narra in questo film di un ragazzo,Alex Donadei,che sopravvissuto ad una caduta libera dal quinto piano della scuola sotto effetto di droghe affronta la sua vita in generale con svogliatezza e sregolatezza tra lo spaccio e la voglia di non voler combinare niente di buono nella vita,cosa che i professori Quarenghi e Talarico tentano di far cambiare trovando una passione che riesca a tenere impegnato questo ragazzo e sopratutto a motivarlo.E' proprio il professore Talarico a tirar fuori in lui la passione per la chitarra scrivendo insieme un brano con il quale si esibiranno sul tetto della scuola durante un "invasione" spaventosa da parte degli studenti scatenati a cui prende parte anche il professore Talarico.Mentre il professore Talarico si fa trascinare nel mondo di Alex la professoressa Quarenghi cerca di aiutare Alex con il punto di ascolto nel periodo nel quale si separa da suo marito, il professor Talarico.Anche ella non riesce a rimanere fuori dalla vita del ragazzo e cerca di aiutarlo nella situazione familiare venendo poi accusata di aver sedotto il ragazzo che nel frattempo si era innamorato di lei.I due professori vengono così sospesi e Alex si allontana sorridente dalla scuola il giorno dell'esposizione dei quadri.
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