guidobaldo maria riccardelli
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martedì 19 aprile 2016
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lo spreco di un soggetto accattivante
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L'idea di partenza aveva potenzialità, potenzialità che avrebbero potuto trovare concretizzazione in declinazioni svariate, dal drammatico e serioso, al grottesco e farsesco, fino ad arrivare ad un intrigo a tinte gialle.
Nella pratica si fatica ad individuare una direzione compiuta, procedendo a singhiozzo, tanto su valli impegnate e poco convinte, quanto su pianure di umorismo nero poco riuscito e divertente, con un insieme di personaggi alla fine della fiera poco definiti, macchiette appena tratteggiate e poco empatiche.
Si cerca, discretamente qui, di roveresciare le consetudini di genere, svuotando il senso di sopravvivenza, per alcuni, e facendolo riscoprire, per altri; anche qui, però, emergono tutti i limiti della pellicola, concedendo un minimo spazio al personaggio di gran lunga più interessante ed importante (la giovane Julia) a favore di un epilogo non troppo logico nè ragionato.
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L'idea di partenza aveva potenzialità, potenzialità che avrebbero potuto trovare concretizzazione in declinazioni svariate, dal drammatico e serioso, al grottesco e farsesco, fino ad arrivare ad un intrigo a tinte gialle.
Nella pratica si fatica ad individuare una direzione compiuta, procedendo a singhiozzo, tanto su valli impegnate e poco convinte, quanto su pianure di umorismo nero poco riuscito e divertente, con un insieme di personaggi alla fine della fiera poco definiti, macchiette appena tratteggiate e poco empatiche.
Si cerca, discretamente qui, di roveresciare le consetudini di genere, svuotando il senso di sopravvivenza, per alcuni, e facendolo riscoprire, per altri; anche qui, però, emergono tutti i limiti della pellicola, concedendo un minimo spazio al personaggio di gran lunga più interessante ed importante (la giovane Julia) a favore di un epilogo non troppo logico nè ragionato.
Va dunque catalogato tra gli esperimenti falliti, pur proponendo aspetti interessanti, quindi degni di visione.
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vanessa zarastro
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venerdì 15 novembre 2013
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omicidio assistito??
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Un tema interessante, delicato ma importante quello del suicidio assistito, o dell’eutanasia, che in alcuni paesi è ammesso. In fondo il film di Olias Barco ha un risvolto moralista. Nella clinica svizzera nulla va come dovrebbe andare, tutto va storto e, nel finale, il civilissimo dott. Kruger sembra pentirsi del suo stesso mestiere; molti dei pazienti che volevano morire, invece, uccidono mentre altri invece riscoprono il piacere della vita. In questa farsa macabra realizzata in bianco e nero con un budget ridotto, sembrerebbe sostenuta la tesi che solo i pazzi vogliano davvero morire.
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filippo catani
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venerdì 30 marzo 2012
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tema interessante ma lo sviluppo non convince
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Uno psichiatra ha da tempo aperto un ospedale dove le persone possono recarsi per ottenere la dolce morte non prima che il dottore abbia tentato tutte le strade per cercare di convincerli a recedere dalla loro intenzione. Il problema è che ovviamente nella strttura si presentano persone assolutamente stravaganti e con gravi disturbi nervosi e alla fine la situazione sfuggirà di mano.
Devo dire che non mi ha molto convinto questa narrazione così surreale di un tema delicato quale quello dell'eutanasia. Si intuisce chiaramente la volonta del regista di spiegare che questo è un argomento che non può essere preso alla leggera e che la gestione di una clinica del genere ad opera di un solo medico è del tutto inappropriata.
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Uno psichiatra ha da tempo aperto un ospedale dove le persone possono recarsi per ottenere la dolce morte non prima che il dottore abbia tentato tutte le strade per cercare di convincerli a recedere dalla loro intenzione. Il problema è che ovviamente nella strttura si presentano persone assolutamente stravaganti e con gravi disturbi nervosi e alla fine la situazione sfuggirà di mano.
Devo dire che non mi ha molto convinto questa narrazione così surreale di un tema delicato quale quello dell'eutanasia. Si intuisce chiaramente la volonta del regista di spiegare che questo è un argomento che non può essere preso alla leggera e che la gestione di una clinica del genere ad opera di un solo medico è del tutto inappropriata. Però il fatto che il tutto si risolva con una carneficina di massa ad opera di uno degli ospiti della clinica finisce per avere il retrogusto del già visto. Magari il tema si poteva svolgere con ironia in altri modi mentre così sa davvero di poco e anche le caratterizzazioni dei personaggi finiscono per risolversi in semplici macchiette senza arte nè parte.
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theclubber88
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lunedì 5 marzo 2012
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quando la critica fallisce
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Francamente non capisco il senso di questo film. A dire la verità non sono nemmeno riuscito a finire di vederlo, troppo noioso e senza senso. Il tema di partenza può anche essere interessante, peccato che sia affrontato in modo assai discutibile. Il bianco e nero utilizzato rende il film ancora più irritante. Non c'è altro da aggiungere. Mi chiedo solo che film abbiano visto i critici e non mi sorprendo affatto dello scarso guadagno dall'uscita nelle sale.
Tra l'altro dovrebbe essere una commedia nera... Commedia?
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moyka
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giovedì 12 gennaio 2012
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fatto molto bene.
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In Italia siamo ancora indietro su questo fronte, cioè quello della liberta di morire (l'eutanasia). In questo film viene spiegato come invece è molto più normale farsi aiutare in questo percorso (in entrambe le direzioni) che non cercare di risolvere da solo la problematica. Altrimenti si finisce come il povero/grande regista Mario Monicelli che per morire si è dovuto gettare dal 5° piano del Policlinico Gemelli. Quando capiremo che l'eutanasia è un diritto non sarà mai troppo tardi. Interessante notare, in questo film, che i pazzi sono quelli che stanno "fuori" dalla villa dove si pratica l'eutanasia (cioè i paesani della cittadina dove è ubicata la villa) e non le persone che sono nella villa e chiedono solo di essere aiutati a morire.
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cinemania
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venerdì 25 novembre 2011
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il film dall'anima nera
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E' un film per divertire,ma anche per parlare della grande questione della morte. Il dottor Kruger dirige una clinica svizzera che offre assistenza a pazienti che hanno un solo desiderio:spirare.
Dipinto in un potentissimo bianco e nero e pervaso da uno humour crudele,questo originalissimo film alterna momenti lugubri ad altri irriverenti: si può ridere molto in una scena e in quella successiva ritrovarsi in un'atmosfera fin troppo dark. Si parla di eutanasia in una prospettiva molto personale, ma non è il suicidio assistito il tema centrale del film. A mio avviso vi è un'altra chiave di lettura molto più alta, dove protagonista non è la morte ma il modo in cui i personaggi (bravissimi tutti gli attori) si pongono davanti ad essa: tutti sono lì perchè desiderano morire, ma quando si presenta la morte all'improvviso davanti agli occhi scappano terrorizzati.
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E' un film per divertire,ma anche per parlare della grande questione della morte. Il dottor Kruger dirige una clinica svizzera che offre assistenza a pazienti che hanno un solo desiderio:spirare.
Dipinto in un potentissimo bianco e nero e pervaso da uno humour crudele,questo originalissimo film alterna momenti lugubri ad altri irriverenti: si può ridere molto in una scena e in quella successiva ritrovarsi in un'atmosfera fin troppo dark. Si parla di eutanasia in una prospettiva molto personale, ma non è il suicidio assistito il tema centrale del film. A mio avviso vi è un'altra chiave di lettura molto più alta, dove protagonista non è la morte ma il modo in cui i personaggi (bravissimi tutti gli attori) si pongono davanti ad essa: tutti sono lì perchè desiderano morire, ma quando si presenta la morte all'improvviso davanti agli occhi scappano terrorizzati. Meritevolissimo del Premio Miglior film del Festival di Roma, l'opera seconda del belga Olias Barco è un film stupefacente e coraggioso,politicamente scorretto e maledettamente divertente.
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lars_42
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mercoledì 5 ottobre 2011
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disturbante e incomprensibile
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Un film troppo improntato sul grottesco e il cinico per risultare davvero divertente. Non è chiaro il messaggio che l'autore voleva comunicarci.
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ermione202
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venerdì 2 settembre 2011
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..mi e piaciuto!!!!!
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E difficile per noi "buoni corretti giusti "ammetterlo:
ma fa veramente ridere (la fotografia e grandiosa in certe inquadrature)
i dialoghi sono sorprendenti ma tanto liberatori.
sfido tutti a vedere il film e lasciarsi provocare....e ridere di quello che in realta
siamo senza ipocrisie...poi potremmo sempre dire di esserne disgustati infastiditi turbati.
rimara un segreto sulla poltroncina insieme alla forma sul cuscino del nostro bacino.
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boffese
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venerdì 5 agosto 2011
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uccidimi, ti prego !
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Kill me please di Olias Barco e' un film grottesco , geniale , irriverente ; una vera "chicca" per gli amanti del genere.
la pellicola del regista belga, riesce nel difficilissimo compito, di trattare un argomento come l'eutanasia, riuscendo a far ridere e sorridere lo spettatore con uno spietato umorismo dark. Il tutto condito da efficaci, quanto inaspettati, colpi pulp.
un cast strepitoso , composto da ottimi figuranti che seguono una sceneggiatura tagliente.
Aspiranti suicidi , che decidono di ricorrere al Dottor Kruger, pur non essendo malati terminali, ma depressi cronici, falliti o semplici pazzi cialtroni. Attori da cabaret , maschere buffe e tristi nell'oscena recita della vita.
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Kill me please di Olias Barco e' un film grottesco , geniale , irriverente ; una vera "chicca" per gli amanti del genere.
la pellicola del regista belga, riesce nel difficilissimo compito, di trattare un argomento come l'eutanasia, riuscendo a far ridere e sorridere lo spettatore con uno spietato umorismo dark. Il tutto condito da efficaci, quanto inaspettati, colpi pulp.
un cast strepitoso , composto da ottimi figuranti che seguono una sceneggiatura tagliente.
Aspiranti suicidi , che decidono di ricorrere al Dottor Kruger, pur non essendo malati terminali, ma depressi cronici, falliti o semplici pazzi cialtroni. Attori da cabaret , maschere buffe e tristi nell'oscena recita della vita.
la pellicola in bianco e nero e la bianca neve svizzera , fanno il resto ,creando un ambientazione ancora piu' cupa e soffice, pronta per raggiungere una "buona" morte.
il regista , tratta un argomento a lui molto caro , il suicidio, visto che per tre volte lui stesso ha tentato di togliersi la vita prima di realizzare questa stupenda pellicola.
Inoltre, a zurigo in svizzera, esiste realmente una clinica simile a questa raccontata del Dr. kruger, con quasi mille suicidi assistiti in dodici anni.
diciamo , che Olias Barco , non era uno sprovveduto sull'argomento e non sembra sprovveduto con la macchina da presa in mano, regalandoci un paio di riprese esaltanti nel momento dello scontro coi cecchini.
Meritatamente premiato al festival di roma come miglior film, ma ingiustamente come troppo spesso accade, snobbato dal pubblico italiano.
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