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5x1: Michael Douglas, principe di Hollywood

Malgrado i pettegolezzi e i flop, l'attore continua a essere una stella.
di Stefano Cocci

Dalle strade di San Francisco fino in Galles con Catherine Zeta-Jones
Michael Douglas (Michael Kirk Douglas) (79 anni) 25 settembre 1944, New Brunswick (New Jersey - USA) - Bilancia. Interpreta Mark Hunter nel film di Peter Hyams Un alibi perfetto.

martedì 10 novembre 2009 - Celebrities

Dalle strade di San Francisco fino in Galles con Catherine Zeta-Jones
Alla parola senilismo, il dizionario Garzanti recita: "s. m.; 1) vecchiaia precoce; 2) (fig.) atteggiamento di favore, di fiducia eccessiva nei confronti degli anziani.". Michael Douglas sembra un eterno fanciullo e non è certo il tipico rappresentante della terza età ma giunto ormai a 65 anni, alcuni dubbi sulla sua sanità mentale sopraggiungono scorrendo la lista degli ultimi film interpretati ( Tu, io e Dupree e La rivolta delle ex), confrontandoli con alcune perle del passato (Wall street su tutti) ma anche alcune chicche prodotte come Qualcuno volò sul nido del cuculo e Face/Off. Forse solo l'atteggiamento di favore di cui beneficiano gli anziani consente fino ad oggi di dimenticare alcune delle insulsaggini appartenenti alla prima lista, soprattutto dopo le oscure vicende seguenti a Basic Instinct, con il ricovero in una clinica per malati di sesso. Tant'è che Michael Douglas mantiene un'aura da icona dello star system hollivudiano: impegnato attivamente in attività benefiche che nel 1998 gli valsero l'investitura dell'allora Segretario generale della Nazioni unite quale "messaggero di pace"; la nobile attività della "Michael Douglas foundation"; il sostegno al partito democratico; il matrimonio "perfetto" con Catherine Zeta–Jones.
Se non basta, possiamo ricordare l'appartenenza alla nobile schiatta dei Douglas di cui il patriarca Kirk ancora rappresenta una colonna. Infatti, partecipando recentemente a una puntata del Late show di David Letterman, Michael ricordava come, a 93 anni suonati, il genitore fosse ancora attivissimo come attore. Senza contare che i due divisero lo schermo nel film del 2003 Vizi di famiglia di Fred Schepisi, una grande vicenda familiare con echi vagamente biografici essendo i due, guarda un po', padre e figlio. Sebbene Kirk sia ancora in vita, nei mesi scorsi Michael ha perso colui che considerava il padre putativo e autentico mentore della sua carriera cinematografica, quel Karl Malden con cui fece coppia per tanti anni Le strade di San Francisco.
Oggi, dopo gli esperimenti falliti nelle commediole giovanilistiche di cui sopra, ci riprova con un remake, Un alibi perfetto, rivisitazione del film di Fritz Lang del 1956. Già nel 1998 si presentò con il rifacimento di Delitto perfetto al fianco di Viggo Mortensen prima che partisse per la Terra di mezzo, e Gwyneth Paltrow. Senza dimenticare che rifiutò di tornare nella seconda puntata di Basic Instinct ma non ha saputo resistere al richiamo di Oliver Stone per vestire di nuovo i panni di Gordon Gekko, che nel 1987 gli valse l'Oscar quale Miglior attore protagonista.

Le strade di San Francisco
Il cuculo uccise Steve Keller. La carriera di Michael Douglas, dopo i primi pallidi tentativi cinematografici (Due ragazzi e un leone, al fianco di Jodie Foster), inizia vigorosamente nella serie televisiva ambientata nella città californiana. Le strade di San Francisco vede protagonista Douglas nei panni del giovane detective della squadra omicidi Steve Keller, affiancato ad un collega più esperto, Mike Stone, interpretato da una leggenda di Hollywood, Karl Malden. Tra i due la chimica si rivelò perfetta. Quando Douglas sfondò nel cinema grazie all'Oscar vinto per aver prodotto Qualcuno volò sul nido del cuculo, il ruolo di Keller gli venne definitivamente stretto. Lasciò la serie e ciò fu la fine de Le strade di San Francisco: il nuovo personaggio che ne prese il posto, il detective Dan Robbins interpretato da Richard Hatch non conquistò mai un posto nel cuore dei fans della serie. Hatch si rifece anni dopo con il successo di Battlestar Galactica.

Basic Instinct
È uno dei film che ha incassato di più negli anni Novanta, e nell'intera storia del cinema. Un thriller senza alcun pathos che non fosse vedere Sharon Stone che si accoppia furiosamente con Michael Douglas. La scena dell'interrogatorio ha girato il mondo e per fortuna che all'epoca non c'era YouTube. Oggi, rivedere Basic Instinct fa tenerezza, mentre Douglas fa invidia mentre deve destreggiarsi tra la mora, affascinante e colta, Jeanne Tripplehorn e la Stone bionda, sexy e selvaggia. Per lui non era la prima volta: anni prima aveva dovuto affrontare le ire di Glenn Close scaricata in Attrazione fatale. Insomma, il lupo perde il pelo...

Wall street
Nel grande disegno della storia americana dagli anni Sessanta a oggi tratteggiato da Oliver Stone, Wall street si inserisce temporalmente negli anni Ottanta, quelli del rampantismo, del reganismo e della lussuria verso il profitto, e si incastra nella filmografia del regista all'interno della trilogia sul Vietnam. Probabilmente si tratta del miglior affresco di un epoca che Stone abbia girato, al di là della passione messa dentro "Platoon" o "JFK" o lo stile di "Assassini nati" e "Nato il 4 luglio". In ciò lo ha aiutato l'eccelsa prova di Michael Douglas, che incarna perfettamente l'ingordigia di Wall street, disposta a divorare tutto, anche se stessa. Gordon Gekko è il padre degli scandali degli ultimi anni che hanno innescato la crisi globale, dimostrando, come se ce ne fosse bisogno, la spietata attualità del film del 1987. Tant'è che Stone prepara il ritorno dei suoi personaggi in Wall street 2 – Money never sleeps. Già dal titolo si annuncia come un altro atto di accusa verso la finanza globale.

All'inseguimento della pietra verde
Al momento è l'unico film di Douglas per il quale l'attore abbia accettato di girare un sequel. All'inseguimento della pietra verde mise insieme due degli attori più amati degli anni Ottanta, Kathleen Turner e, appunto, Douglas, per una sorta di "anti-Indiana Jones". Alla regia, uno dei figli putativi della coppia SpielbergLucas, Robert Zemeckis. Il successo fu importante, tanto da giustificare Il gioiello del Nilo e un terzo film per la coppia TurnerDouglas (insieme a Danny De Vito), La guerra dei Roses. Proprio per De Vito la partecipazione a All'inseguimento della pietra verde fu una parziale espiazione per aver dovuto rinunciare alla parte di Sellah ne I predatori dell'arca perduta.

La guerra dei Roses
Una delle commedie più nere di Hollywood. Una storia di amore, un matrimonio perfetto che presto trasforma l'affetto in un mare di odio e risentimento. I due Roses si scanneranno a vicenda, incapaci di dividere le cose accumulate nel corso della loro vita insieme. Nessuno dei due vuole cedere, così distruggeranno tutto. Un film amaro sull'amore, pieno di un umorismo nero che non ha eguali. Diretto da Danny DeVito, che lasciò per sé il ruolo dell'avvocato amico della coppia che cerca una riconciliazione.

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