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The Twilight Saga: New Moon, orrore e sentimentalismo

Il lato attraente del vampiro.
di Rudy Salvagnini

Sensualità, esoterismo, romanticismo tout court
Christopher Lee (Christopher Frank Carandini Lee) 27 maggio 1922, Londra (Gran Bretagna) - 7 Giugno 2015, Londra (Gran Bretagna). Nel film di Terence Fisher Dracula il vampiro.

mercoledì 25 novembre 2009 - Approfondimenti

Sensualità, esoterismo, romanticismo tout court
La sensualità, l'erotismo, il romanticismo tout court, sono sempre stati elementi portanti del mito del vampiro sin dai tempi della sua rielaborazione "moderna". Il fondamentale racconto di John William Polidori, Il vampiro, ne tratteggiava la figura riprendendone caratteristiche e fattezze da Lord Byron, del quale Polidori era (anche) il medico. Byron, ovvero l'essenza stessa, l'impersonificazione del romanticismo inglese. Quando, parecchi anni dopo, Bram Stoker creò Dracula, fu proprio a quelle caratteristiche che in gran parte si conformò, pur con un maggior grado di definizione e di sottigliezza. Il lato attraente, il sex-appeal, non era quindi per nulla secondario nella figura del vampiro. Al cinema questo aspetto ha cominciato a farsi sentire in Dracula il vampiro (1958) di Terence Fisher, con un Christopher Lee che si allontanava dalla maschera grottesca stile Bela Lugosi per infondere al personaggio robuste dosi di carisma febbrile e morbosamente erotico. Da lì in poi molti film hanno esplorato questo aspetto e anche quello più spiccatamente romantico, cercando di dare al vampiro sentimenti "umani": Blacula, I diabolici amori di Nosferatu e il Dracula kolossal di Francis Ford Coppola sono solo alcuni esempi.
Twilight
La saga di Twilight esplora questi territori variando le dosi degli ingredienti e facendo del racconto di vampiri non più una tenebrosa narrazione per spiriti impavidi, ma piuttosto un tenero fotoromanzo in movimento per cuori palpitanti. Nel farlo, trattiene l'elemento romantico, ma, sia pure amplificandolo nella quantità, lo sterilizza dall'erotismo dando alla relazione tra la donna e il vampiro caratteristiche sostanzialmente platoniche. La relativa novità di questa serie di film è quindi la fusione del sentimentalismo da romanzo rosa con l'horror rappresentato da uno dei suoi personaggi più tradizionali, il vampiro. Dei mostri dell'horror, il vampiro è quello più umano, quello che meglio poteva prestarsi a un'operazione del genere, la quintessenza dell'amante misterioso e attraente.
Nel primo episodio della saga, Bella, ragazza problematica e dislocata in un mesto paesino del Nord degli Stati Uniti, ha il più classico dei colpi di fulmine con un ragazzo che scopre essere un vampiro. Ma potrebbe funzionare l'amore di una bella e innocente ragazza con un essere dannato? Sì, certamente, dal punto di vista narrativo, come dimostrano bene Cime tempestose e molti altri analoghi casi. Ma sono tutti casi che virano nel melodramma e per lo più finiscono male. Per trattenere un tono lieve e dare speranza agli spettatori, è introdotta la dicotomia tra vampiri buoni e cattivi. I buoni si autodefiniscono "vegetariani" perché bevono solo sangue di animali, i cattivi invece si nutrono più tradizionalmente di sangue umano. Questa differenza non è nuova: è stata più volte usata, con esiti variabili, in film come Perfect Creature e La stirpe. È una soluzione un po' di comodo, ma può svolgere la sua funzione. Edward è "buono" e Bella può amarlo senza remore.

New Moon
Nel secondo episodio della saga, New Moon, il feuilleton procede dapprima separando gli amanti e poi inserendo il terzo incomodo che si scopre anch'esso essere un mostro della tradizione horror: un licantropo. Si conferma quindi il gusto unico di Bella nello scegliersi i ragazzi. Anche in questo caso, l'amore resta platonico e impossibile, sia perché Bella non cede rimanendo fedele - con qualche titubanza - al ricordo dell'amante lontano, sia perché nemmeno i licantropi sono amanti facili e ne sa qualcosa la fidanzata del capo branco. Ulteriori elementi della più pura tradizione horror sono i vampiri aristocratici e decadenti, sprezzanti degli umani e amanti dell'arte, che non a caso vivono in Italia e sono chiamati Volturi. Come in Intervista col vampiro si sottende una struttura articolata della società dei vampiri, parallela a quella umana. Immagini e parametri della tradizione horror hanno comunque un uso funzionale al sentimentalismo, servono a dargli uno sfondo, delle motivazioni, delle complicazioni per farlo risaltare nel contrasto. Lo stile resta attento a enfatizzare l'aspetto romantico-sentimentale, cercando di far emergere una storia d'amore che i protagonisti enunciano più che dimostrare. Sotto questo profilo il cambio in cabina di regia - da Catherine Hardwicke a Chris Weitz - passa quasi inosservato, tanta è la aderenza di quest'ultimo al look della serie. Nel secondo episodio c'è più azione, hanno maggior risalto gli effetti speciali grazie alla presenza dei licantropi, ma il tono complessivo non cambia: è il conflitto dei sentimenti ad avere la parte del leone, con predominanza di dialoghi da romanzo rosa che non di rado sono ad alto tasso glicemico. C'è da dire che il personaggio di Bella è azzeccato e sufficientemente sfaccettato. Questo grazie anche alla sensibile interpretazione di Kristen Stewart, un'attrice che si era fatta notare come la figlioletta di Jodie Foster in Panic Room e aveva confermato le sue doti in un horror per altri versi deludente come The Messengers dei fratelli Pang, nel ruolo di un'altra ragazza forzatamente dislocata e perciò irrequieta. Edward, invece, resta un personaggio più esteriore, il suo tormento non sembra così "vissuto". Ma non è necessariamente un errore. La bilancia dei film pende dalla parte di Bella perché è lei il personaggio trainante che invita all'immedesimazione e difatti gran parte del pubblico di questi film è femminile. Edward - la sua Bestia, se così vogliamo dire seguendo l'evidente suggerimento del nome della protagonista - è un personaggio più semplice, un vampiro con problemi, per parafrasare una definizione adottata per i super eroi marveliani degli anni '60. La sua assenza per oltre metà di questo secondo film non nuoce all'economia narrativa ed è ben supplita dalla più "fisica" e sotto certi aspetti brutale presenza del licantropo buono Jacob. Edward è soprattutto il catalizzatore che smuove i sentimenti di Bella dal torpore in cui erano piombati anche per la sensazione di abbandono derivata dalla "fuga" della mamma. Migliaia di adolescenti tormentate e sognatrici non faranno fatica a identificarsi in lei e a seguirne i tumulti psicologici nella speranza della storia d'amore definitiva, contro tutte le difficoltà. Il suo fermo desiderio di diventare un vampiro rappresenta proprio la voglia di un cambiamento radicale non raro in chi vive un'età di passaggio. Invece di vivere una vita che non apprezza, Bella preferirebbe vivere una non-morte eterna accanto al suo amato. Se ci riuscirà ce lo diranno le prossime puntate.

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