Advertisement
Draquila – L'Italia che trema: Parola di Sabina Guzzanti

In direzione ostinata e contraria.
di Marzia Gandolfi

Intervista a Sabina Guzzanti
Sabina Guzzanti (60 anni) 25 luglio 1963, Roma (Italia) - Leone. Regista del film Draquila - L'Italia che trema.

mercoledì 5 maggio 2010 - Incontri

Intervista a Sabina Guzzanti in viaggio verso l’Aquila, dove questa sera presenterà il suo documentario.
Sempre e comunque in direzione ostinata e contraria al berlusconismo, Sabina Guzzanti firma un documentario contro, che coglie l’urgente attualità del tempo in cui viviamo. In viaggio verso l’Aquila per accompagnare il suo film e trasformare la proiezione presso il Tendone di Piazza Duomo dell’Aquila in un momento di confronto, la regista romana, partendo dal terremoto del 6 aprile 2009, prova a fare un’analisi critica e spesso impietosa della situazione in cui versa il nostro Paese.
Contro il cinema italiano prigioniero di un’intimità ostentata che ne limita le potenzialità, ribadisce un progetto artistico e critico altro. Contro i caimani e gli squali, contro la pervasiva e modellizzante presenza del Premier sulla scena italiana, la Guzzanti invita gli aquilani a raccontarsi e a raccontare la città che vogliono davvero abitare.

L'Italia non farà una bella figura con quel film”, vuole ribattere la dichiarazione rilasciata ieri da Guido Bertolaso?
Non mi hanno chiesto di rispondere, anche se in parte ho ribattuto ieri sera in una sala cinematografica, dove abbiamo presentato il mio documentario. Appena rientrerò dal mio viaggio e avrò la possibilità di collegarmi scriverò certamente qualcosa sul mio blog. A riguardo penso comunque che sia sempre un po’ impulsivo commentare un film che non si è visto. Questi commenti fanno parte di una mentalità tipica degli anni Cinquanta, del tipo “i panni sporchi si lavano in casa”, è davvero ridicolo e ho visto che in rete ci sono tanti commenti a riguardo. Pensare che l’Italia non ci faccia una bella figura all’estero perché si parla di quello che succede è quantomeno folle, l’Italia non ci fa una bella figura perché succede quello che succede, siamo la barzelletta di tutto il mondo. Non credo poi che i rapporti con la Transilvania si guasteranno dopo la visione di Draquila. Sono piuttosto i casi di corruzione che ci fanno sfigurare all’estero, fatti di cui in parte, da quanto è emerso dall’inchiesta condotta, è responsabile anche Guido Bertolaso. Se davvero ci tiene alla credibilità del nostro Paese fuori dai confini nazionali, provi a comportarsi diversamente e a non farsi usare com’è capitato fino adesso. Insomma la questione dei “grandi eventi” non mi pare che possa essere interpretata in modo diverso da come ho fatto io nel documentario. Ho detto solo quello che c’è e che si sa, nient’altro.

Bertolaso non ha visto il suo documentario, la sua è quindi critica preventiva….
Per quanto possano avere mezzi straordinari di controllo, sono abbastanza sicura che Bertolaso non abbia visto Draquila. Non può averne nemmeno una copia. Confermo, è critica preventiva.

Caimano per Moretti ieri, vampiro per lei oggi. Chi è il Cavaliere per Sabina Guzzanti?
In una parola? Uno Squalo.

Secondo lei il cinema italiano dall’inizio degli anni Novanta a oggi ha saputo comprendere e raccontare quello che è (stata) l’Italia berlusconiana?
Il cinema italiano è sottoposto a censura come tutto il resto della cultura di questo paese, in Italia non diventi un regista importante se hai certi grilli per la testa, nessuno ti produrrà mai. Insisto, dal punto di vista produttivo è cosa ardua realizzare oggi un’opera che racconti una realtà che si discosta da quella che comunemente viene rappresentata. Detto questo sono mancati anche la curiosità e il coraggio da parte di molti autori ma ho saputo che forse il film di Luchetti, La nostra vita, dovrebbe affrontare le mutazioni sociali e politiche del nostro Paese. L’idea di massima è che tutto il sistema culturale italiano è colpevole di assenza, di decadenza, di mancanza di partecipazione, di incapacità di mescolarsi alla vita quotidiana e poi di comprenderla e saperla raccontare. C’è in assoluto un atteggiamento molto pigro e convenzionale, esattamente come per tutti gli altri settori, si cercano di evitare i problemi e le persone che se li vanno a cercare sono davvero poche.

Cosa si aspetta dalla proiezione di questa sera presso il Tendone di Piazza Duomo dell’Aquila?
Confesso che sono anche molto curiosa di vedere che cosa accadrà il 7 maggio, data dell’uscita in sala. Mi sta a cuore l’Italia e di conseguenza sono più in ansia per venerdì che per il passaggio del 13 maggio a Cannes. E poi naturalmente e soprattutto c’è stasera, c’è l’Aquila. Mi aspetto una situazione complessa per tante ragioni, la prima è che gli spettatori di questa sera sono coinvolti in prima persona negli eventi raccontati. Quello che non mi aspetto invece è un consenso unanime, sono preparata ad affrontare contestazioni di varia natura, perché nei luoghi colpiti dal terremoto c’è molta confusione e tanta tristezza. Sono comunque pronta e contenta, è doveroso presentare il mio documentario all’Aquila. Ci tengo però a ribadire che Draquila riguarda tutto il paese, l’idea del film è solo una parte per raccontare il tutto.

Con Draquila sembra che tu abbia archiviato la satira aspra e frontale a favore dell’inchiesta giornalistica. Al contrario, trovi che ci sia continuità tra le tue opere cinematografiche?
So di venire molto spesso dipinta come una forsennata isterica ma al contrario io e il mio cinema siamo sempre molto ragionevoli e dialoganti. Naturalmente poi non mi esimo da esprimere la mia opinione perché penso che sia fondamentale, se si fa un film o uno spettacolo è perché si ha qualcosa da dire altrimenti non lo si fa. Le cose che ho prodotto nel cinema sono tutte diverse le une dalle altre, Bimba - È clonata una stella era una commedia con i pregi e difetti dell’opera prima, in Viva Zapatero! c’era molta satira perché la satira era l’argomento principe del film, Le ragioni dell’aragosta era un film di finzione molto introspettivo, per nulla frontale, direi riflessivo e malinconico. Questa volta, trattando un argomento come il terremoto, tragedia che non mi ha coinvolta direttamente, faccio parlare le persone che sono interessate, in questo delicata circostanza non c’è motivo al mondo per cui la mia opinione possa risultare in qualche modo importante o indicativa. Invitare la gente a parlare mi è sembrata allora la cosa più sensata.

La comunità aquilana è il personaggio del suo film, come si è preparata ad incontrarla? Come si è mossa tra la gente?
Molto semplicemente si conosce una persona attraverso la quale poi se ne conoscono delle altre, e poi delle altre e poi delle altre ancora e così via. Ho poi partecipato ad eventi collettivi, come assemblee e manifestazioni. Mi sono trovata a lavorare in circostanze assolutamente speciali, in cui si stabiliscono inevitabilmente contatti umani forti. È come se tutti ricominciassero da capo, e dunque c’è una disponibilità inconsueta. Recarsi nei luoghi colpiti dal terremoto non è esattamente come andare in una città in cui non è accaduto niente, le persone coinvolte nella tragedia conducono una vita nuova, hanno un’apertura diversa, è un po’ come andare in un campus studentesco, c’è una grande voglia di parlare. E questo nonostante la diffidenza e la paura. C’è soprattutto tanta voglia di spiegare quello che sta accadendo attraverso il confronto con gli altri.

Qual è il sentimento più diffuso tra la popolazione aquilana?
Due, direi, il consenso e il malcontento. Immediatamente dopo le scosse letali era diffuso un grandissimo consenso che poi è andato scemando perché si toccava con mano la situazione: le case leggermente danneggiate non venivano ristrutturate, cresceva la sofferenza nel chiuso di una tenda, c’era la disperazione di quelli che avevano dovuto lasciare l’Aquila, la permanenza infinita negli alberghi della costa, tutto questo ha condotto la popolazione locale a una vita molto deprimente, favorendo il malcontento. Poi gli aquilani, come credo gli italiani, non è che ci siano poi delle differenze così macroscopiche, sono molto rassegnati, sono convinti in cuor loro che le cose non cambieranno mai o che anzi questa volta il governo gli abbia dato una casa e qualcosa di buono lo abbia fatto. E ancora, i cittadini colpiti non hanno nessun tipo di fiducia e spesso di amore per la loro comunità, sono molto divisi tra di loro, non c’è comunicazione e sicuramente è ostacolata da questa dislocazione, gli aquilani sono veramente sparpagliati ovunque. Sono pochi i punti e le occasioni d’incontro. Persino gli studenti dormono tutti fuori città e ogni mattina si fanno settanta o anche cento chilometri per andare a lezione.

Nel privato le cose non sembrano andare meglio che nel pubblico. L’Italia sembra spaccata in due, mi chiedo e le chiedo se i figli torneranno a dialogare coi padri…
Per quanto mi riguarda adesso le cose con mio padre vanno meglio e molte questioni sono superate. Ho fatto vedere il film a mio padre, è la prima volta che gli mostro un mio lavoro e addirittura in anteprima. Mi ha detto che gli è molto piaciuto, era piacevolmente colpito. L’ha trovato forte e ha apprezzato anche la fotografia e le musiche, che al contrario i giornalisti non hanno potuto stimare nella proiezione romana perché hanno visto una copia in dvd. Credo che nel pubblico come nel privato ci voglia una buona dose di pazienza. Staccandoci dagli eventi trattati in Draquila, per quelli che la pensano come Berlusconi noi siamo inevitabilmente giustizialisti, comunisti e molto altro ancora. Noi, da parte nostra, siamo molto arrabbiati, perché quello che ascoltiamo ogni giorno è un’offesa alla nostra Patria e alla nostra Costituzione. Per noi loro sono dei mostri, e la forma di cultura di cui sono portatori è orripilante, insopportabile. Non è stato facile ma ho imparato tanto da questa esperienza in terra d’Abruzzo, per quelli che la pensano come me andare in un luogo che è la culla del berlusconismo, perché l’Aquila è stata il simbolo della forza di questo governo, ha richiesto una dose di coraggio e a suo modo è stato doloroso. Ma ho voluto ascoltare tutti e tutte le ragioni e le opinioni e alla fine ho avuto anche la possibilità di inserirmi nelle conversazioni con delle obiezioni, ottenendo dei risultati.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati