prue halliwell
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martedì 12 gennaio 2010
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il nuovo verdone
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mi è piaciuto molto perchè è stato un film completo, con fatti reali e problemi quotidiani tutto arricchito con un pizzico di comicità che non guasta.
un film piacevole e bello da vedere al contrario di natale a beverly hills che ha fatto tanta pubblicità e faceva schifo......
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olgadik
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martedì 12 gennaio 2010
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la famiglia tipo
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Il cinepanettone, no, neanche se mi pagano! Ma Carlo Verdone, sì, pur con una riserva mentale sintetizzabile nella domanda: avrà trovato finalmente una misura? Perché il problema del nostro attore sta nel fatto che invecchiando ha intrapreso la via del castigare ridendo mores. Cosa che aggiornata ad oggi vorrebbe dire: fa ridere ma anche riflettere. Su questo niente di strano perché, maturando, succede. Il fatto è che tale scelta l’ha portato nelle ultime opere e anche in questa a voler fare e dire “troppo”. Così, anche se l’umanità dell’uomo si è indubbiamente arricchita diventando incline al dubbio esistenziale, oltre che alla risata, l’autore, attore, co-sceneggiatore (anche questo è troppo) non riesce a fermarsi al momento giusto.
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Il cinepanettone, no, neanche se mi pagano! Ma Carlo Verdone, sì, pur con una riserva mentale sintetizzabile nella domanda: avrà trovato finalmente una misura? Perché il problema del nostro attore sta nel fatto che invecchiando ha intrapreso la via del castigare ridendo mores. Cosa che aggiornata ad oggi vorrebbe dire: fa ridere ma anche riflettere. Su questo niente di strano perché, maturando, succede. Il fatto è che tale scelta l’ha portato nelle ultime opere e anche in questa a voler fare e dire “troppo”. Così, anche se l’umanità dell’uomo si è indubbiamente arricchita diventando incline al dubbio esistenziale, oltre che alla risata, l’autore, attore, co-sceneggiatore (anche questo è troppo) non riesce a fermarsi al momento giusto. E si sa che qualsiasi arte si eserciti è molto importante saperlo fare, sennò si rischia di sovrabbondare. Queste opere costruite per addizione di personaggi, storie, diramazioni delle storie, predicozzi, risultano quindi prolisse, stanche nel ritmo e moralistiche in molte parti. Prendiamo Io, loro e Lara. A parte il nucleo centrale non proprio originale (vedi Non pensarci di Gianni Zanasi), l’andamento, soprattutto nel primo tempo, è rallentato e appesantito, con cadute in banalità da evitare, con l’ambizione di toccare numerosi temi seri, tralasciando magari l’occasione della risata di qualità che l’attore possiede nelle sue corde. Risultato: nella congerie di personaggi e spunti di riflessione sociologici e antropologici, lo spettatore si annoia e la sceneggiatura perde colpi. Sottolineare questi limiti del film non vuol dire sottovalutarne i pregi. Non mancano sequenze godibili (dialogo con la psicologa o cena familiare, dove si ritrova il ritmo felice di alcune celebri comiche), i personaggi sono quasi tutti ben ritagliati, Verdone è grande per verità psicologica in scene di ottima fattura. In esse la sensibilità e la bravura dell’attore romano trovano la via giusta per la sintonia col suo pubblico.
Al centro del racconto due personaggi, un missionario (Carlo Verdone) che ritorna a Roma dall’Africa poiché attraversa un momento di crisi della vocazione, e Lara (Laura Chiatti), una giovane di origine moldava. Attorno a loro ruotano varie situazioni legate ai fratelli del sacerdote, al padre che ha sposato la ex-badante e ad altri personaggi minori. L’importante è che tutti pensano sopratutto a se stessi e al denaro e che il povero prete è riportato volente o nolente a recuperare in fretta la sua vocazione. Ritornare in Africa dopo un edificante lieto fine con trionfo dei buoni sentimenti è tutto quello che gli rimane da fare. A noi non rimane che aspettare che Carlo Verdone impari a tagliare venti minuti e tre personaggi in meno. Quali? Lo sapremo nei prossimi film.
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alespiri
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martedì 12 gennaio 2010
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verdone in gran forma
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Carlo Verdone è l'indiscusso erede della commedia all'italiana. In questo film dolceamaro, la sua bravura è straordinaria, la sua mimica esilarante. Viene fuori un personaggio, quello di Padre Carlo, nuovo, lontano dagli stereotipi religiosi che aveva rappresentato in passato. Un uomo in conflitto di fede che la ritroverà,paradossalmente, nei dis-valori di un Italia trasformata, durante suoi dieci anni d'assenza per una missione umanitaria in Africa.
Uno straordinario gruppo di attori lo accompagna; la sorella psicologa- nevrotica Anna Bonaiuto in primis, la sensuale, bellissima e brava Laura Chiatti, il fratello cocainomane Marco Giallini.
Si ride molto e si pensa,anche se si affrontano troppe tematiche a cui il film non dà volutamente pieno respiro.
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Carlo Verdone è l'indiscusso erede della commedia all'italiana. In questo film dolceamaro, la sua bravura è straordinaria, la sua mimica esilarante. Viene fuori un personaggio, quello di Padre Carlo, nuovo, lontano dagli stereotipi religiosi che aveva rappresentato in passato. Un uomo in conflitto di fede che la ritroverà,paradossalmente, nei dis-valori di un Italia trasformata, durante suoi dieci anni d'assenza per una missione umanitaria in Africa.
Uno straordinario gruppo di attori lo accompagna; la sorella psicologa- nevrotica Anna Bonaiuto in primis, la sensuale, bellissima e brava Laura Chiatti, il fratello cocainomane Marco Giallini.
Si ride molto e si pensa,anche se si affrontano troppe tematiche a cui il film non dà volutamente pieno respiro. (condanna/ assoluzione di certa parte della Chiesa, rapporti inesistenti genitori figli, omosessualità, integrazione con culture diverse).
La "risoluzione", falsamente consolatoria, dei conflitti familiari avverrà nella riseparazione dei due mondi, quello dell'Italia, consegnata irrimediabilmente ad una sottocultura post consumistica, da quello dei valori semplici di un Paese, l'Africa, dove, pur mancando tutto, ci si ritrova con maggiore semplicità; proprio perche si convive con minori "pseudo-esigenze" dove invece quelle "essenziali", legate al bisogno quotidiano di inventarsi una vita con poco, cementano i rapporti.
Commuove la dedica finale al padre di Verdone a cui era molto legato, la cui figura, trasposta sullo schermo, prende il nome del bravo ed eclettico Sergio Fiorentini.
Verdone si propone come "Antiavatar" in uscita in questi giorni. E questo non ce lo saremmo mai aspettato. Ma Carlo è di un altro pianeta e lo scontro sarà sicuramente intergalattico.
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lalli
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lunedì 11 gennaio 2010
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non solo cavolate
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non certo un gran film, ma migliore degli ultimi lavori di Verdone, almeno in questo non ci sono solo cavolate ma anche qualche buona riflessione. fantastiche alcune espressioni di Carlo, bellissima la Chiatti.
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voilà
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lunedì 11 gennaio 2010
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verdone si supera
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Non si ripete ma si supera Carlo Verdone con questo film semplice e bello nello stesso tempo..l'attore e regista romano ha raggiunto una grandissima maturità recitativa ed Io loro e Lara rappresenta a mio avviso il miglior lavoro di questo periodo maturo !!!
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felicino
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lunedì 11 gennaio 2010
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grande verdone
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Il bello dei film di Verdone è che, pur facendo ridere, raccontano sempre e comunque una storia. Nessun film di Carlo è esente da questa convenzione (correggetemi se sbaglio). Io in sala ho riso e di gusto, ho davvero speso bene i miei soldi l'altra sera. Meglio ridere con Verdone piuttosto che coi film di Fantozzi ormai ampiamente sorpassati.
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(di alespiri)
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dolcesperanza
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lunedì 11 gennaio 2010
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bel film
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Il film mi è piaciuto molto, la storia è bella e tratta molti temi di attualità (prostituzione, droga, l'affido, la condizione degli anziani sempre più spesso aiutati dalle badanti, la vita nei paesi poveri, i rapporti tesi tra famigliari ...). Insomma uno spaccato di vita odierna, visto in una commedia che cerca di sdrammatizzare le brutture della quotidianità.
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ilix2008
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lunedì 11 gennaio 2010
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film carino
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Certo non è il film migliore di Verdone, soprattutto nella prima parte, ma non si può dire che sia un brutto film.
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mabuse
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lunedì 11 gennaio 2010
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ma che film avete visto?
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Non riesco a capacitarmi delle reazioni medie del pubblico e soprattutto di quelle della critica di fronte a un film come «Io, loro e Lara». Premetto che amo Verdone e il suo cinema e che non a caso sono andato a vedere il film la prima giornata d'uscita. Reazione mia? Profonda delusione e anche un po' di rabbia, per un'accozzaglia di luoghi comuni, cliché narrativi, approssimazioni (talora gravi) di scrittura. E si è scomodato persino Vittorio Messori sul «Corriere della sera»! Non scherziamo gente! Il film di Verdone è noioso, privo di una storia plausibile, disarticolato nella sua sua struttura narrativa, falsamente «impegnato».
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Non riesco a capacitarmi delle reazioni medie del pubblico e soprattutto di quelle della critica di fronte a un film come «Io, loro e Lara». Premetto che amo Verdone e il suo cinema e che non a caso sono andato a vedere il film la prima giornata d'uscita. Reazione mia? Profonda delusione e anche un po' di rabbia, per un'accozzaglia di luoghi comuni, cliché narrativi, approssimazioni (talora gravi) di scrittura. E si è scomodato persino Vittorio Messori sul «Corriere della sera»! Non scherziamo gente! Il film di Verdone è noioso, privo di una storia plausibile, disarticolato nella sua sua struttura narrativa, falsamente «impegnato». E non salviamoci in calcio d'angolo con la storia della favola, della storia a mo di exemplum sociologico. Peccherò io di razionalità, che vi devo dire ma vogliamo elencare le cose che non vanno di questo film ( e poi devo leggere addirittura di robusta sceneggiatura??): dunque, a voi ha fatto ridere oppure è sembrato frutto di buona scrittura il personaggio del fratello cocainomane? Che «tira su» per tutto il film e con tanto di polvere bianca sulla giacca durante il pranzo? Ma dai!!! Plausibile, credibile, funzionale al plot una Laura Chiatti che compare dal nulla dopo mezz'ora di film nientemeno che nelle vesti di figlia della badante moldava? E la Finocchiaro che s'innamora del prete perché somigliante il marito? Ah certo.. ci vogliono fior di sceneggiatori per escogitare una trovata simile, dilungando il film di 15 minuti assolutamente inutili! E il salvataggio della potenziale sul cornicione? Che senso ha? E il personaggio dove finisce? Che bisogno c'era? E le 3 africane rincorse dentro la casa di Verdone che s'improvvisano cameriere... E il Verdone con occhiali scuri che si mette a pedinare la Chiatti giusto per tinteggiare di giallo altri 10 inutili minuti di film? E la morte «telefonata» della badante anziché del padre? Mah! E potrei continuare per un'altra mezz'ora. Voto al film: 2. Ripeto (e non voglio essere scioccamente provocatorio) : «Che film avete visto?»
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marezia
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lunedì 11 gennaio 2010
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andrea chirichelli presagisce l'ovvio
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Vi siete svegliati finalmente... "ROMA, 11 GEN - Io, loro e Lara, da sei giorni nelle sale, batte tutti e vola in testa alla classifica del box office italiano, secondo i dati Cinetel. Il nuovo film di Carlo Verdone supera, con gli oltre 4.000.600 euro dell'ultimo weekend, gli 8.000.000 totali. Al 2° posto c'è Sherlock Holmes e al 3° balza il Mondo dei replicanti, placando fino al 15 gennaio in cui uscirà Avatar, la sete di fantascienza degli italiani. Crolla
il cinepanettone che precipita dal 2° al 9° posto." (ANSA)
Dopo il martellamento su "Natale a Beverly Hills" finalmente qualche numero...
Che poi, i giornalisti POTREBBERO PURE IMPARARE A SCRIVERE perché la notizia è PIENA DI ERRORI.
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Vi siete svegliati finalmente... "ROMA, 11 GEN - Io, loro e Lara, da sei giorni nelle sale, batte tutti e vola in testa alla classifica del box office italiano, secondo i dati Cinetel. Il nuovo film di Carlo Verdone supera, con gli oltre 4.000.600 euro dell'ultimo weekend, gli 8.000.000 totali. Al 2° posto c'è Sherlock Holmes e al 3° balza il Mondo dei replicanti, placando fino al 15 gennaio in cui uscirà Avatar, la sete di fantascienza degli italiani. Crolla
il cinepanettone che precipita dal 2° al 9° posto." (ANSA)
Dopo il martellamento su "Natale a Beverly Hills" finalmente qualche numero...
Che poi, i giornalisti POTREBBERO PURE IMPARARE A SCRIVERE perché la notizia è PIENA DI ERRORI. Allora Marzia Gandolfi col suo "hanno" rientra nella media...
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