La maturità di una nazione
Dopo l'esplosivo avvio decretato dalla prima europea del thriller The International e degli intensi The Reader e Mammoth, la Berlinale prosegue il suo passo sostenuto lungo il sentiero del miglior cinema internazionale lastricato dei nomi più noti. Oggi in concorso il dramma The Messenger, nuova tappa di un percorso di confronto con lo spettro della guerra in Iraq da parte del più coraggioso cinema indipendente americano. Attraverso gli occhi di un giovane soldato ferito in guerra (Ben Foster), ambasciatore di tristi notizie per le famiglie delle vittime di guerra, apprendiamo il trauma che una nazione ancora vive tragicamente. Sempre in concorso anche il film tedesco Alle Anderen (Everyone else), dramma incentrato sul rapporto di coppia di due giovani asociali e sulla loro impossibilità a vivere un'ordinaria storia d'amore, castrati dallae loro fragilità e dall'insostenibile peso della normalità delle altre coppie.
Fuori concorso vince ancora il dramma rigorosamente off-hollywood di The Private Lives of Pippa Lee. Nel film della regista, sceneggiatrice e scrittrice Rebecca Miller (The Ballad of Jack and Rose con Daniel Day-Lewis, nonché lo script di Proof – La prova) molti divi fanno la loro comparsa all'interno di questo quadro che racconta infanzia, adolescenza e tarda maturità dello spirito libero Pippa Lee (Robin Wright Penn): dall'anziano marito Alan Arkin, alle amiche Julianne Moore, Winona Ryder e Monica Bellucci, fino al bel vicino di casa Keanu Reeves.

La contessa sanguinaria Nelle sezioni collaterali, l'attrice francese Julie Delpy (nota soprattutto per il dittico di Richard Linklater Prima dell'alba e Prima del tramonto), si conferma autrice a tutto tondo con un film da lei, scritto, diretto ed interpretato: The Countess. Dopo Keira Knightley in La Duchessa, un'altra attrice europea si veste dei costumi di un'aristocratica d'epoca; solo che a differenza della Knightley e della Duchessa del Devonshire, la Contessa di Julie Delpy è la terribile Erzsèbet Báthory, famosa figura sadica e stregonesca della storia ungherese, rimasta leggendaria in miti e racconti gotici per i suoi bagni immersa nel sangue di giovani serve col proposito di mantenere bellezza e gioventù.