luca scialo
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domenica 7 giugno 2020
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poca passione per una storia che ne richiederebbe
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James Ivory traspone l'omonimo romanzo del 2002 scritto da Peter Cameron e riadattato per il grande schermo da Ruth Prawer Jhabvala. Omar Razaghi, studente iraniano laureatosi presso l'Università del Colorado, ottiene una borsa di studio finalizzata alla stesura della biografia dell'autore latino-americano Jules Gund. Ma la Fondazione Gund, curata dai suoi eredi gli nega l'autorizzazione. Così, la compagna Deirdre, caratterialmente molto più decisa di lui e già insegnante, lo sprona affinché vada in Uruguay per incontrare i parenti ed ottenerla. Giunto nella loro grande tenuta, scopre che, come ogni grande famiglia ricca, non mancano scheletri nell'armadio e dinamiche tipiche della borghesia.
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James Ivory traspone l'omonimo romanzo del 2002 scritto da Peter Cameron e riadattato per il grande schermo da Ruth Prawer Jhabvala. Omar Razaghi, studente iraniano laureatosi presso l'Università del Colorado, ottiene una borsa di studio finalizzata alla stesura della biografia dell'autore latino-americano Jules Gund. Ma la Fondazione Gund, curata dai suoi eredi gli nega l'autorizzazione. Così, la compagna Deirdre, caratterialmente molto più decisa di lui e già insegnante, lo sprona affinché vada in Uruguay per incontrare i parenti ed ottenerla. Giunto nella loro grande tenuta, scopre che, come ogni grande famiglia ricca, non mancano scheletri nell'armadio e dinamiche tipiche della borghesia. Così come, inevitabilmente, il suo obiettivo iniziale subirà variazioni. Anche di natura sentimentale. Malgrado il discreto cast (ci troviamo, tra gli altri, Anthony Hopkins, Laura Linney, Charlotte Gainsbourg), una storia di base interessante e le ambientazioni passionali dell'America latina, la trasposizione finale risulta poco coinvolgente. Con passaggi qua e là non completamente curati e convincenti. Anche la fotografia avrebbe meritato maggiore attenzione, sfruttando per esempio la presenza nella trama di una gondola veneziana. Emblema del ricordo e dell'amore.
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lunedì 21 ottobre 2019
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quella sera dirata
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Sembra che questa sera non sia proprio in programma!..
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elgatoloco
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sabato 2 gennaio 2016
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non è cinema patinato
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L'equivoco diffuso che parla, per Ivory, di"cinema patinato", credo vada sfatato: la situazione proposta anche in quesfo film,, tratto da un romanzo di notevole qualità letteraria(ciò vale in realtà per tutte le opere di Ivory)pesenta una famiglia in piena crisi: a iniziare dallo scrittore forse moto suicida, tutti i personaggi hanno problemi esistenziali e relazionali ingesibili comunque non gestiti. La narraziooe filmicai ivoryanapia, "tradizionale"evidenzia tali problematiche, le caratterizza, senza"risolverle". Degii/delle interprti non si può dire se non bene, vista 'adeguatezza.
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L'equivoco diffuso che parla, per Ivory, di"cinema patinato", credo vada sfatato: la situazione proposta anche in quesfo film,, tratto da un romanzo di notevole qualità letteraria(ciò vale in realtà per tutte le opere di Ivory)pesenta una famiglia in piena crisi: a iniziare dallo scrittore forse moto suicida, tutti i personaggi hanno problemi esistenziali e relazionali ingesibili comunque non gestiti. La narraziooe filmicai ivoryanapia, "tradizionale"evidenzia tali problematiche, le caratterizza, senza"risolverle". Degii/delle interprti non si può dire se non bene, vista 'adeguatezza.Che cosa servirebbero, d'altronde, sparate gigionsche nell'interpretazione come anche, sul piano registico, improvvide quanto improvvise zoomate, flashback o altro? A nulla,se non a sconcertare e indirizzre altrove(e male, in drezione errata)lo spettatore. El Gato
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elgatoloco
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sabato 2 gennaio 2016
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non è cinema patinato
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L'equivoco diffuso che parla, per Ivory, di"cinema patinato", credo vada sfatato: la situazione proposta anche in quesfo film,, tratto da un romanzo di notevole qualità letteraria(ciò vale in realtà per tutte le opere di Ivory)pesenta una famiglia in piena crisi: a iniziare dallo scrittore forse moto suicida, tutti i personaggi hanno problemi esistenziali e relazionali ingesibili comunque non gestiti. La narraziooe filmicai ivoryanapia, "tradizionale"evidenzia tali problematiche, le caratterizza, senza"risolverle". Degii/delle interprti non si può dire se non bene, vista 'adeguatezza.
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L'equivoco diffuso che parla, per Ivory, di"cinema patinato", credo vada sfatato: la situazione proposta anche in quesfo film,, tratto da un romanzo di notevole qualità letteraria(ciò vale in realtà per tutte le opere di Ivory)pesenta una famiglia in piena crisi: a iniziare dallo scrittore forse moto suicida, tutti i personaggi hanno problemi esistenziali e relazionali ingesibili comunque non gestiti. La narraziooe filmicai ivoryanapia, "tradizionale"evidenzia tali problematiche, le caratterizza, senza"risolverle". Degii/delle interprti non si può dire se non bene, vista 'adeguatezza.Che cosa servirebbero, d'altronde, sparate gigionsche nell'interpretazione come anche, sul piano registico, improvvide quanto improvvise zoomate, flashback o altro? A nulla,se non a sconcertare e indirizzre altrove(e male, in drezione errata)lo spettatore. El Gato
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filippo catani
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lunedì 24 settembre 2012
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splendido affresco sudamericano
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Un giovane dottorando in letteratura decide di scrivere una biografia su uno scrittore sudamericano recentemente scomparso. Il ragazzo chiede preventivamente il permesso alla famiglia che gli risponde negativamente. Il ragazzo, spinto dall'antipatica e arrivista fidanzata, decide di partire lo stesso alla volta della maestosa fazenda che ospita tutta la famiglia allargata dello scrittore.
C'è poco da fare e da dire; per questo genere di film Ivory è praticamente insuperabile. L'attenzione per i dettagli, gli splendidi panorami ci restituiscono un'idea sicuramente molto sognante e romanzata del Sudamerica ma che in qualche modo è quello che tutti noi immaginiamo quando pensiamo alle grandi distese della pampa.
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Un giovane dottorando in letteratura decide di scrivere una biografia su uno scrittore sudamericano recentemente scomparso. Il ragazzo chiede preventivamente il permesso alla famiglia che gli risponde negativamente. Il ragazzo, spinto dall'antipatica e arrivista fidanzata, decide di partire lo stesso alla volta della maestosa fazenda che ospita tutta la famiglia allargata dello scrittore.
C'è poco da fare e da dire; per questo genere di film Ivory è praticamente insuperabile. L'attenzione per i dettagli, gli splendidi panorami ci restituiscono un'idea sicuramente molto sognante e romanzata del Sudamerica ma che in qualche modo è quello che tutti noi immaginiamo quando pensiamo alle grandi distese della pampa. L'eleganza dei personaggi, i loro gesti e le loro mosse non possono non ricordare allo spettatore appassionato e non gli altri capolavori del regista a partire da Quel che resta del giorno. La storia è molto piacevole e scorre a ritmo compassato ma non per questo noioso. E veniamo anche al punto di raccordo tra il film citato in precedenza e questo; il grande Anthony Hopkins perfettamente a suo agio nella veste del fratello omosessuale dello scrittore scomparso e fin da subito ben disposto ad aiutare il suo giovane ospite allettato dai ricavi del libro. Sarà così che, anche grazie al suo aiuto, il dottorando non solo conoscerà la moglie e la giovane compagna dello scrittore di cui si invaghirà ma intraprenderà un viaggio in se stesso che lo porterà a mettere in discussione non solo la sua carriera universitaria ma anche la sua vita sentimentale quasi "a servizio" della sua compagna. Un altro piccolo gioiello targato Ivory.
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paride86
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mercoledì 15 febbraio 2012
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insulso
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Lento, monocorde e insignificante, sia nella trama che nello spessore dell'inutile protagonista, oscurato dai personaggi di contorno.
Non mi è piaciuta nemmeno la fotografia, spenta e sonnolenta come tutto il film, de resto.
Per Ivory un clamoroso flop.
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Lento, monocorde e insignificante, sia nella trama che nello spessore dell'inutile protagonista, oscurato dai personaggi di contorno.
Non mi è piaciuta nemmeno la fotografia, spenta e sonnolenta come tutto il film, de resto.
Per Ivory un clamoroso flop.
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nalipa
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mercoledì 30 marzo 2011
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ivory é quasi sempre una garanzia
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Nel caso di "Quella sera dorata" lo é stato!
Uno studente vuole scrivere la biografia di uno scrittore leggendario, ma si trova davanti a molti problemi per via degli strani personaggi componenti la famiglia del letterato. Questi, almeno in parte non sembrano voler consentire la stesura della biografia....ma nello svolgersi della vicenda accadrqanno fatti e conseguenti mutamenti nella vita di tutti..
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E' un film bellissimo, i personaggi sono delineati in modo preciso e i dialoghi sono perfetti.
Grandissima performance di Hopkins che indora la pellicola con la sua presenza e il suo sguardo!
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ipno74
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domenica 27 febbraio 2011
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bentornato mr. ivory
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Sempre straordinario Ivory quando gira un film e questo è elegante e delicato, ha il sapore dei vecchi film in bianco e nero di una volta.
Storia di un uomo che deve fare una biografia di uno scrittore in Uruguay, ma si trova invece a crescere emotivamente e psicologicamente.
La sua ragazza è più una madre per lui, pensa per lui e agisce per lui, ma in questa villa sperduta nei boschi si innamora ed inizia a pensare con la propria testa.
Questo non è un film che lascia il segno nella memoria ma è godibile fino alla fine.
Bravissimi tutti gli attori.
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dario
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giovedì 30 dicembre 2010
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irritante
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La patina non è certo sufficiente. Ivory fa flop, aiutato da una sceneggiatura senza idee, da dialoghi demenziali e da una presunzione di fondo che irrita. Qui Ivory sembra il peggior Antonioni e riesce ad essere ancora più noioso. Un pasticcio dall'inizio alla fine, una matassa che non si sbroglia - che nessuno vuole sbrogliare - e personaggi che sono la quintessenza della caricatura. Letteratura trattata come spazzatura (verbosa e citazionista). Lungaggini, terrore che il film non finisca più. Una pugnalata al cinema. Basta con queste manfrine!
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astromelia
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lunedì 22 novembre 2010
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quel che resta di...hopkins
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film a tratti lento,didascalico,l'attore quasi irriconoscibile,perfetto nelle sue consuete recitazioni,e proprio nella recitazione è il punto di forza di questo film.
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