enzo70
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sabato 27 marzo 2021
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foto di gruppo di quarantenni allo sbando
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Foto di gruppo di quarantenni al libero sbando. Come è caro questo film ad un quarantenne del 2010, anche se lo rivede a dieci anni di distanza. Muccino è spietato nel leggere le contraddizioni, le ansie, le speranze spesso tradite di una intera generazione che ha pagato a carissimo prezzo lo sbandamento culturale degli anni Ottanta. Carlo, Marco, Alberto, Adriano e Paolo sono amici da sempre e le loro storie affettive sono accomunate dall’inconsistenza del presente. Ceti sociali diversi, scelte di vita quanto mai differenti, con un unico comune denominatore, trovarsi a 40 anni con un futuro sentimentale da ricostruire. Bravi gli interpreti per un bel flm di Muccino proprio per la leggerezza con cui ha deciso di raccontare il disagio di una generazione.
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Foto di gruppo di quarantenni al libero sbando. Come è caro questo film ad un quarantenne del 2010, anche se lo rivede a dieci anni di distanza. Muccino è spietato nel leggere le contraddizioni, le ansie, le speranze spesso tradite di una intera generazione che ha pagato a carissimo prezzo lo sbandamento culturale degli anni Ottanta. Carlo, Marco, Alberto, Adriano e Paolo sono amici da sempre e le loro storie affettive sono accomunate dall’inconsistenza del presente. Ceti sociali diversi, scelte di vita quanto mai differenti, con un unico comune denominatore, trovarsi a 40 anni con un futuro sentimentale da ricostruire. Bravi gli interpreti per un bel flm di Muccino proprio per la leggerezza con cui ha deciso di raccontare il disagio di una generazione.
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miciu
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domenica 10 gennaio 2021
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esser umani è bello
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lo rivedo sempre con piacere non credo che sia banale questo film, purtorppo io mi rispecchio in questa generazione sono un medico radiologo 40 single senza figli credo che rispecchia molto questa generazione e racocnta le verità che spesso è scomoda purtroppo ci dovremmo chiedere come mai questa generazione è cosi fragile ma anche forte forse essere umani non è un dfetto è un pregio e forse bisogna accettarsi per come si è con pregi e difetti.
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miciu
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domenica 10 gennaio 2021
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essere umani
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lo rivedo sempre con piacere credo che sia molto bello il film muccino non è banale purtroppo raconta la verità che spesso è scomoda racconta una generazione dove io i rispecchio molto dovremmo interrogarci su come mai le generazioni sono cosi con pregi e difetti forse bisogna cominciare a capire che essere umani è una grande pregio e accettarsi cosi come si è
io mi rispecchio molto sono una 40 enne medico radiologo single senza figli
maria elena porta napoli
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miciu
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domenica 10 gennaio 2021
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essere umani
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a me è piaciuto molto purtroppo rispecchia molto la mia generazione io ho 40 anni donna single medico raidologo non credo sia banale anzi dovremmo chiederci e interrogarci tutti di come mai questi tipo di generazioni siano cosi come spesso ci descrivono i film che a volte sono romanzati ma dicono un po di verità.
cmq essere umani è una cosa bella con pregi e difetti dovremmo accettarsi per quello che siamo
maria elena napoli
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no_data
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sabato 18 aprile 2020
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solito film isterico
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Muccino evidentemente è come gli attori dei suoi film: isterico e urlante ed è per questo che vuole che tutti recitino in questo modo. Un'ulteriore nota trash è l'improbabile look di Giorgio Pasotti che assomiglia a Giovanni Storti con dei capelli cotonati e arancioni. Imbarazzante.
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folignoli
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sabato 31 agosto 2019
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a me è piaciuto molto
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Muccino è specializzato sulle storie d'amore. Possibilmente fitte di tradimenti, ritorni, colpi di scena, figli che nascono e poi ancora separazioni, emozioni che questo grande sentimento che è l'amore ci regala. Tutta la sua cinematografia è finalizzata a raccontare il motore della nostra esistenza: l'amore. Baciami Ancora, essendo il sequel del più famoso Ultimo Bacio, per l'appunto segue le vicende del gruppo di amici, ormai quarantenni e con i loro drammi ormai consumati (o ancora da cosumare) alle spalle. Suicidi, figli illeggittimi, morte dei padri, psicofarmaci, depressione, questo è il corollario che il nostro regista ci spiattella con estrema eleganza.
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Muccino è specializzato sulle storie d'amore. Possibilmente fitte di tradimenti, ritorni, colpi di scena, figli che nascono e poi ancora separazioni, emozioni che questo grande sentimento che è l'amore ci regala. Tutta la sua cinematografia è finalizzata a raccontare il motore della nostra esistenza: l'amore. Baciami Ancora, essendo il sequel del più famoso Ultimo Bacio, per l'appunto segue le vicende del gruppo di amici, ormai quarantenni e con i loro drammi ormai consumati (o ancora da cosumare) alle spalle. Suicidi, figli illeggittimi, morte dei padri, psicofarmaci, depressione, questo è il corollario che il nostro regista ci spiattella con estrema eleganza. Attraverso i movimenti di camera sempre precisi ed al punto giusto, Muccino onestamente compie un capolavoro di grande umanità. Fotografa la vita reale, quella che non fa notizia, quella che scorre sotto, lontana dai palcoscenici di facebook o dai lustrini dei giornali. Racconta la gente vera, una borghesia piccola ed a tratti proletaria che vive di solo amore. Il lavoro serve ad alimentare la gioia di queste continue schermaglie amorose, pianti, disperazioni ed ancora gioie improvvise per un ritorno di fiamma e dall'altra parte, sofferenza per aver perso il proprio partner. Ma sono tutte gioie e dolori effimeri. Passano velocemente come il dolore per la morte di un loro amico. Un pianto, una lama che trafigge il cuore, ma poi ecco che il suicidio del loro caro amico diventa l'occasione per ricordare un fatto del passato e da lì tornare a ridere di nuovo, guardando avanti, guardando al futuro. Tutto si rinnova, tutto scorre, anche il dolore più lancinante per il divorzio dalla moglie o ancora peggio per la morte di un compagno, in una desolante immaturità, propria dei nuovi quarantenni.
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luis5820
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venerdì 23 maggio 2014
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film irreale . caricatura del rapporto di coppia
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Il film esagera su tutto. E' una esasperazione , quasi caricatura , dei problemi di coppia della nostra era. Un adolescente maschio che vede un film del genere o diventa misogino o diventa asessuato. Comunque è un film piuttosto surreale.
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annu83
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venerdì 30 marzo 2012
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storia di un delitto...
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Storia di un delitto. Se la critica avesse un titolo, dovrebbe essere questo. Storia di un delitto.
Attesissimo sequel de "l'ultimo bacio", Muccino torna sui personaggi che aveva delineato 10 anni prima, con discreto successo. Ci torna donando loro una fascia di età in più, passandoli dai "enta" agli "anta", ma con gli stessi problemi, le stesse paturnie, stessi patemi da ragazzini insoddisfatti e da adulti inconsistenti. Ma questo è pure positivo, il mondo perfetto non esiste se non in un ambiente puramente utopico, e questo Muccino lo sa, e lo descrive con cura, con pragmatismo e con intensità.
La caratterizzazione dei personaggi prosegue, le psicosi e le nevrosi si susseguono incalzanti, paura e delirio verrebbe da dire, ma non a Las Vegas.
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Storia di un delitto. Se la critica avesse un titolo, dovrebbe essere questo. Storia di un delitto.
Attesissimo sequel de "l'ultimo bacio", Muccino torna sui personaggi che aveva delineato 10 anni prima, con discreto successo. Ci torna donando loro una fascia di età in più, passandoli dai "enta" agli "anta", ma con gli stessi problemi, le stesse paturnie, stessi patemi da ragazzini insoddisfatti e da adulti inconsistenti. Ma questo è pure positivo, il mondo perfetto non esiste se non in un ambiente puramente utopico, e questo Muccino lo sa, e lo descrive con cura, con pragmatismo e con intensità.
La caratterizzazione dei personaggi prosegue, le psicosi e le nevrosi si susseguono incalzanti, paura e delirio verrebbe da dire, ma non a Las Vegas.
I personaggi dicevamo, ben delineati, aspri quanto basta, reali, soggiogati dalla vita e dalle loro frustrazioni, insomma, un inno alla vita reale. Con degli interpreti. Interpreti ottimi direi. Un Accorsi su grandi livelli, un immenso Santamaria, un ottimo Pasotti, un Favino surreale ma realissimo nei suoi sproloqui da uomo distrutto da un problema più grande di lui, che lo terrorizza e gli impedisce di essere razionale. Anche le donne hanno il loro spazio, con una Puccini in stato di grazia. Anche Primo Reggiani, relegato in seconda fascia dice la sua, sebbene nelle prime scene sembra uno studentello smanioso di partecipare a qualcosa che sa benissimo non competergli.
E fin qua nulla da dire, anzi, un plauso al regista, che ha messo su una casetta ben construita, con basi sostanziali e apparentemente indistruttibili.
Ma poi.... Il delitto...
C'è, secondo me, una scena che fa da spartiacque tra il capolavoro e il delitto, ed è quella dello sparo. Tre secondi di buio, io che mi giro verso chi mi sta affianco in sala e mormoro, manco ne capissi davvero di film "se il film finisce qua è un capolavoro".
Ma nulla, un altro sparo, stavolta immaginario, che uccide il film.
Le immagini ripartono, vacue, superflue, inconcludenti, scontate, perbeniste e trasudanti di inutile e fastidioso ottimismo, alla ricerca di qualcosa che piace a molti, ma non per questo indispensabile. Storia di un delitto, storia di uno sciupo, di una violenza.
Storia di 15 minuti esatti che se fossero stati tagliati sarebbe stato solo che meglio.
E allora via sul tram della felicità, via con il più scontato dei finali, via verso il bagno, così da buttare nel cesso tutto quello che di buono si era costruito in 2 ore di film.
Peccato, peccato davvero, perchè il cinema italiano ha bisogno di film come questo, di interpretazioni di questa caratura, ma non ha bisogno di finali sterili, poco innovativi e scontati.
E allora come si fa a dare un voto a un flm del genere? Come? Si fa la media tra le prime due ore e gli ultimi 15 minuti? Si tiene presente solo il bello? Solo il brutto? Si cerca un movente per il delitto?
Scelgo la prima, il voto è la media tra il 9 iniziale e il 3 finale. Con tanti saluti alla piacevole sensazione che mi aveva pervaso durante il film. Manco ne capissi davvero di film...
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nelson corallo
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martedì 14 febbraio 2012
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stato d'animo dilaniato.
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"Baciami ancora" è un film dai colori intensi. Partendo dalla fotografia, eccellente, di cui forse in pochi si sono accorti. Perché quando si guarda un film di Muccino ci si impegna, con rabbia, nella sola analisi della storia piuttosto che nell'osservazione della tecnica registica. Io stesso, da sempre detrattore di Muccino, ho sempre fatto così. Poi succede che nella vita cambiano le prospettive e il proprio punto di vista si amplifica e svela cose fino a prima tralasciate. Mi sono accorto che questo film è potente tanto quanto è esasperata la sensibilità del regista nel raccontare la storia di tutti i personaggi, ognuno dei quali rappresenta un momento della vita di tutti noi. L'insieme degli attori incarna pulsioni frammentate che, una volta rimesse assieme, compongono l'interezza dell'animo umano.
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"Baciami ancora" è un film dai colori intensi. Partendo dalla fotografia, eccellente, di cui forse in pochi si sono accorti. Perché quando si guarda un film di Muccino ci si impegna, con rabbia, nella sola analisi della storia piuttosto che nell'osservazione della tecnica registica. Io stesso, da sempre detrattore di Muccino, ho sempre fatto così. Poi succede che nella vita cambiano le prospettive e il proprio punto di vista si amplifica e svela cose fino a prima tralasciate. Mi sono accorto che questo film è potente tanto quanto è esasperata la sensibilità del regista nel raccontare la storia di tutti i personaggi, ognuno dei quali rappresenta un momento della vita di tutti noi. L'insieme degli attori incarna pulsioni frammentate che, una volta rimesse assieme, compongono l'interezza dell'animo umano. "Baciami ancora" nei movimenti di macchina da presa, nel montaggio, in ogni inquadratura, esprime il dolore di un cuore lacerato in preda al dubbio. Nel momento in cui lo spettatore resta spettatore, anziché critico, può rendersi conto di quanto di se stesso stia passando sullo schermo, di quanta vita altrui si sia impossessata la pellicola. Nel cinema di Muccino viene rappresentata tutta l'angoscia possibile, tutta la nevrosi sentimentale immaginabile, tutto il peggio delle nostre relazioni interpersonali. E questo rende difficile, a colui che osserva, un'identificazione alla storia, poiché ammetterlo gli genera sgomento. Muccino in questo film scrive e dirige il dramma di uomini e donne estremamente reali, poiché sono tutti deboli e impauriti, senza alcuna aspirazione titanica tranne quella di riuscire ad accettarsi, privi di genialità, cittadini di una Roma snob, costantemente insoddisfatti. In "Baciami ancora" questi ex giovani affrontano non solo il quotidiano senso dell'orrore nello scoprire di non essere padroni di nulla ma anche il peso del fallimento di quanto credevano, fino a pochi istanti prima, essere una sicurezza. In questo film tutte le storie (passate e future) dei protagonisti tornano per dare il colpo di grazia: o dentro o fuori. Esiste per ognuno un finale differente, un'ispirazione, un senso nuovo delle cose. Questo non significa che lo spettatore, al termine, ne risulti a sua volta illuminato. Niente affatto. In "Baciami ancora" le vite degli altri - che inscenano dilemmi sentimentali universali - restano però ben estranee alle nostre vite. Ed è proprio questo l'ultimo confine che rende paradossalmente quelle storie più simili alla realtà: i personaggi, le loro paure, i loro destini, non vogliono costituire un esempio per gli altri, vogliono solo trovare pace, come un cuore esasperato. Così Muccino scardina il quotidiano, a schiaffi, e il film diventa una possibilità per espellere dolore. Ed è per questo motivo che "Baciami ancora" deve essere visto con l'animo dilaniato, predisposto a soffrire, come nel momento in cui Santamaria "gioca" con una pistola a tamburo oppure quando Accorsi pensa di aver trovato pace nel non dover per forza amare, o quando Favino trascina l'amante della moglie giù da un cavallo o ancora quando Pasotti, uomo a pezzi, affronta il proprio figlio abbandonato dieci anni prima.
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nelson corallo
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martedì 14 febbraio 2012
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stato d'animo dilaniato.
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"Baciami ancora" è un film dai colori intensi. Partendo dalla fotografia, eccellente, di cui forse in pochi si sono accorti. Perché quando si guarda un film di Muccino ci si impegna, con rabbia, nella sola analisi della storia piuttosto che nell'osservazione della tecnica registica. Io stesso, da sempre detrattore di Muccino, ho sempre fatto così. Poi succede che nella vita cambiano le prospettive e il proprio punto di vista si amplifica e svela cose fino a prima tralasciate. Mi sono accorto che questo film è potente tanto quanto è esasperata la sensibilità del regista nel raccontare la storia di tutti i personaggi, ognuno dei quali rappresenta un momento della vita di tutti noi. L'insieme degli attori incarna pulsioni frammentate che, una volta rimesse assieme, compongono l'interezza dell'animo umano.
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"Baciami ancora" è un film dai colori intensi. Partendo dalla fotografia, eccellente, di cui forse in pochi si sono accorti. Perché quando si guarda un film di Muccino ci si impegna, con rabbia, nella sola analisi della storia piuttosto che nell'osservazione della tecnica registica. Io stesso, da sempre detrattore di Muccino, ho sempre fatto così. Poi succede che nella vita cambiano le prospettive e il proprio punto di vista si amplifica e svela cose fino a prima tralasciate. Mi sono accorto che questo film è potente tanto quanto è esasperata la sensibilità del regista nel raccontare la storia di tutti i personaggi, ognuno dei quali rappresenta un momento della vita di tutti noi. L'insieme degli attori incarna pulsioni frammentate che, una volta rimesse assieme, compongono l'interezza dell'animo umano. "Baciami ancora" nei movimenti di macchina da presa, nel montaggio, in ogni inquadratura, esprime il dolore di un cuore lacerato in preda al dubbio. Nel momento in cui lo spettatore resta spettatore, anziché critico, può rendersi conto di quanto di se stesso stia passando sullo schermo, di quanta vita altrui si sia impossessata la pellicola. Nel cinema di Muccino viene rappresentata tutta l'angoscia possibile, tutta la nevrosi sentimentale immaginabile, tutto il peggio delle nostre relazioni interpersonali. E questo rende difficile, a colui che osserva, un'identificazione alla storia, poiché ammetterlo gli genera sgomento. Muccino in questo film scrive e dirige il dramma di uomini e donne estremamente reali, poiché sono tutti deboli e impauriti, senza alcuna aspirazione titanica tranne quella di riuscire ad accettarsi, privi di genialità, cittadini di una Roma snob, costantemente insoddisfatti. In "Baciami ancora" questi ex giovani affrontano non solo il quotidiano senso dell'orrore nello scoprire di non essere padroni di nulla ma anche il peso del fallimento di quanto credevano, fino a pochi istanti prima, essere una sicurezza. In questo film tutte le storie (passate e future) dei protagonisti tornano per dare il colpo di grazia: o dentro o fuori. Esiste per ognuno un finale differente, un'ispirazione, un senso nuovo delle cose. Questo non significa che lo spettatore, al termine, ne risulti a sua volta illuminato. Niente affatto. In "Baciami ancora" le vite degli altri - che inscenano dilemmi sentimentali universali - restano però ben estranee alle nostre vite. Ed è proprio questo l'ultimo confine che rende paradossalmente quelle storie più simili alla realtà: i personaggi, le loro paure, i loro destini, non vogliono costituire un esempio per gli altri, vogliono solo trovare pace, come un cuore esasperato. Così Muccino scardina il quotidiano, a schiaffi, e il film diventa una possibilità per espellere dolore. Ed è per questo motivo che "Baciami ancora" deve essere visto con l'animo dilaniato, predisposto a soffrire, come nel momento in cui Santamaria "gioca" con una pistola a tamburo oppure quando Accorsi pensa di aver trovato pace nel non dover per forza amare, o quando Favino trascina l'amante della moglie giù da un cavallo o ancora quando Pasotti, uomo a pezzi, affronta il proprio figlio abbandonato dieci anni prima.
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