stefano bruzzone
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sabato 21 settembre 2013
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brava sophie
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Carissima me è una commediola francese leggera leggera apparentemente banale e per adolescenti, invece una sceneggiatura profonda e una buona prova della bella Sophie ne fanno un filmetto, si leggero leggero, ma godibile e di buona fattura. Sophie Marceau veste i panni di una donna manager alla quale interessa solo la carriera. cinica, matura e spietata rinnega persino il suo passato difficile fatto di problemi economici e cuori infranti in un micro paesino del sud della francia. Però,forse, ha dimenticato che da bambina prima di trasferirsi in città dopo che il padre è andata via di casa, aveva delegato il notaio del paese di consegnare con date prestabilite e nel 2010 delle lettere che lei si autoscrisse immaginandosi come sarebbe stata da adulta.
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Carissima me è una commediola francese leggera leggera apparentemente banale e per adolescenti, invece una sceneggiatura profonda e una buona prova della bella Sophie ne fanno un filmetto, si leggero leggero, ma godibile e di buona fattura. Sophie Marceau veste i panni di una donna manager alla quale interessa solo la carriera. cinica, matura e spietata rinnega persino il suo passato difficile fatto di problemi economici e cuori infranti in un micro paesino del sud della francia. Però,forse, ha dimenticato che da bambina prima di trasferirsi in città dopo che il padre è andata via di casa, aveva delegato il notaio del paese di consegnare con date prestabilite e nel 2010 delle lettere che lei si autoscrisse immaginandosi come sarebbe stata da adulta. queste lettere la riporteranno indietro in una infanzia che non vuole ricordare, compreso il fratello che non vede da 15 anni. ovviamente tutto questo rivoluzionerà la sua vita....
Voto: 6,5
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francesco2
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martedì 20 marzo 2012
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opera esile, ma....
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Un film piccolo, talvolta irritante. (Molto?) ben interpretato. Se voleva imitare "Amélie", quantomeno si limita a trarne spunto, e non a realizzarne una copia praticamente pessima (Il riferimento è a "Lezioni di felicità").
Il messaggio è molto più banale: non si tratta di uscire da una dimensione egocentrica, né di avvicinarsi alla realtà concreta tramite il filtro della fantasia ("Fabuleux", in Francese, potrebbe avere una doppia valenza semantica;) ma, più semplicemente, di riconciliarsi col proprio passato, anche se, come qualcuno ha ossservato, le "due Sophie" insegnano l'una qualcosa all'altra. Il notaio, anche lui, sembra ricalcato da un personaggio del film di Jeunet.
Tuttavia, a parte la già citata interpretazione ed i dialoghi curati, il finale è sì lungo e didascalico; ma, ribadendo l'importanza del compromesso, evita (eccessive) melensaggini sostanziali e formali, e conferma quella dimensione autoironica che si respira sin dall'inizio.
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doc57
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venerdì 2 settembre 2011
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le mele di un tempo sono (ben) maturate
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Film molto gradevole, anche per famiglia con bambini. S. Marceau bella e ben identificata nel personaggio. Una storia fantastica molto più garbata che "insulsa", ottimo (e raro ai giorni nostri) cibo da digerire e meatbolizzare insieme ai figli. Resta un piccolo interrogativo: è possibile che Regista e Sceneggiatore abbiano (casualmente) visto "Un'ottima annata", prima di scrivere questo film?
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ultimoboyscout
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venerdì 1 aprile 2011
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sophie è sempre deliziosa!
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Nonostante il suo personaggio si sforzi di apparire antipatica e nonostante non sia più la ragazzina de "Il tempo delle mele" ha ancora quell'immagine fresca, così pulita e delicata, dolcissima. Lei lo è, il film decisamente meno: forse è simpatico, leggero, sicuramente innocuo, vorrebbe dire molto ma alla fine non giunge da nessuna parte. Troppo semplicistico e troppo perbenista con tanto di puzzetta snob sotto il naso: così appare il film, a cui piacerebbe risolvere con quattro lettere una vita che ha preso una certa strada. E non basta la satira pungente sui nuovi manager del 2000, gli yuppies tanto per usare un termine molto anacronistico, del nuovo secolo, ormai assolutamente fuorigioco.
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Nonostante il suo personaggio si sforzi di apparire antipatica e nonostante non sia più la ragazzina de "Il tempo delle mele" ha ancora quell'immagine fresca, così pulita e delicata, dolcissima. Lei lo è, il film decisamente meno: forse è simpatico, leggero, sicuramente innocuo, vorrebbe dire molto ma alla fine non giunge da nessuna parte. Troppo semplicistico e troppo perbenista con tanto di puzzetta snob sotto il naso: così appare il film, a cui piacerebbe risolvere con quattro lettere una vita che ha preso una certa strada. E non basta la satira pungente sui nuovi manager del 2000, gli yuppies tanto per usare un termine molto anacronistico, del nuovo secolo, ormai assolutamente fuorigioco. Di bello? I ricordi e i flashback di una innocente vita di ragazzina.
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fight.club
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mercoledì 23 marzo 2011
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un messaggio nella bottiglia lanciato nel futuro
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film molto carino e quantomeno originale che tratta di una top-manager francese che si vede recapitare tramite un notaio delle lettere scritte da lei stessa alcuni anni prima quando era ancora una bambina. Delicato a quasi struggente il film tiene il filo del racconto senza ne alti e ne bassi con una buona regia e una Sophie Marceau in discreta forma che nn deborda mai. in definitiva un prodotto più che discreto .
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