onufrio
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mercoledì 19 febbraio 2020
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una banda di somari
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Tratto dall'omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, moglie di Sergio Castellitto, regista ed attore di questa commedia che affronta il conflitto generazionale fra genitori e figli, un conflitto che si inasprisce quando la giovane 17enne Rosa, presenta ai suoi il nuovo ragazzo, il 70enne Armando interpretato da Enzo Jannacci, scaturendo così aspre diatribe che passano dall'ironico al drammatico, perdendosi in tante sceneggiate stupide ed in pochi dialoghi costruttivi, tutto si riduce a fare spettacolo, con scene di caciara di una pochezza senza parole. Sprecare un notevole cast di attori del genere è davvero un'enorme delusione.
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reggaeroland
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sabato 20 ottobre 2018
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una favola medio borghese dalla trama poco avvincente
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Non ci sarebbe molto da aggiungere rispetto al titolo: per apprezzare La Bellezza Del Somaro bisognerebbe essere annoiatissimi e benestantissimi borghesi medio-alti di città, con villa o castello in collina. Non rientro nella categoria, e da appassionato di cinematografia non posso che essere rimasto notevolmente deluso da un film che ha veramente pochi spunti interessanti, e poco intrattiene anche per visioni a cuor leggero, per passare il tempo.
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achab50
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giovedì 5 novembre 2015
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jannacci c'è (ancora) !!!!
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Si, confesso, sono di parte. Anche solo aver avuto il piacere di riveder Jannacci, sia pure provato e pensieroso, che interpreta sè stesso, mi ha ripagato dell'intera serata.
Non voglio fare il serioso, il film non è certo di denuncia. E' un'opera che vuol sbeffeggiare una certa borghesia romana (ma non solo) sedicente radical chic ma che all'atto pratico si rivela retriva, conservatrice, razzista e confusionaria.
Castigat ridendo mores. In questo film ci sono parecchie buone idee, molti attori che recitano magnificamente. Si certo la regia è un po' arruffona, alcuni personaggi sono lì e non si capisce chi sono e perchè, alcune situazioni non sono chiare.
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Si, confesso, sono di parte. Anche solo aver avuto il piacere di riveder Jannacci, sia pure provato e pensieroso, che interpreta sè stesso, mi ha ripagato dell'intera serata.
Non voglio fare il serioso, il film non è certo di denuncia. E' un'opera che vuol sbeffeggiare una certa borghesia romana (ma non solo) sedicente radical chic ma che all'atto pratico si rivela retriva, conservatrice, razzista e confusionaria.
Castigat ridendo mores. In questo film ci sono parecchie buone idee, molti attori che recitano magnificamente. Si certo la regia è un po' arruffona, alcuni personaggi sono lì e non si capisce chi sono e perchè, alcune situazioni non sono chiare. Poco accettabile il lungo finale in cui si vuol sistemare tutto ma proprio tutto non lasciando aperto nulla.
E' comunque divertente, fresco, fa persino meditare, per cui tre stelle sono strameritate.
Perchè ne ho date cinque? Beh, c'è Jannacci, c'era Jannacci ed era commovente. Lunga vita nella nostra memoria al vecchio Enzo!
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paolodilautreamont
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sabato 28 giugno 2014
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no! e' un bel film
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E' un bel film, senza se e senza ma, e Sergio Castellitto è il miglior regista italiano. Pura commedia all'italiana, senza filosofie pretenziose e teologismi alla Sorrentino ("La Grande Bruttezza"), un filo grottesco, divertente, cast ottimo. Che volere di più?
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crikat
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lunedì 2 aprile 2012
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tanta buona volonta'
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TANTA BUONA VOLONTA'
L'idea,in sè,è buona,la prova degli attori (Jannacci in testa)è più che buona,ma tutta la vicenda è sostanzialmente claustrofobica:ricorda un po'un microcosmo sartriano,il mondo esterno non esiste più,è lontano,esistiamo solo noi e i nostri problem per lo più da noi stessi creati,coltivati,elucubrati. Insomma,dopo un po'ci si annoia,tanto è facilmente intuibile da subito che la"scandalosa"e"rivoluzionaria"unione fra i due colombelli non andrà in porto. Niente rivoluzioni,prego,siamo italiani...
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il superanto
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domenica 20 novembre 2011
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ambiguo, ma non per questo scontato.
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La bellezza del somaro è un film che non ho visto al cinema, che avrei voluto vedere ma ho dato troppo conto alle recensioni più negative che altro e ho rinunciato. L'ho visto in un freddo pomeriggio di novembre dell'anno dopo. E' un film per tutti, ma non lascia lo stesso messaggio a tutti.
Concentrarsi sul punto centrale del film sarebbe riduttivo, la questione della storia d'amore tra la ragazza e l'anziano signore è tanto principale quanto uno degli aspetti su cui meno riflettere del film.
Tra tutti, il film si distingue per portare in primo piano il dilemma della crisi di un'intera generazione che ha fallito i suoi obiettivi, che è cresciuta troppo in fretta e che si ritrova di fronte una generazione forse più tumultuosa di quella degli anni Sessanta, è una generazione che si pone sempre lo stesso interrogativo: "Sono un buon genitore?" Qualcosa di cui ancora non si parla ma credo se ne inizierà a parlare presto.
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La bellezza del somaro è un film che non ho visto al cinema, che avrei voluto vedere ma ho dato troppo conto alle recensioni più negative che altro e ho rinunciato. L'ho visto in un freddo pomeriggio di novembre dell'anno dopo. E' un film per tutti, ma non lascia lo stesso messaggio a tutti.
Concentrarsi sul punto centrale del film sarebbe riduttivo, la questione della storia d'amore tra la ragazza e l'anziano signore è tanto principale quanto uno degli aspetti su cui meno riflettere del film.
Tra tutti, il film si distingue per portare in primo piano il dilemma della crisi di un'intera generazione che ha fallito i suoi obiettivi, che è cresciuta troppo in fretta e che si ritrova di fronte una generazione forse più tumultuosa di quella degli anni Sessanta, è una generazione che si pone sempre lo stesso interrogativo: "Sono un buon genitore?" Qualcosa di cui ancora non si parla ma credo se ne inizierà a parlare presto. Non che la generazione che sta arrivando sia migliore di quella che si approssima a divenire la vecchia. Le contraddizioni esistono anche lì e il film ne da alcuni esempi: il fumo, il sesso, la verginità, l'amicizia, la questione morale.
Il somaro diventa l'unica alternativa credibile e affidabile, ma chi è il somaro? E' l'animale in senso stretto, che certe volte è migliore delle bestie umane, ma è anche il "vecchio" presentato nella commedia.
Insomma, il film tocca tanti punti scoperti, dire che è brutto o che è mal riuscito non regge, soprattutto perchè c'è un ottima Laura Morante e un ottimo Sergio Castellitto che non deludono mai e che sono garanzia di un bel film italiano.
Merita di essere visto e poi di essere, a seconda dei gusti, criticato o idolatrato. Di certo, non è una pellicola che passa inosservata.
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liuk©
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domenica 4 settembre 2011
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grottesco
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Premetto che la classificazione di "commedia" data nella recensione ufficiale non è corretta; il lavoro di Castellitto rientra appieno nel genere "grottesco", sottoinsieme della commedia, ma talmente distante nei contenuti dalla commedia brillante o rosa da essere destinato ad un pubblico completamente differente e più incline ai drammi teatrali.
In quest'ottica "La Bellezza Del Somaro" è un piccolo capolavoro, un film difficilissimo basato su singole scene e sulla caratterizzazione di personaggi estremi ed impossibili. Lo sforzo del regista e dello sceneggiatore è perciò immenso e va assolutamente applaudito in quanto il film non risulta mai noioso o non interpretabile.
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Premetto che la classificazione di "commedia" data nella recensione ufficiale non è corretta; il lavoro di Castellitto rientra appieno nel genere "grottesco", sottoinsieme della commedia, ma talmente distante nei contenuti dalla commedia brillante o rosa da essere destinato ad un pubblico completamente differente e più incline ai drammi teatrali.
In quest'ottica "La Bellezza Del Somaro" è un piccolo capolavoro, un film difficilissimo basato su singole scene e sulla caratterizzazione di personaggi estremi ed impossibili. Lo sforzo del regista e dello sceneggiatore è perciò immenso e va assolutamente applaudito in quanto il film non risulta mai noioso o non interpretabile. Ci tengo a precisare che non sono per nulla un amante del grottesco, che mi lascia piuttosto indifferente e mai appassionato, tanto da ritenere che questa tipologia di film possa anche cessare di esistere, riservando la loro rappresentazione nella più adatta sede teatrale, ma, nonostante tutto, salvo ed elogio questo specifico prodotto italiano in quanto ne riconosco la particolarità. Pellicola, quindi, da vedere assolutamente per gli amanti del genere, da evitare per gli under 30, da valutare per tutti gli altri.
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luca scialò
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martedì 16 agosto 2011
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psicanalisi nevrotica dei cinquantenni
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Marcello è un architetto alla soglia dei cinquant'anni, padre e marito poco presente, con tanto di giovane e bella amante; la più classica di tutte: la sua assistente. Sua moglie, Marina, è una psicologa poco soddisfatta della vita coniugale, nonché madre apprensiva e mai preparata agli umori della figlia. Quest'ultima è Rosa, diciassettenne che cambia di tanto in tanto fidanzato ed è, come tutti i suoi coetanei, in continuo conflitto generazionale con i suoi genitori.
Durante un weekend nella loro casa in campagna, in compagnia degli amici di sempre, tutti nevrotici e alle prese anch'essi col difficile rapporto con i figli, Rosa presenta ai suoi il suo nuovo fidanzato: Armando, un settantenne saggio e calmo.
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Marcello è un architetto alla soglia dei cinquant'anni, padre e marito poco presente, con tanto di giovane e bella amante; la più classica di tutte: la sua assistente. Sua moglie, Marina, è una psicologa poco soddisfatta della vita coniugale, nonché madre apprensiva e mai preparata agli umori della figlia. Quest'ultima è Rosa, diciassettenne che cambia di tanto in tanto fidanzato ed è, come tutti i suoi coetanei, in continuo conflitto generazionale con i suoi genitori.
Durante un weekend nella loro casa in campagna, in compagnia degli amici di sempre, tutti nevrotici e alle prese anch'essi col difficile rapporto con i figli, Rosa presenta ai suoi il suo nuovo fidanzato: Armando, un settantenne saggio e calmo. Molto di più di tutti gli altri presenti. Il loro strambo rapporto inquieta ancor di più Marcello e Marina, dalla vita già paranoica e complicata.
Castellitto propone un lungometraggio che cavalca un tema ormai abusato da fiction e film per il grande schermo: la crisi di mezza età e il conflitto intergenerazionale tra genitori e figli. Il buon Sergio, al suo quarto film, psicanalizza in modo nevrotico e duro i suoi coetanei. Quelli che non vogliono invecchiare, che hanno mandato all'aria gli ideali per cui hanno lottato da giovani e che non riescono ad imporsi coi propri figli. Il risultato finale è un film impulsivo, estremizzato, nevrotico appunto. Una tensione che neanche la calma saggia di Jannacci - nei panni di Armando - riesce a placare. O la bravura dello stesso Castellitto e di Laura Morante, quest'ultima nei panni sempre ben portati della moglie che reprime dentro sé molti problemi.
Insomma un'analisi sociologica e una psicanalisi sui genitori quarantenni e cinquantenni di oggi che non aggiunge nulla alla carriera di Sergio Castellitto. Aspettando con fiducia il prossimo lavoro, che siamo sicuri, sarà all'altezza della sua bravura...come attore.
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mauro bologna
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lunedì 15 agosto 2011
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delusione castellitto.....
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Questa è l'unica frase del film che mi ha fatto ridere: quando eravamo figli noi, i figli non contavano un cazzo,ora che siamo genitori, non contano un cazzo i genitori….tua figlia adesso è capace che ti porta a casa un prete spretato o una lesbica americana........ film a mio modesto avviso, recitato male con tutti i personaggi fuori dalle righe tesi e urlanti....., a parte la battuta che ho salvato e che andrebbe collocata in "frasi del film" mi ha annoiato e fatto arrabbiare vedere degli attori consumati recitare da film di serie B........questo, sempre a mio modesto avviso...
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Questa è l'unica frase del film che mi ha fatto ridere: quando eravamo figli noi, i figli non contavano un cazzo,ora che siamo genitori, non contano un cazzo i genitori….tua figlia adesso è capace che ti porta a casa un prete spretato o una lesbica americana........ film a mio modesto avviso, recitato male con tutti i personaggi fuori dalle righe tesi e urlanti....., a parte la battuta che ho salvato e che andrebbe collocata in "frasi del film" mi ha annoiato e fatto arrabbiare vedere degli attori consumati recitare da film di serie B........questo, sempre a mio modesto avviso....
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astromelia
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domenica 19 giugno 2011
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accoppiata vincente
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non vi è dubbio che la coppia castellitto/mazzantini sia vincente , questa volta niente dramma nel vero senso,ma specchio di una realtà esistente,pellicola mai lenta esilarante e piena di battute e scene da sbellicarsi,ridiamo tanto ma questa tipologia esistenziale fa parte di molte persone,richiama un pò i film di verdone,stesse tipologie,comunque divertente e tanto,la morante sempre all'altezza,di castellitto si sa la dote interpretativa,brava la moglie con i suoi romanzi....
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