howlingfantod
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mercoledì 7 settembre 2016
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fra realtà, finzione, rammarichi e poesia
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Un film narrativamente asciutto lineare senza fronzoli, nei dialoghi, nella struttura, una matura, seducente e bellissima Juliette Binoche in una altrettanto splendida interpretazione ( da ricordare la scena davanti allo specchio). Il film è imperniato sui bei discorsi filosofici ed estetici sulla natura dell’ arte. Lui un affermato saggista alla presentazione del suo libro che è il titolo del film stesso ed il racconto nel racconto, il tema nel tema come pretesto per lo snodarsi della storia che ha l’originale taglio nello snodo centrale del film quando lei (Binoche) una gallerista d’arte se ne va in giro con il famoso scrittore, un cantante lirico prestato al cinema, nei borghi della bassa Toscana e trova l’occasione casuale di fingersi sua moglie.
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Un film narrativamente asciutto lineare senza fronzoli, nei dialoghi, nella struttura, una matura, seducente e bellissima Juliette Binoche in una altrettanto splendida interpretazione ( da ricordare la scena davanti allo specchio). Il film è imperniato sui bei discorsi filosofici ed estetici sulla natura dell’ arte. Lui un affermato saggista alla presentazione del suo libro che è il titolo del film stesso ed il racconto nel racconto, il tema nel tema come pretesto per lo snodarsi della storia che ha l’originale taglio nello snodo centrale del film quando lei (Binoche) una gallerista d’arte se ne va in giro con il famoso scrittore, un cantante lirico prestato al cinema, nei borghi della bassa Toscana e trova l’occasione casuale di fingersi sua moglie. Da lì inizia un affascinante gioco finzione-realtà. L’espediente porta a scandagliare le pieghe di una storia d’amore e di un matrimonio, fra rimproveri, rammarichi e poesia, il tutto nel territorio sospeso che l’espediente narrativo confina in un mondo, fra la realtà e il sogno con lo sfondo della languida campagna Toscana.
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giaric321
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martedì 10 febbraio 2015
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capolavoro visivo
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HO VISTO QUESTO FILM NON CONSIDERANDO LA CRITICA DI QUESTO SITO MA IL MIO PARERE E DEVO DIRE CHE ALLA FINE NON è STATO PER NIENTE BRUTTO : UNA STORIA INUSUALE POETICA E SOPRATUTTO DI UNA PUREZZA RARA LO CONSIGLIO MA VI AVVERTO CHE PER ALCUNI POTREBBE ESSERE NOIOSO
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stefano capasso
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mercoledì 27 agosto 2014
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sull'amore, sulla sua assenza e sul suo bisogno
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James, e Elle si incontrano a Firenze in occasione della presentazione del libro “Copia conforme”. Lui ha scritto un saggio nel quale sostiene che una copia di un opera d’arte può avere più valore dell’originale stesso; lei vende oggetti d'arte e partecipa perché è interessata al tema e allo scrittore. Dopo la presentazione decidono di fare una passeggiata; cosi lungo le strade e i paesi della Toscana si consuma una lunga messa in scena dell'incomunicabilità della coppia, e più in generale tra gli essere umani. Dall'iniziale dialogo sulla questione del libro, dopo essere stati scambiati per marito e moglie, James e Elle decidono di giocare quelle parti fino in fondo, trasformandosi in una tipica coppia nevrotica.
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James, e Elle si incontrano a Firenze in occasione della presentazione del libro “Copia conforme”. Lui ha scritto un saggio nel quale sostiene che una copia di un opera d’arte può avere più valore dell’originale stesso; lei vende oggetti d'arte e partecipa perché è interessata al tema e allo scrittore. Dopo la presentazione decidono di fare una passeggiata; cosi lungo le strade e i paesi della Toscana si consuma una lunga messa in scena dell'incomunicabilità della coppia, e più in generale tra gli essere umani. Dall'iniziale dialogo sulla questione del libro, dopo essere stati scambiati per marito e moglie, James e Elle decidono di giocare quelle parti fino in fondo, trasformandosi in una tipica coppia nevrotica. Marito e moglie che entrano in quella spirale di non comunicazione verbale dove tutto è rimprovero e recriminazione, dove ognuno è solo, incompreso e non visto, in un crescendo di amarezza e rabbia.
Abbas Kiarostami, in questo film del 2010, mette i due protagonisti, che dialogano per tutta la durata del film, sempre in primo piano davanti alla macchina, come fossero davanti ad un o specchio, piuttosto che davanti ad un altro. Inquadrati singolarmente al centro dello schermo in modo alternato, rappresentano bene la scena dell’individuo che parla da soli, dalla centralità assoluta della sua posizione, che esclude inevitabilmente l'altro.
Solo il ricordo dei tempi iniziali, quando la semplicità era ancora in primo piano rispetto a tutto il vissuto di lacerazioni e disillusioni degli anni, riesce a riavvicinare la coppia. Ma solo per qualche attimo. Ognuno continuerà inevitabilmente nel percorrere la propria strada senza riuscire a condividere, spinto dal proprio bisogno di amore che lo allontana dall'altro.
La coppia del film diventa una “copia conforme” di una qualsiasi coppia reale di moglie e marito. Sono un uomo e una donna che fingono di essere sposati e che vivono i nevrotici stereotipi di tante coppie reali Cosi come una copia di un 'opera d'arte può riuscire trasmettere la stessa esperienza emotiva e psicologica dell'originale se si accetta di non lasciarsi condizionare dal fatto che si tratti di una copia. Il valore sta in ciò che esprime, piuttosto che nel criterio con cui viene vista. Un film che parla di amore, della sua assenza e del suo interminabile bisogno.
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stalker
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domenica 9 marzo 2014
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straniante
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Il film mi è piaciuto. Ha suscitato emozioni ma anche un "giuoco" intelligente e divertente per cercare e trovare altre "copie conformi" presenti nel film. recitato benissimo più da Shimmell che dalla Binoche. peccato per l'edizione italiana doppiata, l'originale ha un senso di straniamento in più. ci sono citazioni anche di Viaggio in Italia di R. Rossellini (le donne con le carrozzelle di neonati...). Un film da pensare.
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silviorighini
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mercoledì 30 gennaio 2013
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davvero pessimo, insopportabile.
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Un film che ho trovato davvero detestabile, pretenzioso e pretestuoso.
I due protagonisti si incontrano in un paesino della Toscana, finto come solo i paesini rifatti della Toscana sanno essere (meravigliosi e stucchevoli, e un regista non può non saperlo), pranzano in una trattoria e la propietaria parla loro come se fossero sposati. I due stanno al gioco fino a comportarsi come se veramente fossero una coppia da 15 anni, inventandosi un vissuto e/o portando i loro vissuti personali.
Trama che sembra per metà autobiografica, per metà una fantasia senile e un po' impudica.
Viene da dire "ma chi se ne frega?". Sembra la storia di un radical chic noioso, vanitoso, inutile e inconsistente ma che si crede fighissimo e che ha bazzicato troppi psicanalisti alla moda.
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Un film che ho trovato davvero detestabile, pretenzioso e pretestuoso.
I due protagonisti si incontrano in un paesino della Toscana, finto come solo i paesini rifatti della Toscana sanno essere (meravigliosi e stucchevoli, e un regista non può non saperlo), pranzano in una trattoria e la propietaria parla loro come se fossero sposati. I due stanno al gioco fino a comportarsi come se veramente fossero una coppia da 15 anni, inventandosi un vissuto e/o portando i loro vissuti personali.
Trama che sembra per metà autobiografica, per metà una fantasia senile e un po' impudica.
Viene da dire "ma chi se ne frega?". Sembra la storia di un radical chic noioso, vanitoso, inutile e inconsistente ma che si crede fighissimo e che ha bazzicato troppi psicanalisti alla moda. Inoltre sembra girato in Super8 con le telecamere delle famigliole degli anni '70. Uno snobismo e un autocompiacimento insopportabili.
Sono cattivo? Sì, con uno che ritiene di dover dare al pubblico una storia simile.
La Binoche, bravissima come sempre, alla fine diventa antipatica pure lei: fa quella onorata di lavorare con il grande artista, e forse lo crede davvero, il che è anche peggio.
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molenga
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sabato 12 maggio 2012
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insopportabile esibizione di un egotista
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Due persone che fingono di essere una coppia e la loro giornata in Toscana. Mille ragionamenti sulla bellezza e sul valore, in essa, dell'originalità, lunghi piano sequenza. un protagonista maschile che suscita solo desideri di violenza contro lo schermo e che ci rende felici quando, dopo più di un'ora e mezzo, la sua immagine scompare lasciando spazio all'unica, involontaria, nota positiva della pellicola:la toscana.
Kiarostami ci consegna una cura geniale per la cura dell'insonnia, non si capisce, anzi, mi scusino i fan del film, quale impulso spinga i personaggi ad essere tanto idioti e compiaciuti. Da cancellare.
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gabriella
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mercoledì 27 luglio 2011
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diffidare dalle imitazioni
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Jason Miller , scrittore e lei gallerista, s'incontrano a Firenze per la presentazione del libro di lui, tanto che alla fione non si capisce se sono una coppia in crisi che cerca un espediente per parlarsi e finalmente conoscersi, sia che siano due sconosciuti che per gioco recitano il ruolo di due coniugi entrando talmente nel ruolo fino a che esso diventa un gioco pericoloso in cui non si riesce più a distinguere il vero dal falso, emerge la difficoltà e la fatica di stare insieme nel tempo che passa inesorabile falciando i sogni e le illusioni, sostituite dal cinismo e dalla rassegnazione.
Un pò il regista propone degli stereotipi, ninente che non si conosca e che non sia già stato trattato da altri prima di lui, però esplora l'universo di coppia in modo quasi anacronistico, lui è l'uomo assente, distante, lei è la donna che ha bisogno di sentirsi protetta, rassicurata.
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Jason Miller , scrittore e lei gallerista, s'incontrano a Firenze per la presentazione del libro di lui, tanto che alla fione non si capisce se sono una coppia in crisi che cerca un espediente per parlarsi e finalmente conoscersi, sia che siano due sconosciuti che per gioco recitano il ruolo di due coniugi entrando talmente nel ruolo fino a che esso diventa un gioco pericoloso in cui non si riesce più a distinguere il vero dal falso, emerge la difficoltà e la fatica di stare insieme nel tempo che passa inesorabile falciando i sogni e le illusioni, sostituite dal cinismo e dalla rassegnazione.
Un pò il regista propone degli stereotipi, ninente che non si conosca e che non sia già stato trattato da altri prima di lui, però esplora l'universo di coppia in modo quasi anacronistico, lui è l'uomo assente, distante, lei è la donna che ha bisogno di sentirsi protetta, rassicurata.. la statua che appoggia la testa sulla spalla di lui.. e cerca quella sicurezza esplorando e ripercorrendo i luoghi che in gioventù le hanno dato emozioni, si sofferma sulle giovani coppie di sposi desiderosa di fissare le immagini per paura che scompaiano (la foto con gli sposi), cerca tra la genta una conferma, una risposta alle sue attese, sembra quasi elemosinare le attenzioni di un uomo. Un afigura femminile ben lontana dalla donna che basta a sè stessa, propria dei giorni nostri.
Lui, un pò legnoso nella parte, ripropone il classico modello maschile, anzi, lo interpreta così bene che anche nella finzione del marito di lei finisce per giustificarne il comportamento e non fa nessuno sforzo per cambiare..... la barba rasata un giorno si e uno no, .. come è sempre stato, e non cambia niente se quello è un giorno "speciale", mentre lei, che si dà tanto da fare per migliorarsi, non viene nemmeno notata. Del resto lei è lei e basta, non viene chiamata con nessun nome.
E' vero che alla fine lui la rassicura dicendole che è diventata ancora più bella, però la lascia lì, insoddisfatta; forse il segreto della felicità ce l'ha davvero Marie, che accetta il marito così comìè. senza pretendere di chiamarlo, a lei va benissimo l'originale, anche se non perfetto e non intende sostituirlo con una copia.
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[+] non è una questione di principio
(di vapor)
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kaipy
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sabato 1 gennaio 2011
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meglio prendere il treno delle nove
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da non poterne più. di una noia mortale. questi duelli verbali tra coppie, sempre uguali, sempre noiose, sempre inutili. stare insieme su che basi? sui ricordi? e il presente? meglio prendere il treno delle nove.
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dario
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sabato 11 dicembre 2010
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evanescente
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Miracolosamente non annoia, seppur lento e involuto. Nessuna analisi, tanto chiacchericcio che eleganti frasi fatte fanno credere intelligente e prezioso. Meno male che gli interpreti non sono dozzinali.
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reservoir dogs
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lunedì 1 novembre 2010
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sensualità davanti allo specchio
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L'incontro tra una mercante d'arte e uno scrittore americano a Firenze per la presentazione del suo ultimo libro si trasforma in un gioco di coppia che i due accettano di fare quando la proprietaria di un bar li scambia per coniugi.
Kiarostami ci inserisce nella vita di coppia attraverso la creazione casuale di un matrimonio di quindici anni che in realtà non c'è ma che attraverso riflessioni, aneddoti, discussioni, analisi profonde di se e dell'altro si crea.
E' un film sulle relazioni di coppia e sul cinema che parte sempre da qualcosa di "fittizio", un mondo diegetico così come il rapporto dei due protagonisti.
I continui primi piani e la fissità della cinepresa a cui siamo sottopostii ci permettono di entrar meglio a far parte della vita di coppia e d'immedesimerci in loro.
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L'incontro tra una mercante d'arte e uno scrittore americano a Firenze per la presentazione del suo ultimo libro si trasforma in un gioco di coppia che i due accettano di fare quando la proprietaria di un bar li scambia per coniugi.
Kiarostami ci inserisce nella vita di coppia attraverso la creazione casuale di un matrimonio di quindici anni che in realtà non c'è ma che attraverso riflessioni, aneddoti, discussioni, analisi profonde di se e dell'altro si crea.
E' un film sulle relazioni di coppia e sul cinema che parte sempre da qualcosa di "fittizio", un mondo diegetico così come il rapporto dei due protagonisti.
I continui primi piani e la fissità della cinepresa a cui siamo sottopostii ci permettono di entrar meglio a far parte della vita di coppia e d'immedesimerci in loro.
Il fulcro della vera sensualità si nasconde dietro il semplice gesto del mettersi il rossetto davanti allo specchio, in un primo piano che ci rende talmente vicini da poterla baciare.
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