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Nine: memorie di un regista

Arriva in sala il nuovo musical di Rob Marshall, ispirato all’Otto e mezzo felliniano.
di Marzia Gandolfi

Il bidone
Penélope Cruz (Penelope Cruz Sanchez) (49 anni) 28 aprile 1974, Madrid (Spagna) - Toro. Interpreta Carla nel film di Rob Marshall Nine.

mercoledì 13 gennaio 2010 - Incontri

Il bidone
Ispirato all’Otto e mezzo felliniano e ignaro che quel titolo si riferisca al numero dei film girati da Fellini fino a quel momento (era il 1963), Nine è il nuovo musical di Rob Marshall a un passo e a un giro di danza dall’uscita. Dopo lo scoppiettante Chicago e il dimenticabile Memorie di una geisha, il regista americano traduce per lo schermo l’omonimo musical di Broadway, a cui Fellini rifiutò il consenso. Così, diversi anni e sogni dopo, Marshall trasforma l’analisi autoriflessiva sulla creatività cinematografica del Maestro di Rimini in una cattiva soap opera, che viaggia sulle piste battute dal genere e lungo la sua linearità da favola. Il protagonista è naturalmente Federico Fellini, alias Guido Anselmi, alias Guido Contini, regista sull’orlo di una crisi creativa e sotto le gonne (o le lenzuola) di attrici avvenenti, dive sublimi, prostitute robuste, giornaliste patinate. Indubbiamente Marshall sa allestire una visualità seducente da spot di lusso che non mancherà di incantare ma manca completamente il sogno e la metacinematografia di Fellini. A Roma per presentare il suo musical onirico, il regista ci racconta la sua idea di dolce vita, con buona pace di Sofia Loren, interprete del film accanto a Daniel Day-Lewis, Penélope Cruz, Marion Cotillard, Kate Hudson, Judi Dench e Nicole Kidman.

Dal cinema al teatro e ritorno
Rob Marshall: Dopo Chicago avevo voglia di fare qualcosa di molto diverso, risposi dunque con entusiasmo alla proposta di portare sullo schermo “Nine”, il musical di Broadway ispirato al capolavoro felliniano. Con Chicago mi ero divertito a dirigere un musical leggero e a fare “satira”, al contrario con Nine avrei affrontato un argomento che ha decisamente più sostanza e che riguarda da vicino, molto vicino, il cinema e quello che noi artisti sperimentiamo ogni giorno fuori e dentro dal set. Ci tengo comunque a precisare che Nine non è affatto il remake di Otto e mezzo, piuttosto la versione cinematografica del musical che lo ha ispirato. Sarebbe stato poco umile e praticamente impossibile pretendere di rifare un film così importante e perfetto. Nine sta al capolavoro di Fellini, come Sweet Charity a Le notti di Cabiria, My Fair Lady a “Pigmalione”.

Cantando Fellini
Rob Marshall: Per me Fellini era il maestro dei maestri, adoravo i suoi film, i suoi personaggi ma soprattutto quel suo operare tra realtà e fantasia. È perciò stato un onore poter portare il suo mondo nel mio film, restituirne la fluidità, così importante per un musical. Se Fellini e il suo cinema sono stati la mia fonte inesauribile di ispirazione, volevo che fosse il migliore degli attori ad interpretarlo sullo schermo. Ho scelto Daniel Day-Lewis perché come nessun altro riesce ad entrare e ad abitare un personaggio, il suo metodo così radicale può naturalmente infastidire ma per tutti noi è stato invece la scintilla che ci ha guidati e illuminati.

Magnifica ossessione
Penélope Cruz: Ho adorato subito il mio personaggio, così innamorata, così appassionata. Della mia Carla mi piace la devozione, meglio, l’ossessione che nutre per Guido Contini, per l’uomo e per l’artista. Per costruire il mio personaggio, evidentemente ispirato a Sandra Milo, ho guardato e letto moltissimo ma la svolta è arrivata con una vecchia intervista che mi ha permesso di ascoltare la voce e i racconti della Milo sulla relazione intrattenuta con Federico Fellini. Le sue parole sono state preziose come un gioiello, ho capito cosa significava per lei aspettare il Maestro in una camera d’albergo per ore, senza poi magari alla fine riuscire a vederlo.

Moglie fedele
Marion Cotillard: Il mio personaggio, Luisa Contini, è ispirato alla compagna di Fellini, Giulietta Masina. Per prepararmi al ruolo ho anch’io, come Penélope, letto molti articoli dell’epoca, ascoltato testimonianze, cercato tracce di quella magnifica attrice. La cosa che più mi ha colpito di Giulietta e che volevo restituire sullo schermo era la sua dedizione all’uomo e all’artista, il suo stare nell’ombra, il suo essere discreta ma allo stesso tempo determinante e indispensabile per e nella vita del marito. Credo sia molto difficile amare un uomo che vive perennemente dentro una sfera creativa, può essere frustrante non riuscire a raggiungerlo.

Memoria e musical
Sofia Loren: Ho detto subito di sì a Nine e non avrei potuto fare altrimenti. Da tempo sognavo di lavorare con Rob e di partecipare a un musical americano. Inoltre questa esperienza mi ha permesso di recuperare il ricordo di un caro amico e di diffonderne la memoria, si aggiunga poi che ho potuto interpretare la madre un attore di grande talento come Daniel Day-Lewis. Non è naturalmente la prima volta che mi cimento nel ruolo della madre ma questa occasione è stata speciale perché dovevo cantare e ballare, mi sono insomma dovuta impegnare per essere all’altezza della più grande tradizione cinematografica americana, il musical. Con Nine ho ritrovato i miei amici di un tempo, Federico e Marcello, sono grata ai produttori americani anche per questo, è stata davvero una bella esperienza.

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