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Capri 3: tornano le storie dell'isola dell'amore

Su Raiuno a partire da domenica 14 febbraio.
di Alessandra Giannelli

La fiction dell'amore
Bianca Guaccero (43 anni) 15 gennaio 1981, Bitonto (Italia) - Capricorno. Interpreta Carolina nel film di Francesca Marra, Dario Acocella Capri 3.

giovedì 11 febbraio 2010 - Televisione

La fiction dell'amore
Presentata in un elegantissimo contesto, un importante albergo romano sito nella celebre via Veneto, la terza serie di Capri che, da domenica 14 febbraio, tornerà con storie di passioni e intrighi. La fiction dell'amore, come l'ha definita il direttore Del Noce, non solo per la voluta ricorrenza di San Valentino, ma perché questo è il suo tema essenziale, quest'anno si caratterizza per il carattere melò (sconfinata, invece, anche nel noir nelle passate stagioni). Dopo una programmazione Rai dai temi più impegnati (si vedano le recenti miniserie), comunque apprezzata da critica e pubblico, torniamo su registri più leggeri. E ancora, dopo un inverno piovoso e freddo, osserva il direttore, la Rai propone paesaggi solari, caldi, marini in quella che è una meravigliosa scenografia naturale.

Un cast eccezionale
Presente il nutritissimo cast, impegnato per ben sei mesi nelle riprese, formato da interpreti famosi come Lando Buzzanca (nella serie, zio Rodolfo), Giuliano Gemma (Walter), Shel Shapiro (Rajiv) e Carlo Croccolo (Totonno), ma anche da giovani esordienti e meno, come Laura Barriales (Gina), Rosanna Banfi (Amalia) ed Eros Galbiati (Thomas), tutti per dare vita ai numerosi intrecci sentimentali insieme ai protagonisti Bianca Guaccero (Carolina), Gabriele Greco (Andrea) e la mitica Lucia Bosè (Donna Isabella). Quest'ultima, in capello blu, si è detta felicissima di essere tornata alla televisione e di essere riemersa dalla vita nei pressi di Madrid dove vive da tantissimi anni.

Una serie fortunata
Positivamente accolta, fin dalla prima serie, dal pubblico, la serie nasce da un'idea di Carlo Rossella, si distingue per la commistione di attori navigati e esordienti, andrà in onda per sei puntate e sarà sottolineata dalla musica, naturalmente, di Peppino di Capri che sull'isola c'è nato. La fiction è diretta da Francesca Marra e Dario Acocella che dichiarano di aver lavorato sempre con tanta passione: "Tutti hanno lavorato con il cuore – commenta la regista – per quello che stavamo facendo e per questo mestiere!". Costato 15 milioni di euro, Capri è stato venduto in America Latina e nell'est europeo, ed è già in fase di scrittura la quarta serie.

Bianca Guaccero, torni a Capri dopo due anni e da protagonista: sei diventata più buona?
Per la gioia di molti ero finita in carcere e lì è avvenuta la trasformazione più grande di Carolina, anche se questo, ovviamente, non lo raccontiamo nella serie, ma Carolina parte con una volontà ben precisa e cioè quella di rifarsi una vita nuova. Lei vuole farsi perdonare di tutte le malefatte: da malafemmina desidera diventare 'bonafemmina'. Devo dire che la cosa bella di questo personaggio, quest'anno, è stata la sua dimensione più profonda; Carolina è più matura, ha uno sguardo sul mondo a 360°, mentre prima era una persona a metà, una persona incattivita con la vita e incapace di amare. Per la prima volta, invece, lei s'innamorerà di quegli amori che cambiano la vita…è un personaggio che mi ha fatto crescere moltissimo. Io sono legata ai miei colleghi, per me questa è la 'famiglia di Capri', con loro non ci perdiamo mai ed è sempre bello ritrovarsi. Da parte di tutti, c'è una gran voglia di lavorare e di crescere come attori.
Lucia Bosè, dopo i Vicerè, adesso una lunga serie; che esperienza è stata?
Grazie per averla definita una lunga serie, non sopporto quando si dice 'fiction', non è una parola in italiano. Quando sono arrivata, temevo che tutti pensassero che avrei fatto la diva, invece mi sono sentita molto bene. Ringrazio, innanzitutto, Angelo Rizzoli (produttore insieme a Rai Fiction) per avermi scelto e avermi offerto la possibilità di fare questo personaggio che mi ha divertita moltissimo. In principio, ho pensato che non avrei mai fatto una lunga serie, invece poi ho conosciuto i registi e mi hanno convinto; quando ho visto tutti quei copioni, ho detto 'per carità', ma loro mi hanno detto di non preoccuparmi e che poi li avrei imparati…non li ho mai imparati! Il primo giorno mi sono sentita violentata perché riconosco che il cinema è arte, ma la televisione è un mestiere! Io ringrazio per aver imparato a fare questo mestiere, soprattutto i giovani che lo sapevano fare. E poi, la televisione è il futuro e ho lavorato con un gruppo eccezionale; rifarei la quarta serie con la stessa troupe perché sei mesi sono durissimi e si deve lavorare con persone con cui si sta bene. Devo riconoscere che Francesca Marra ha avuto una grande pazienza, mi diceva sempre 'buttati e divertiti'.

Carlo Croccolo, in questa serie sei senza Reginella?
Eccomi, sono ancora vivo, nonostante la mia età e ci sarò anche nella quarta stagione! Ho fatto questa serie con grande entusiasmo; io ho bisogno di voler bene e spero che, di amore, ce ne sia sempre tanto per me perché, nonostante tutto, sono ancora sensibile a certi argomenti!.
Gabriele Greco, chi è il tuo personaggio?
Il mio personaggio ha un grande sogno, quello di conquistare la vetta del Monte Kailash. Io credo che, realizzando questa serie, siamo riusciti a conquistare il 'nostro kailash', grazie alla Rai che ha creduto in questo progetto e alla scrittura eccezionale, ma anche a noi attori che abbiamo lavorato col cuore.
Peppino di Capri, la tua esperienza come è stata?
Fin dalla prima serie, quando mi hanno scelto, ho pensato che si erano sbagliati. Mi dissero, invece, che nessuno meglio di me poteva raccontare questi luoghi in musica. Dopo la prima prova, mi hanno detto di aver sentito il mare di Capri in queste musiche e questo mi ha spronato in queste tre serie. Mi sono trovato a casa, per me è stato facile perché io sono nato in quest'isola, è il mio habitat naturale.

Sig.ra Bosè, per quale motivo lei recita così raramente?
Mi sono ritirata perché non mi proponevano niente di interessante. Quando mi hanno proposto di fare I Viceré, l'ho fatto perché conoscevo Faenza da moltissimi anni e sono rimasta un po' delusa per il personaggio del film e, allora, mi sono ritirata nel mio paesino vicino a Madrid. Mi proponevano cose che non mi piacevano e non volevo tornare al cinema che non era quello di allora; in Italia, siamo sinceri, c'è poco cinema; in Spagna ce né un po' di più, ma io non sono un 'tipo spagnolo', infatti non mi scelgono quasi mai.
Sig.ra Bosè, che rapporto ha con il suo passato e con i personaggi del passato? Come diceva Emmer: 'sono tutti morti!' e poi purtroppo è morto lui. A me non piace vivere del passato, mi piace vivere del futuro! Voglio vivere questa nuova esperienza della televisione, che è il futuro.
Sig.ra Bosè, lei ha un legame speciale con Capri, vero?
Da quando avevo 18 anni, sono andata sempre a Capri d'estate, ma anche durante le festività; avevo anche una casa, ma l'ho venduta perché era complicato andarci, stando in Spagna. Per me le vacanze non sono i Caraibi, ma Capri. Mi piace tantissimo perché è un'isola tutta raccolta, ha una storia e si sente e poi la piazzetta è come il salotto; ho vissuto l'epoca di Capri più bella con delle ville meravigliose, adesso non esistono più perché, come Villa Isabella, sono diventate alberghi. Se la Rai lascia Capri è un delitto; l'unica cosa, è che dovrebbero scrivere una vera storia, organizzata bene, sarebbe stupendo e potrebbe durare all'infinito e la serie si venderebbe in tutto il mondo.

Giuliano Gemma, quanto ha messo, nel suo personaggio, del suo lato sportivo?
Ho messo molto, perché io ho praticato varie discipline e conosco bene il rapporto che c'è tra allenatore e atleta. Ho messo a frutto tutta l'esperienza acquisita negli anni nello sport. Mi sono reso conto poi, facendo pratica in Francia, quanto sia importante scalare. Quello del mio personaggio è stato un bel rapporto, perché io prenderò a cuore Andrea come un figlioccio.
Sig.ra Bosè, cosa manca, secondo lei, al cinema italiano?
Vedo qualche film italiano anche se in Spagna ne arrivano pochi. Non è il cinema che si faceva allora, mancano i grandi registi.
Lei, prima di approdare al cinema, lavorava in una pasticceria di Milano; cosa pensa del fatto che molte ragazze si propongono come attrici?
Ma in Italia, quasi tutte non hanno fatto scuola, anche ai miei tempi non sapevamo fare niente, avevamo solo la faccia. Mettevamo la faccia e bastava, il cinema è una questione di faccia. Le ragazze si propongono e fanno bene se si sentono attrici, anche io mi proporrei!.

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