Il discorso del re |
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Un film di Tom Hooper.
Con Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Jennifer Ehle.
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Titolo originale The King's Speech.
Storico,
durata 111 min.
- Gran Bretagna, Australia 2010.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 28 gennaio 2011.
MYMONETRO
Il discorso del re
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Regia e cast perfettidi ShiningEyesFeedback: 16074 | altri commenti e recensioni di ShiningEyes |
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giovedì 21 febbraio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ok, è vero, Oscar alla regia e Oscar al miglior film vanno sempre a braccetto, e spesso, uno dei due è immeritato a tale premio. Fa eccezione l'opera di Hooper: la regia merita l'Oscar per la sua capacità di dare un'anima ad un film Inglese(il quale dev'essere), presentandocelo fitto di emozioni e con una gran gestione degli ottimi interpreti; per non parlare di una regia di classe. Al miglior film perché vista la lista dei film nominati per quell'anno, risulta decisamente il migliore, e trovo strano che il Golden Globe sia andato solo Firth. Parlando meglio di questo grande film, posso dire che si tratta di un film veramente accurato e lavorato bene sotto ogni punto di vista: la scenografia sobria al punto giusto rende bene l'idea dei tempi e dei luoghi; la fotografia anche ha dei veri cavalli di battaglia, tra primi piani mozzafiato, location regali e bellissimi scorci di Londra (valide le nomination, ma non ai livelli di "Inception" e "Alice in Wonderland"); gli interpreti si calano tutti magnificamente nei loro personaggi, nessuno escluso. Firth si merita l'Oscar, la sua è una interpretazione sentita e coinvolgente, e non penso che gli sia stato regalato solo per aver interpretato un personaggio storico; Geoffrey Rush è stato semplicemente defraudato da quel un Bale fin troppo “naturale”, l'Oscar lo meritava diecimila volte di più di lui, e se per questo, anche il Globe, per un'interpretazione contraddistinta dal suo stile appassionato e simpatico; forse non meritevole di nomination, ma un plauso va anche per Helena Boham Carter, capace di dare una realistica figura della spigliata e scomposta Regina (futura regina madre); poi ci sono i vari Pearce,Jacob e Spall che anche se compaiono poco nel film, lo impreziosiscono con buone performance. Un merito va riconosciuto anche alle musiche, che intelligentemente non si sovrappongono nel film e lo accompagnano velatamente, amplificandosi ai momenti giusti. La sceneggiatura è bella e scorrevole e nonostante racconti di fatti abbastanza conosciuti, si sa rendere curiosa, e possiede delle forme che sanno creare momenti memorabili, come nelle scene della terapia e dei toccanti confronti dei protagonisti, fino alla meravigliosa scena finale, in cui si aggiunge un montaggio d'alto livello e ben eseguito; certo che l'Oscar alla sceneggiatura lo avrei preferito ad Inception, ma la sceneggiatura “Del discorso del re” lo vale comunque. Non è certo un film consigliabile a tutti, ma lo si può segnalare a chi ama storie del genere e chi sa apprezzare un cinema fatto con poco budget, ma con tanta voglia di fare bene; non lo si consiglia a chi non ama le biografie.
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